La terapia occupazionale nella gestione del dolore alle articolazioni
Oggi, sempre più spesso, le terapie per la gestione del dolore, in particolare quello delle articolazioni, includono la terapia occupazionale. Non tutti però sanno di che cosa si tratta e quali effetti positivi può avere nella vita quotidiana di molti pazienti.
Che cos’è la terapia occupazionale
Il primo equivoco da sgombrare quando si parta di terapia occupazionale riguarda la confusione con la fisioterapia: sebbene siano entrambe delle discipline riabilitative, la terapia occupazionale si concentra sulle attività quotidiane con l’obiettivo di rendere i pazienti autonomi nello svolgimento della quotidianità.
Questa forma riabilitativa ha come obbiettivo il miglioramento delle capacità funzionali degli individui. Il suo scopo è, infatti, quello di aiutare le persone a ritornare, o a mantenere, un buon livello di indipendenza nella loro vita quotidiana, nonostante gli ostacoli fisici, mentali o emotivi che possono incontrare.
Il terapeuta occupazionale aiuta i pazienti a concentrare la loro attenzione verso ciò possono fare, piuttosto che su ciò su cui hanno difficoltà. In quest’ottica, si cerca di identificare gli obiettivi personali dei pazienti e di adattare le attività quotidiane alle capacità attuali, utilizzando strumenti, strategie e tecniche per svolgere le azioni necessarie nella quotidianità in modo più semplice e, allo stesso tempo, gestendo il dolore.
In presenza di patologie croniche che causano dolori articolari, che spesso rendono difficile la vita quotidiana e per i quali vi sono poche terapie efficaci, la terapia occupazionale può rappresentare un ottimo metodo per gestire il dolore. In particolare, sono stati condotti studi per valutarne l’efficacia in concomitanza con patologie come il morbo di Parkinson, l’artrite reumatoide, la fibromialgia, etc. che stanno mostrando effetti positivi.
Va, tuttavia, considerato che si tratta né di una soluzione rapida né di rimedio miracoloso. Piuttosto, di un innovativo approccio di lavoro, che richiede tempo e impegno sia da parte del terapeuta che del paziente. Tuttavia, per coloro che soffrono di dolori articolari, può fornire strumenti preziosi per gestire il dolore, aumentare il livello di mobilità e, soprattutto, migliorare la qualità della vita.
Come funziona la terapia occupazionale
La terapia occupazione non ha un percorso uguale per tutti i pazienti, ma viene costruita attraverso un rapporto di reciproca fiducia tra terapista e paziente prendendo in esame la storia personale del paziente, le sue aspettative, le sue condizioni fisiche e le sue abitudini di vita quotidiana.
Generalmente, le attività proposte e il percorso riabilitativo si suddividono in tre aree di intervento:
- le attività legate alla cura di sé: si tratta di tutte quelle azioni quotidiane che si compiono per gestire sé stessi, come lavarsi, vestirsi, mangiare, etc.
- le attività produttive: si tratta di quegli impegni quotidiani come il lavoro, lo studio, la scuola, etc. Non sempre i pazienti devono occuparsi anche di queste attività, specialmente se la terapia è indirizzata a persone anziane;
- le attività del tempo libero: in questo caso, si tratta di attività non indispensabili alla sopravvivenza, ma molto importanti perché danno un senso alla vita del paziente e lo aiutano a migliorare la qualità della vita. In queste, rientrano sport, giardinaggio, attività all’aria aperta, hobby, etc.
Le attività da svolgere vengono selezionate insieme al paziente in base alle loro necessità e al loro apprezzamento verso di esse, tenendo anche conto dell’età del paziente, della condizione di salute e del contesto sociale in cui vive.
Le informazioni vengono fornite dal paziente attraverso una serie di colloqui e test di valutazione, attraverso i quali il terapeuta potrà individuare gli obiettivi da raggiungere a breve, a medio e a lungo termine.
Analizzando tutti questi aspetti è possibile preparare un programma articolato affinché ogni paziente possa raggiungere la massima indipendenza in relazione alla propria condizione e migliorare la qualità della vita.
La terapia occupazionale per la gestione del dolore
La terapia occupazionale si applica in molte patologie croniche degenerative con ottimi risultati, per esempio per il morbo di Parkinson.
Oggi è riconosciuta da molte istituzioni sanitarie per il trattamento del dolore non farmacologico: in questo ambito, ha molti vantaggi rispetto ad altre terapie, in quanto aiuta il paziente non solo ad adattarsi a una situazione difficile, ma ad integrare nuove abilità e nuove routine offrendo soluzioni alternative al paziente.
Si tratta, infatti, di una terapia che non affronta il dolore in modo isolato, ma attraverso una serie di esperienze sensoriali, cognitive, emotive e fisiche. Il fatto che il paziente debba impegnarsi in qualcosa di nuovo ma allo stesso tempo di interessante – sia perché necessario alla sua quotidianità sia perché legato a un hobby o a un interesse personale – innesca un meccanismo che provoca il rilascio di endorfine, ormoni che hanno un effetto antidolorifico naturale.
All’interno del programma di riduzione del dolore sono incluse una serie di indicazioni:
- stabilire obiettivi incentrati sulle necessità/desideri del paziente che lo inducono a sentirsi occupato;
- incoraggiare abitudini, routine, e stili di vita salutati e positivi;
- promuovere l’autogestione e potenziare la capacità di problem solving;
- aumentare la propria sicurezza e contrastare la paura del dolore nello svolgere alcuni compiti quotidiani;
- utilizzare tecniche e discipline come lo yoga e il tai chi per ridurre il dolore.
Proprio per questi motivi, la terapia occupazionale può essere considerata una disciplina olistica che permette di spostare l’attenzione dal dolore, mettendo invece al centro la persona con tutte le sue peculiarità.