Sport e disabilità: l’importanza dello sport per tutti
Le recenti Paralimpiadi hanno riportato all’attenzione il tema sport e disabilità, dimostrando come i pregiudizi, che spesso ancora esistono, meritino una seria riflessione.
Eventi sportivi come questi, oltre all’importante significato sportivo, hanno anche la funzione di avvicinare chi non conosce la disabilità, in modo tale da superare muri ancora oggi difficili da abbattere. Conoscere e capire sono i primi passi per eliminare le barriere.
Del resto, è ormai ampiamente dimostrata l’importanza dello sport per la riabilitazione, sia da un punto di vista fisico sia da quello psicologico.
I benefici dello sport e dell’attività fisica per i disabili
Non si tratta solo di una opinione: i benefici dello sport per le persone disabili esistono ed è provato da molti studi scientifici, come quello pubblicato sulla rivista Scandinavian Journal of Rehabilitation Medicine[1].
In questo studio si è osservato come in generale chi ha disabilità fisica tragga giovamento dall’attività fisica, sebbene vadano opportunamente distinte le attività sportive a livello agonistico da quello amatoriale e dall’attività di ginnastica correttiva e di ricreazione.
I dati raccolti portano a pensare che i principali benefici si concretizzino in:
- miglioramento dello stato d’animo generale;
- riduzione dell’ansia e della depressione;
- aumento dell’autostima;
- aumento della sensazione di autoefficacia.
Inoltre, ci sarebbero anche benefici dal punto di vista sociale, in quanto la pratica dell’attività fisica condurrebbe a vivere nuove esperienze, stringere nuove amicizie ma anche a contrastare i pregiudizi e lo stigma sociale verso la disabilità.
In conseguenza di ciò, vi sarebbe anche un miglioramento delle condizioni di salute percepita, che portano a lunga scadenza a ridurre il rischio di malattie croniche.
Infine, aspetto non meno importante, anche se spesso non preso in considerazione, si avrebbero anche dei miglioramenti in termini occupazionali: secondo lo studio, infatti, le persone con disabilità che praticano sport hanno una maggiore probabilità di occupazione, un tasso di assenteismo minore e una maggiore produttività. I benefici, pertanto, non sarebbero solo a vantaggio il soggetto stesso, ma avrebbero un importante impatto sociale: le aziende stesse potrebbero valutare di investire in programmi di attività fisica per persone con disabilità che porterebbero a un risparmio su altri costi.
Lo studio si conclude osservando come le persone con disabilità dovrebbero essere incentivate e incoraggiate a dedicarsi all’attività fisica, per quanto siano necessari ulteriori studi per valutare quali siano le attività ottimali.
L’importanza della promozione degli sport per disabili
Sebbene negli ultimi anni qualcosa stia cambiando, la percentuale di persone con disabilità che pratica sport è ancora troppo bassa.
Secondo i dati pubblicati dall’ISTAT nel 2018[2], solo l’8,5% delle persone con disabilità ha dichiarato di svolgere un’attività sportiva. Oltre alle difficoltà che oggettivamente si possono presentare, spesso ci sono dei blocchi psicologici legati alla percezione che ha di sé la persona disabile.
In uno studio[3] che ha preso in esame i benefici delle attività fisiche per persone con disabilità, si è sottolineata l’importanza di promuovere lo sport tra le persone disabili stesse e i genitori dei bambini piccoli: la consapevolezza dei numerosi benefici delle attività sportive dovrebbe stimolare l’interesse verso lo sport e aiutare ad aumentare il numero di persone che lo praticano.
In realtà, infatti, lo sport è anche un importante strumento di integrazione sociale. L’attività sportiva, infatti, ha la caratteristica di non rivolgersi a una categoria ma alla collettività e proprio per questo consente di migliorarsi e di migliorare il processo di inclusione fra le persone.
Tuttavia, sebbene nel nostro paese esista una legislazione che dovrebbe garantire l’accesso all’attività sportiva alle persone con disabilità, non è sempre così e, anzi, spesso la proposta non è all’altezza delle aspettative e devono essere create iniziative da privati o da aziende per sopperire alle mancanze statali.
Quale sport per quale disabilità?
Il Comitato Italiano Paralimpico è stato riconosciuto come Ente Pubblico per lo sport praticato da persone disabili con il Decreto Legislativo n. 43 del 27 febbraio 2017. Grazie a ciò, il CIP può riconoscere le organizzazioni sportive per disabili sul territorio nazionale e, attraverso esse, garantire la diffusione dei concetti legati allo sport paralimpico, affinché siano sempre più numerose le persone disabili che si dedicano allo sport.
Oggi, pertanto, vi sono ben 28 Federazioni Sportive Paralimpiche e ben 23 sport praticati alle Paralimpiadi, mentre nel 1960 erano solo 8.
Gli sport sono suddivisi in tre categorie principali, in base al tipo di disabilità: le disabilità fisiche sono ulteriormente suddivise in otto tipologie differenti, a cui si aggiungono le disabilità visive e intellettive.
Alcuni sport, come il basket e il ciclismo, sono praticabili da persone con diverso tipo di disabilità, sia da chi ha disabilità fisiche sia da chi ha disabilità cognitive. Questo avviene anche per altri sport come lo sci, il tennis, la scherma, etc.
Mentre altri sport, come il calcio a 5 per ciechi, sono dedicati alle persone con un tipo specifico di disabilità. In ogni caso, oggi la scelta è molto ampia e chiunque con disabilità voglia provare una attività sportiva, può informarsi presso il CIP e avere indicazioni su dove potrebbe praticare sport.
Note:
[1] Shephard RJ. Benefits of sport and physical activity for the disabled: implications for the individual and for society. Scand J Rehabil Med. 1991;23(2) 51-59. PMID: 1832786.
[2] https://www.repubblica.it/speciali/sportsenzabarriere/news/2018/11/25/news/sport_e_disabilita_istat_migliora_la_percezione_della_qualita_della_vita_-212571573/
[3] https://www.tandfonline.com/doi/abs/10.3109/03790798709166246