Lo sport come cura: le patologie che traggono giovamento dall’attività fisica
Fin dai tempi antichi è risaputo che l’attività fisica fa bene alla salute. I riferimenti all’importanza dell’allenamento fisico e dello sport sono presenti in gran parte delle culture antiche e trovano la loro massima espressione nell’antica Grecia con Ippocrate e Galeno, due dei più importanti studiosi di medicina dell’antichità. Del resto non è un caso che proprio in Grecia siano nati e si siano svolti per oltre quattro secoli i Giochi Olimpici.
Tuttavia, studi molto recenti hanno preso in esame l’effetto curativo dello sport nei confronti di alcune patologie specifiche e si sono riscontrati risultati piuttosto interessanti, in particolare in relazione al trattamento delle patologie croniche.
Lo sport nella prevenzione e cura delle patologie croniche
Un recente studio dell’INSERM (Istituto Nazionale per la Salute E Ricerca Medica) di Parigi ha preso in esame il rapporto tra le patologie croniche, come malattie cardiovascolari, oncologiche, muscoloscheletriche etc., e l’attività fisica, osservando quali possono essere gli effetti della seconda sulla prima, in relazione alla prevenzione e alla cura.
Il lavoro si basa sui dati pubblicati dalla letteratura scientifica entro il primo trimestre 2016, prendendo in esame circa 1800 documenti relativi alle patologie croniche. Secondo l’OMS queste malattie sono la prima causa di morte e pesano in maniera molto significativa sul sistema sanitario e sul benessere delle persone, in particolare di quelle con un’età superiore ai 50 anni.
Se attualmente la percentuale di malati cronici incide notevolmente, tanto che si calcola che ben 3 francesi su 4, oltre i 65 anni, soffrano di tali patologie, molto probabilmente con l’aumentare della speranza di vita progressivamente la percentuale di malati cronici diventerà sempre più alta.
Tuttavia, sempre secondo l’OMS, la prevenzione per queste patologie potrebbe dare risultati molto positivi, in particolare combattendo quattro fattori di rischio:
- Uso di tabacco
- Inattività fisica
- Consumo di alcol
- Cattiva alimentazione
Per questo il ministero dello Sport francese ha commissionato lo studio di cui sopra a INSERM, che l’ha svolto attraverso l’opera di un gruppo di tredici ricercatori, esperti in diversi settori relativi a patologie croniche, medicina dello sport e psicosociologia.
In particolare, sono state prese in esame patologie cardiovascolari, tumori, diabete, patologie respiratorie croniche e obesità. Inoltre, sono state oggetto di studio anche alcune malattie legate alla sfera mentale come depressione e schizofrenia, nonché disturbi muscoloscheletrici (MSD).
I risultati hanno dimostrato che:
- L’attività fisica porta benefici sulla prevenzione delle patologie croniche;
- Anche dopo la diagnosi di patologia, lo sport può essere efficace nella cura: più precocemente l’attività fisica viene introdotta, più può essere benefica;
- Nelle patologie che tendenzialmente spingono alla sedentarietà e all’indebolimento fisico, l’attività sportiva è efficace per contrastare la tendenza e risulta un buon supporto alla terapia.
Come abbinare lo sport alla cura delle patologie croniche
Tuttavia, per ottenere dei risultati concreti è opportuno adattare l’attività alle esigenze del soggetto, tenendo conto delle criticità connesse alla patologia stessa.
Di conseguenza, è necessario personalizzare il percorso di attività sportiva, tanto più che alcune patologie rendono più complicato praticare l’attività fisica a causa di dolore, affaticamento e impossibilità motoria. Inoltre, bisognerà tenere conto delle controindicazioni specifiche portate dal tipo di patologia di cui si è affetti e dello stadio della malattia. Inoltre, anche le condizioni fisiche e psicologiche devono essere tenute in debita considerazione, per evitare un rifiuto da parte del paziente.
Infine, alcune metodologie di approccio, come la fissazione di obiettivi progressivi e raggiungibili, contribuiscono a stimolare il paziente e a ridurre le probabilità di abbandono. Far vivere poi l’attività fisica come fonte di divertimento e soddisfazione è una buona strategia per costruire una abitudine quotidiana positiva che aiuta il fisico e la mente.
Lo sport nella cura della depressione
Oggi la medicina moderna considera la depressione alla stregua di una vera e propria patologia, che spesso può protrarsi a lungo nel tempo e incidere sulla vita sociale e sulle condizioni fisiche di chi ne è affetto.
Studi scientifici dimostrano che la depressione ha strette correlazioni con il sistema neuroendocrino con influenze non solo sulla sfera emotiva, ma anche sulla forza fisica e sulla capacità di svolgere attività fisica.
Oltre alle cure farmacologiche, abbinate a una terapia psicologica, si è riscontrato che si possono ottenere benefici grazie all’attività fisica.
Gli sport che richiedono resistenza fisica, anche non troppo impegnativi, stimolano il cervello alla produzione di endorfine. Le endorfine sono dei neurotrasmettitori caratterizzate dalla capacità di alleviare il dolore e dare eccitazione, generando effetti positivi sull’umore e sul fisico. Per questo vengono comunemente definite “ormoni del piacere”. La loro azione di analgesico naturale è molto importante, in quanto riduce le sensazioni dolorose e instaura un circolo virtuoso nel paziente stimolandolo a mantenere costante l’attività fisica.
In particolare, gli sport più adatti per la cura della depressione sono quelli aerobici. Anche la pratica delle arti marziali, il jogging e la bicicletta danno risultati molto positivi, come in generale gli sport praticati all’aria aperta.
Per i soggetti che, per le loro condizioni di salute, non possono praticare sport che richiedano uno sforzo per loro troppo elevato, sono consigliate le passeggiate e la danza, in particolare il tango.
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