Yoga a scuola: perché introdurre questa disciplina
Fare yoga è senza dubbio una attività che sta riscuotendo nel mondo occidentale sempre maggiore interesse e apprezzamento. I benefici di questa disciplina orientale sulla salute sono ormai noti e provati scientificamente. Ci si chiede piuttosto se non sarebbe utile proporre lo yoga a scuola.
Non è un mistero che negli ultimi anni i ragazzi, specialmente in ambito scolastico, hanno iniziato a vivere un disagio sempre più palpabile, che ha avuto poi un netto peggioramento durante il periodo covid.
L’OMS ha lanciato un allarme legato proprio all’aumento di disturbi nei giovani studenti: malattie psicosomatiche, attacchi d’ansia e di panico, difficoltà a socializzare, bullismo, disturbi alimentari, ansia da prestazione, etc. sono condizioni all’ordine del giorno che condizionano negativamente la qualità della vita dei ragazzi.
In risposta a questa situazione, c’è chi propone di introdurre questa disciplina proprio nelle scuole. Già negli anni scorsi la proposta era stata ventilata dall’allora Presidente del Consiglio dei Ministri Gentiloni ma non aveva avuto seguito.
Yoga a scuola: cosa dicono gli studi scientifici
L’interesse scientifico nei confronti di una disciplina come lo yoga non rappresenta una novità. Il grande apprezzamento da parte del pubblico e la crescita del numero delle persone che si dedicano a questa attività, in relazione anche ai risultati positivi dichiarati, hanno incuriosito gli studiosi che hanno ricercato prove di una relazione scientifica tra il benessere generato dallo yoga e la disciplina stessa.
Non stupisce, dunque, che ci si siano poste domande analoghe sui benefici di questa pratica sui bambini.
Uno studio pubblicato su Frontiers in Psychiatry USA[1] ha analizzato la validità dello yoga come strumento potenziale per aiutare i bambini a gestire lo stress e ad autoregolare le proprie emozioni. Secondo tale studio, infatti, questa disciplina avrebbe la funzione di agire come allenamento per la mente e il corpo e porterebbe all’equilibrio emotivo.
A tal proposito, vi sono teorie scientifiche[2] in base alle quali lo yoga sarebbe un ottimo strumento per imparare ad ascoltarsi. I bambini, infatti, tenderebbero a nascondere angoscia e stress nel tentativo di non turbare l’equilibrio familiare. Tuttavia, l’interiorizzazione di un disagio può avere effetti negativi non solo sul benessere generale, ma anche sulla salute, con il rischio di provocare situazioni croniche.
Lo yoga aiuterebbe bambini e ragazzi ad imparare ad ascoltare i loro corpi e i loro sentimenti, in modo tale da contribuire a portare alla luce eventuali difficoltà e problematiche per uno sviluppo sano e una buona salute mentale.
I risultati positivi della pratica dello yoga sui giovani innescherebbero un circolo virtuoso che genererebbe anche maggiore capacità di concentrazione, aumento dell’autostima, miglioramento dell’interazione sociale, maggiore capacità del controllo della rabbia. Tutto ciò sarebbe particolarmente interessante anche nel contrasto di problematiche sociali come quella del bullismo.
Yoga e scuole italiane: qual è la situazione attuale
L’idea di portare anche nelle scuole italiane non è nuova. Sebbene non sia una notizia conosciuta da molti, già a partire dal 1998 il Miur ha siglato un’intesa con le Associazioni di Yoga all’interno della quale è stata riconosciuta l’importanza di questa disciplina e la sua validità per lo sviluppo armonico del bambino. In tale occasione, è stata segnalata anche l’intenzione di incoraggiare l’inserimento di questa disciplina tra le attività scolastiche. Il protocollo è poi stato rinnovato più volte fino al 2015 e sono state inserite anche le linee guida in base alle quali per insegnare yoga nelle scuole, sia a livello curriculare sia extracurriculare, sia necessaria la presenza di insegnanti che facciano parte dell’Albo professionale della Federazione Italiana Yoga.
Perché in Italia non si fa yoga a scuola
Nonostante il protocollo siglato con il Miur, attualmente non sono stati ancora intrapresi progetti concreti: da una parte a causa della cronica mancanza di fondi che affligge le scuole italiane, dall’altra anche per una mentalità che ancora, nonostante le prove scientifiche, ha difficoltà ad aprirsi alle novità.
Una delle obiezioni che è stata posta era dovuta al fatto che lo yoga viene interpretato come alternativo all’educazione fisica. Poiché già sono poche le ore in cui i ragazzi possono fare movimento in confronto a quelle in cui stanno seduti, molti sono contrari all’utilizzo di quelle ore per lo yoga.
Tuttavia, esistono esempi di scuole straniere in cui lo yoga viene praticato durante la lezione normale, all’interno di progetti per il benessere dello studente. Si tratta di Yoga Break, ovvero pause di pochi minuti nelle lezioni, durante le quali i ragazzi possono nel loro banco o a terra imparare gli esercizi di respirazione, rilassarsi, assumere qualche posizione yoga.
Sarebbe senza dubbio una soluzione che potrebbe migliorare la resa scolastica, aiutare a riportare alto il tasso di attenzione e ridurre lo stress emotivo, senza privare i ragazzi del movimento durante le ore di educazione fisica. Insomma, un vantaggio per tutti senza veri e propri svantaggi per il regolare svolgimento delle lezioni.