Lo sport dopo il coronavirus: quali abitudini cambieranno
Il dopo-coronavirus non è ancora iniziato, tuttavia alcune misure nella fase 2 sono diventate meno restrittive, in particolare per quanto riguarda la pratica di sport individuali.
A condizione di rispettare indicazioni specifiche e le distanze di sicurezza, hanno riaperto parchi e giardini e non è più vietato andare a correre o in bicicletta anche allontanandosi dalla propria abitazione. Dal 25 maggio dovrebbero anche riaprire piscine e palestre, sebbene possano esserci variazioni su base regionale. Proprio in questi giorni è stato preparato dalla Conferenza delle Regioni e delle Provincia autonome un documento con le linee guida per la riapertura delle Attività Economiche e Produttive, nel quale vengono individuate le norme per gestire l’apertura di palestre e piscine in sicurezza.
Gli spazi chiusi sembrano essere più difficili da gestire, in quanto le misure di distanziamento e di sanificazione in tali circostanze non sono così semplici da attuare, tanto più se gli attrezzi vengono condivisi da diverse persone.
Bici e corsa: le attività più facili da praticare
Oggi come oggi, le attività sportive più abbordabili sembrano essere la bicicletta e la corsa, dato che si tratta di due sport che possono essere praticati individualmente e all’aria aperta.
Anche in questi casi, però, è necessario rispettare indicazioni specifiche funzionali a ridurre al minimo il rischio di contagio.
Così come prescritto per tutte le uscite al di fuori della propria abitazione, bisogna avere con sé la mascherina e mantenere una certa distanza dalle altre persone.
Secondo uno studio olandese, mentre si fa sport le particelle di saliva si spostano più velocemente e il rischio di contagio coronavirus è più alto, quindi il metro di distanza consigliato durante lo svolgimento delle pratiche quotidiane, come fare la spesa o andare negli uffici pubblici, non è sufficiente. Nel caso del ciclismo, per esempio, l’attuale decreto del presidente del Consiglio, indica una misura minima di due metri di distanza.
Ciò comporta che non saranno realisticamente possibili le uscite di gruppo in bicicletta e saranno, probabilmente, sostituite dalle uscite in solitaria. Se tutto ciò non compromette la possibilità di allenarsi, porta comunque a un modo molto diverso di intendere uno sport, come il ciclismo, che fa dell’attività di gruppo un valore che va ben al di là del puro aspetto agonistico.
Stesso discorso vale anche per tutti i tipi di corsa, che prevedono una pratica del tutto individuale. Ma c’è di più: sebbene attualmente nello svolgimento dell’attività sportiva non sia obbligatorio indossare la mascherina, ma solo averla con sé, la distanza di sicurezza deve essere di almeno due-tre metri.
Non è strano, dunque, vedere soprattutto in città runners che cambiano marciapiede quando incontrano altre persone: una misura precauzionale del tutto corretta, ma che pone molte domande su quando sarà possibile tornare alla normalità e come superare abitudini che oggi ci condizionano notevolmente.
Esercizi di ginnastica in casa e via web
Chiuse le palestre e tutti i centri sportivi, gli appassionati di sport hanno dovuto trovare una soluzione per fare sport in casa.
Sebbene sia ormai vicino il momento della riapertura, è molto probabile che per qualche tempo le persone proseguano lo sport da casa.
Molte palestre durante il lockdown si sono attrezzate per fornire corsi tramite il web: lezioni live, gratuite o a pagamento, dirette Facebook e app di allenamento si sono diffuse esponenzialmente, permettendo agli sportivi di proseguire nei loro programmi di allenamento, ma anche a molte aziende di sopravvivere alla chiusura fisica dei loro locali.
Molti sportivi hanno dunque avuto la possibilità di sperimentare nuovi metodi per fare sport e, al di là dei disagi che il lockdown ha comportato, potrebbero anche avere riscontrato alcuni benefici che li spingerà, almeno nei prossimi mesi, a continuare a esercitarsi negli sport da casa nel dopo-coronavirus.
Nella riapertura delle palestre potrebbero essere previste diverse misure preventive: tra cui, thermoscan che misurino la temperatura a tutti coloro che accedono al centro sportivo, distanze di sicurezza minime da rispettare, sanificazione degli ambienti e degli attrezzi dopo ogni uso e obbligo di calzature apposite per accedere alla struttura. Si tratta di misure senza dubbio importantissime per la riduzione del rischio di contagio, ma che potrebbero far rimandare a molti amatori il momento di tornare in palestra.
È dunque probabile che le normali attività sportive che impegnano e tengono in forma moltissimi sportivi a tutti i livelli cambino profondamente nel modo di essere svolte.
Gli sport di squadra: i più difficili da gestire
Secondo il rapporto del Coni sul rischio di contagio coronavirus nei vari sport, quelli di squadra avrebbero il maggiore rischio di contagio sia per il contatto diretto tra i giocatori, sia, in alcuni casi, per le condizioni in cui lo sport viene praticato: campi al chiuso, dimensione degli spogliatoi, etc.
Attualmente, infatti, sono consentiti allenamenti esclusivamente a porte chiuse per discipline individuali, sebbene rimangano sospese tutte le competizioni e le gare di ogni ordine e grado.
Anche nel caso di questi sport, dunque, sarà interessante vedere come, in una prossima fase di riapertura, sarà possibile gestire, sia a livello professionistico sia a livello amatoriale, gare e allenamenti e come le misure di prevenzione che potranno essere stabilite a vario titolo influenzeranno le abitudini e la quotidianità degli sportivi.
Credits: Designed by Freepik