Sclerosi dei piatti tibiali: cos’è e come si tratta
La sclerosi dei piatti tibiali è una condizione non molto conosciuta, per quanto non così rara. Come dice il nome stesso, questa patologia colpisce una delle ossa più importanti del nostro corpo, ovvero la tibia. Si tratta di un osso del ginocchio che permette la funzionalità dell’articolazione e – nel momento in cui vi siano delle condizioni patologiche – può subire delle serie limitazioni nei movimenti.
La sclerosi dei piatti tibiali si presenta quando c’è un anomalo inspessimento dei piatti stessi.
Sebbene sia più frequente nelle persone anziane, può colpire anche individui più giovani, specialmente quelli che sottopongono le proprie ginocchia a stress eccessivi, come atleti o lavoratori che svolgono attività fisiche intense.
Anatomia e fisiologia della tibia
Forse non tutti sanno che la tibia, situata nella parte anteriore della gamba, tra il ginocchio e la caviglia, è il secondo osso più grande del corpo umano dopo il femore. La sua robustezza e la sua forma allungata le permettono di sostenere il peso del corpo e la locomozione.
È nella parte superiore della tibia che troviamo i piatti tibiali, due superfici appiattite che formano l’articolazione del ginocchio insieme al femore e alla rotula. I piatti tibiali sono ricoperti da cartilagine articolare, un cuscinetto che riducendo l’attrito e assorbe gli urti.
I legamenti e i muscoli che si attaccano alla tibia contribuiscono ulteriormente alla stabilità e alla funzionalità dell’articolazione del ginocchio. In particolare, il legamento crociato anteriore e il legamento crociato posteriore sono collegati ai piatti tibiali, così da garantire la stabilità del ginocchio durante i movimenti complessi.
Con l’avanzare dell’età o a causa di traumi e sovraccarichi, la cartilagine che copre i piatti tibiali può deteriorarsi, portando a condizioni come la sclerosi.
Cos’è la sclerosi dei piatti tibiali
La sclerosi dei piatti tibiali è una condizione patologica che si verifica in risposta allo stress subito dall’articolazione oppure a causa di una degenerazione della cartilagine provocata patologie croniche come l’osteoartrosi o l’artrite reumatoide.
Infatti, questo disturbo si presenta con l’ispessimento e l’indurimento del tessuto osseo proprio come reazione alla condizione patologica del ginocchio.
In realtà, la sclerosi può essere distinta in fisiologica e patologica.
- La sclerosi fisiologica, come dice il nome stesso, non ha origine patologica, ma è generata da un normale aumento della densità ossea che si verifica con l’età o in risposta a carichi moderati e regolari, e generalmente non causa sintomi.
Al contrario, la sclerosi patologica è associata a condizioni anormali che provocano dolore e limitazioni funzionali. Quando la cartilagine che ricopre i piatti tibiali subisce una degenerazione, l’osso sottostante può aumentare la sua densità, dando vita a un processo noto come sclerosi subcondrale.
Cause e fattori di rischio
La sclerosi dei piatti tibiali può insorgere per diverse cause, spesso connesse tra loro.
- Degenerazione cartilaginea: una delle cause più comuni della sclerosi dei piatti tibiali è la degenerazione della cartilagine articolare. Con il passare del tempo o a seguito di lesioni, la cartilagine che copre i piatti tibiali può logorarsi, esponendo l’osso sottostante a carichi eccessivi. Questa esposizione induce l’osso a diventare più denso e duro nel tentativo di adattarsi e proteggersi.
- Artrite: l’artrite, in particolare l’osteoartrite, è un altro fattore importante. L’infiammazione cronica delle articolazioni porta a un deterioramento progressivo della cartilagine, causando l’ispessimento dell’osso subcondrale.
- Traumi: gli infortuni al ginocchio, come fratture o lesioni del legamento crociato, possono accelerare il processo di sclerosi. Dopo un trauma, il corpo avvia un processo di guarigione che può portare anche all’aumento della densità delle ossa nelle aree danneggiate.
Fattori di rischio
- Età: l’invecchiamento è un fattore di rischio inevitabile. Con l’età, la cartilagine articolare tende a usurarsi, aumentando il rischio di sclerosi.
- Attività fisica intensa: atleti e persone che svolgono lavori fisicamente impegnativi sono più esposti a microtraumi ripetuti, che possono danneggiare la cartilagine e portare alla sclerosi dei piatti tibiali.
- Sovrappeso e obesità: il peso corporeo in eccesso provoca un carico maggiore sulle articolazioni del ginocchio, che accelera l’usura della cartilagine e aumenta il rischio di sclerosi.
- Malattie metaboliche: condizioni come il diabete e altre malattie metaboliche possono influenzare negativamente la salute delle articolazioni.
- Predisposizione genetica: alcune persone hanno una predisposizione genetica a sviluppare malattie articolari, che può includere anche la sclerosi dei piatti tibiali.
Gestire questi fattori di rischio può ridurre le probabilità di sviluppare tale patologia. Ad esempio, mantenere un peso sano, praticare attività fisica regolare ma moderata, e proteggere le articolazioni durante l’attività sportiva o lavorativa possono aiutare a preservare la salute del ginocchio e prevenire questa condizione.
Sintomi e diagnosi
I sintomi che si presentano quando il ginocchio è colpito dalla sclerosi dell’osso tibiale possono essere diversi per intensità a seconda della gravità della condizione.
Il sintomo più frequente è il dolore, che può essere lieve e intermittente nelle fasi iniziali, ma diventa più intenso e costante con il progredire della patologia. Il dolore può accentuarsi durante l’attività fisica o dopo lunghi periodi di inattività. Spesso però può essere confuso con altri disturbi, come il menisco. La differenza principale consiste nella localizzazione del dolore, che in genere quando è dovuta alla lesione del menisco è più laterale e può essere associata a scatti.
Molte persone affette da sclerosi dei piatti tibiali, inoltre, provano una sensazione di rigidità, specialmente al mattino o dopo essere stati seduti per un lungo periodo. Questa rigidità può limitare la capacità di piegare e raddrizzare completamente il ginocchio.
L’inspessimento delle ossa genera anche infiammazione, pertanto, non è raro che vi sia gonfiore nell’area del ginocchio, che può essere accompagnato da una sensazione di calore e rossore.
Nei casi più gravi, i movimenti possono essere ostacolati e ciò può anche influire sulla capacità di svolgere attività lavorative o sportive.
Infine, durante il movimento del ginocchio, alcune persone possono avvertire rumori come scricchiolii, noti come crepitii, causati dal contatto irregolare tra le superfici articolari.
Come si diagnostica la sclerosi dei piatti tibiali
La sola sintomatologia non è sufficiente per una diagnosi accurata. Oltre all’anamnesi e all’esame obiettivo e clinico del ginocchio, saranno necessari esami radiologici, che possono includere anche la risonanza magnetica e la tomografia computerizzata, che fornisce immagini dettagliate dell’osso e delle strutture circostanti, soprattutto nei casi più complessi.
Spesso vengono prescritti anche esami di laboratorio, che possono essere utili per indagare condizioni infiammatorie o metaboliche che potrebbero essere alla base dei sintomi.
Come trattare la sclerosi dei piatti tibiali
Come per tutte le patologie articolari, i trattamenti della sclerosi dei piatti tibiali si dividono tra conservativi e chirurgici.
Quelli conservativi spesso non sono risolutivi, ma servono comunque a ridurre il dolore e l’infiammazione. I più utilizzati sono gli antinfiammatori non steroidei (FANS), meglio se ad azione locale per i ridotti effetti collaterali. Nei casi più gravi, possono essere prescritti corticosteroidi.
Anche la fisioterapia può essere molto efficace. Gli esercizi mirano a rafforzare i muscoli intorno al ginocchio, migliorare la flessibilità e ridurre la rigidità articolare.
Quando i trattamenti conservativi non sono sufficienti a controllare i sintomi, può essere necessario ricorrere alla chirurgia.
- Artroscopia: è una procedura minimamente invasiva che consente al chirurgo di visualizzare e trattare direttamente l’interno dell’articolazione del ginocchio. Può essere utilizzata per riparare o rimuovere frammenti di cartilagine danneggiata.
- Osteotomia: in alcuni casi, una parte dell’osso può essere rimossa o riallineata per ridurre il carico sulla parte danneggiata dell’articolazione del ginocchio.
- Sostituzione articolare: nei casi più gravi, può essere necessaria la sostituzione totale o parziale del ginocchio. Questa procedura comporta la rimozione delle parti danneggiate dell’articolazione e la loro sostituzione con protesi artificiali.