Silvia e Stefano: una corsa contro la malattia
Questi i nomi di due persone la cui storia è un esempio per tutti. Dopo che a entrambi è stata diagnosticata una malattia, a Silvia la Sclerosi Multipla e a Stefano il morbo di Parkinson, hanno scelto di lottare iscrivendosi alla Gensan Giulietta&Romeo Half Marathon che si è tenuta il 17 febbraio. Due storie diverse, ma che si uniscono in una grande e bellissima favola, la corsa contro la propria la malattia. Un’assoluta presa di coscienza, la voglia di dire no e non lasciarsi sopraffare dal destino avverso, qualcosa che regala al mondo intero un grande insegnamento di vita.
Silvia e la malattia
Lei è Silvia Furlani, 58 anni, e come abbiamo visto ha gareggiato alla Gensan Giulietta&Romeo Half Marathon. È partita in solitaria con un certo vantaggio sugli altri, per far sì che il suo arrivo avvenisse in gruppo. La malattia le viene diagnosticata molti anni fa, correva il 1986 quando Silvia iniziò a manifestare difficoltà motorie e parestesie. La diagnosi fu delle più terribili, la donna era affetta da Sclerosi Multipla. Silvia era molto giovane, la forza che aveva dentro le disse di non abbattersi e reagire, e lo fece in maniera eccellente. Decise di trasformare la frustrazione che sentiva dentro sé stessa per un destino crudele, in una rabbia rigeneratrice e costruttiva.
Le imprese di Silvia
Silvia comincia a partecipare a moltissime maratone, tra cui alcune anche molto famose. Addirittura, in alcune raggiunge tempi che per un amatore sono incredibili, ad esempio 3h25. Se questo amatore ha in più una malattia debilitante come la Sclerosi Multipla, non si può che parlare di successo straordinario. Al suo attivo ha maratone come quella di Berlino, Venezia e Carpi. La cosa davvero stupefacente è che le ha disputate tutte nell’arco di un mese. Tra le sue imprese che hanno lasciato un ricordo indelebile nella storia, vi sono la maratona libica che si svolge nel deserto e nella quale si è anche persa, e il cammino di Santiago, una passeggiata di ben 120 km con in spalla uno zaino del peso di 10 kg.
Le difficolta di oggi
Sebbene sapesse che oramai dopo trent’anni di malattia tagliare il traguardo fosse un’impresa quasi utopica, Silvia non molla e si iscrive comunque, e alla fine ce la fa. La donna è consapevole che ad ogni maratona a cui partecipa cadrà alcune volte durante il percorso, ma si rialzerà per riprendere la sua gara personale contro la malattia e contro i pregiudizi. Quello che alimenta la voglia di andare avanti di Silvia, è quell’allenamento costante che fa ogni giorno, quell’ora di esercizio che non solo la fa stare bene fisicamente, ma che le impedisce di far sì che le difficoltà psicologiche possano avere la meglio su di lei. La sua crociata è quella contro i luoghi comuni e i pregiudizi che contraddistinguono la malattia, ovvero che chi ne è affetto è costretto all’immobilità. Provate a dirlo a Silvia….
Stefano: un male diverso, la stessa forza
Lui è Stefano Ghidotti e ha 56 anni, e come Silvia ha scelto di non cedere alla malattia e iscriversi alla Gensan Giulietta&Romeo Half Marathon. La sua storia clinica è più recente rispetto a quella di Silvia, ma non meno pesante. Infatti, anche a Stefano è stata riscontrata una malattia degenerativa, ovvero il morbo di Parkinson. La scoperta è avvenuta nel 2017 e per lui è stata una vera doccia fredda. All’inizio Stefano è stato colto da un forte senso di destabilizzazione, ma grazie al supporto di amici e familiari ha cominciato a sviluppare l’idea di trasformare la rabbia che gli è venuta dentro in qualcosa di positivo. Dunque, non si lascia sopraffare e si affida ad esperti che da tempo si occupano del morbo di Parkinson e a persone che gli stanno vicino per aiutarlo ad affrontare questa patologia: il Dott. Alberto Schivardi e un’equipe di neurologi con a capo il Dott. Enrico Alfonsi. Questo entourage lo porta a fare una scoperta che è il suo punto di forza per rimanere sempre al di sopra della malattia, ovvero che ad una maggiore intensità di allenamento corrisponde un maggiore benessere psicofisico. Se prima aveva solo la sua forza d’animo, adesso Francesco ha scoperto di avere una potente “arma” a disposizione, ovvero l’allenamento. Con esso finalmente è in grado di poter compensare il deficit motorio e non solo, anche rallentarne il decorso degenerativo. La sua partecipazione alla maratona non è stata solo una sfida a cui ha sottoposto sé stesso, ma anche un modo per lanciare un messaggio a tutti coloro che soffrono della stessa malattia. “Chi ha il morbo di Parkinson non deve mai scoraggiarsi” dice Stefano “deve riprendere in mano quelle che sono le potenzialità del proprio corpo e saper trovare la strada per tornare a sentirsi normale”.
La vittoria è l’arrivo
Silvia Furlani è partita alle 6.30 in solitaria, e dopo 6 ore esatte (ovvero alle 12.30), come promesso è giunta all’arrivo conquistando la propria vittoria personale. Anche Stefano Ghidini è giunto all’arrivo, realizzando quindi il suo desiderio di dimostrare al mondo che la malattia non può impedire di compiere un’impresa come questa.