Sport e dintorni: quando il talento si tramanda di padre in figlio
Lo sport in generale è qualcosa di cui la maggior parte delle persone non può fare a meno, sia che lo segua come spettatore, sia che lo pratichi direttamente. Quando però siamo di fronte a campioni indiscussi della storia, qualsiasi sia la disciplina sportiva del soggetto in questione, è difficile non restarne affascinati. È per questo motivo che i nomi dei grandi campioni dello sport mondiale ci rimangano in testa, anche se si tratta di un’attività che non seguiamo molto. Una delle cose che caratterizzano alcuni campioni passati è che hanno trasmesso ai figli il loro talento, come una sorta di trasmissione genetica.
Il figlio di Bjorn Borg
Uno degli esempi di figli che hanno seguito le orme del padre è quello di Leo Borg, figlio di Bjorn, un’icona del tennis anni 70 e 80. Il padre infatti, è stato ben cinque volte vincitore a Wimbledon e sei volte al Roland Gaross. Il figlio di 16 anni è pronto a diventare un tennista professionista, cercando di ripercorrere le orme del padre. Leo a 3 anni calcava già i campi di tennis, e ad oggi è uno dei talenti più promettenti della scuola svedese. Ad allenare il giovane Borg è Rickard Billing. Bjorn Borg non nasconde quanto sia orgoglioso del figlio: “Leo ha un grandissimo cuore e ama quello che fa. Ora per crescere ha bisogno di uscire dall’Europa e andare in giro per il mondo”. Una curiosità legata a Leo, è che al cinema ha fatto una parte in cui interpretava il padre da giovane, la pellicola in questione è «Borg vs Mc Enroe».
Calcio: il talento di padre in figlio
Anche il calcio ci ha fatto vedere esempi di figli d’arte, campioni che hanno lasciato il segno di generazione in generazione. Pensiamo ai Mazzola, Valentino, stella del Grande Torino che morì nella tragedia di Superga, e il talento del figlio Sandro, una vera e propria bandiera dell’Inter. Un’altra grande storia è quella dei Maldini, Cesare pilastro del Milan negli anni ’60 e il figlio Paolo, il miglior terzino degli ultimi trent’anni. Nomi che hanno fatto un’epoca, campioni che hanno tramandato la loro abilità come se fosse tutto all’interno del DNA. Sia il padre che il figlio erano fin dall’inizio predestinati al successo. Se i figli in questione fanno oramai parte dei lustri passati, oggi sono tuttora in attività due figli di campioni storici. Uno è Giovanni Simeone, che è figlio del grandissimo Diego Simeone, allenatore di successo dell’Atletico Madrid e calciatore di elevato livello. Un altro è Federico Chiesa, che è figlio del bomber degli anni 90 Enrico Chiesa.
Dalla formula uno al basket
La formula uno è centro di due storie molto belle. La prima è quella della famiglia Villeneuve, in cui il talento di Gilles fu ereditatato dal figlio Jacques: un vero e proprio cameo per la storia di questa disciplina. Altra storia è quella che vede Nico Rosberg lasciare le corse il giorno in cui eguaglia il padre Keke (ovvero ottenendo la vittoria del titolo). Adesso ci sono molte aspettative per un altro figlio di padre eccellente, ovvero il 19enne Mick Schumacher, figlio di talento di Micheal, il quale è arrivato ad essere sette volte campione in formula uno. Il basket invece ha lasciato nella storia due grandi e indiscussi campioni come Dino e Andrea Meneghin il quale, sebbene non sia arrivato a eguagliare quelli che sono stati i successi del padre, si è costruito una carriera molto interessante, oppure vedasi il caso inverso di Sasha e Luka Doncic .
Padre e figlio sotto rete
Anche la pallavolo non è da meno, e ci regala ad oggi due giocatori che sono molto seguiti e che risultano promettenti, i quali hanno per padri due grandi campioni della storia del volley azzurro. Trattasi di Diego Cantagalli e Davide Gardini, figli rispettivamente di Luca e Andrea, due pallavolisti che contribuirono alla fortuna di quella che ad oggi è conosciuta come la Generazione d’Oro di Velasco, una storia magica di oltre vent’anni fa
Storie d’insuccessi: quando il nome diventa un peso
Vi sono invece storie dal destino inverso, figli d’arte che non hanno raggiunto livelli soddisfacenti, e che sono storie di un insuccesso forse figlio di aspettative troppo elevate per il nome che si portavano addosso. Da Maradona a Weah, per finire con Zidane e Mancini, siamo di fronte a figli le cui carriere paragonate a quelle dei padri rappresentano dei fallimenti. Oggi i riflettori sono puntati su Cristiano Junior, figlio del famoso CR7, che al momento sta facendo ben sperare vedendolo giocare nei tornei giovanili di Torino.
Conclusioni
Avere il cognome di un campione, è ovvio che di fatto non trasforma in tale anche il figlio. Il talento non è a trasmissione genetica, ma può capitare che anche la generazione successiva possa avere successo. Tutto sta nell’impegno che si mette nell’allenamento e quanta voglia si ha di migliorarsi, e nel caso dei figli d’arte la pressione sulle spalle è doppia e richiede quindi un impegno di maggiore. Le aspettative sono sempre alte e spesso non tutti riescono a gestire la pressione che si esercita su di loro. Sebbene non sia semplice, si dovrebbe riuscire a dimenticare chi sia il padre e vedere il giovane come un punto 0, ma purtroppo non è sempre così.