Rischio obesità: l’influenza delle condizioni socio economiche
Il rischio obesità rappresenta oggi un problema molto serio che non coinvolge solo i singoli individui che ne soffrono, ma che ha un impatto sociale di grande portata sulla società e sui sistemi sanitari.
L’attenzione verso questo problema è alta e le organizzazioni scientifiche che si occupano di sanità continuano a richiedere interventi seri per frenare l’avanzata di questa patologia, che colpisce trasversalmente ogni fascia di età. Tuttavia, si sta facendo ancora troppo poco, tanto che la diffusione di questa patologia non accenna ad arrestarsi, anzi la prevalenza dell’obesità è aumentata fortemente, in particolare nelle fasce più disagiate della società.
Con la pandemia, inoltre, il problema si è ulteriormente aggravato con la cosiddetta covibesity, ovvero una obesità provocata dal cambiamento di stili di vita durante il lockdown. Le restrizioni hanno, infatti, costretto le persone a trascorrere molto tempo in casa, spesso davanti uno schermo. A ciò si è aggiunta una tendenza a mangiare di più e peggio: i bambini ne sono stati maggiormente condizionati, tanto da aver preso abitudini alimentari scorrette difficili da correggere.
Ultimamente, gli studi sull’obesità si sono orientati non solo verso gli aspetti clinici, ma anche sulle dinamiche culturali, sociali e demografiche che influiscono su questa patologia e hanno svelato interessanti risvolti.
Un recente studio americano[1], pubblicato sulla rivista Obesity, avrebbe portato alla luce una correlazione tra obesità e condizioni socioeconomiche.
I determinanti sociali e la loro influenza sulla salute
Il fatto che le condizioni socioeconomiche abbiano influenza sulla salute generale dell’individuo non è una novità.
Uno studio svizzero[2] del 2018 ha messo in rilievo come le condizioni socioeconomiche incidono quasi del 20% sulla salute dell’individuo. Solo il comportamento (37,6%) e la genetica (22,10%) hanno un’influenza maggiore. Inoltre, anche le condizioni ambientali, che spesso si legano a quelle socioeconomiche, hanno un’incidenza del 9,8% sulla salute. Le cure mediche influirebbero solo all’11%.
La possibilità di accedere a cure mediche, agli esami diagnostici e alle terapie, avrebbero un’influenza minore sulla salute della popolazione rispetto a quello che si potrebbe pensare. Con ogni probabilità, sempre secondo questo studio, ciò avverrebbe in quanto le innovazioni sanitarie si realizzano nei paesi dove c’è una sufficiente crescita economica ma, grazie al progresso tecnologico, ne beneficiano anche i paesi più poveri. Tuttavia, in questi paesi è il reddito la discriminante per avere accesso sia alla prevenzione, come gli screening o i vaccini, sia alla diagnostica e alle terapie.
L’influenza delle condizioni socioeconomiche sull’obesità
Gli studi sulle dinamiche sociali legate all’obesità confermerebbero ciò che già è emerso sul legame tra determinanti sociali e salute in generale.
Negli Stati Uniti, dove è stato condotto lo studio sull’obesità, è emerso che negli ultimi 20 anni la prevalenza di obesità è aumentata ben del 40%. Ciò ha spesso un’importante associazione con altre malattie come ipertensione, ipercolesterolemia e diabete mellito, che sono i principali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari.
Fino ad ora gli studi hanno affrontato il tema dell’obesità in relazione a fattori di rischio quali l’alimentazione scorretta e la scarsa, o nulla, attività fisica. Meno conosciuto era, fino a questo studio, l’impatto dei determinanti sociali: se sono presenti dati che affrontano in modo individuale la correlazione tra tali elementi presi singolarmente, mancava uno studio a larga scala che esaminasse l’associazione tra svantaggio sociale e obesità in modo completo.
Spesso, infatti, lo svantaggio sociale, economico e culturale si sommano, influenzando il peso dei singoli determinanti sociali sul rischio obesità.
Proprio per questo motivo, lo studio ha incrociato di dati relativi a 165 mila adulti nel periodo tra il 2013 e il 2017 con le informazioni sul contesto sociale, economico e culturale ottenuti dalle rilevazioni annuali del National Center for Health Statistics (NCHS).
Ne è emerso come le classi più svantaggiate abbiano addirittura il 50% in più di probabilità di soffrire di obesità moderata e il 70% in più di obesità grave: a ciò si aggiungono altri fattori che aumentano il rischio, quali l’etnia, il genere e l’età.
Perché i determinanti sociali incidono sul rischio obesità
Quali siano esattamente i motivi per cui i determinanti sociali incidano sul rischio di obesità non è ancora del tutto chiaro. Tuttavia, vi sono delle ipotesi concrete:
- L’instabilità economica tipica di chi vive in condizioni economiche precarie avrebbe un riflesso sulla possibilità di accedere a una alimentazione sana. Infatti, le scorrette abitudini alimentari sono tra i primi fattori dell’aumento di rischio di obesità.
- Anche il fatto di abitare in quartieri più disagiati limita la disponibilità di accedere a cibi sani e di qualità mentre espone ad ambienti dove è più facile trovare junk food, come i fast food.
- Lo stress psicologico provocato dalle condizioni sociali ed economiche disagiate può favorire un comportamento alimentare scorretto e può incrementare la produzione di cortisolo, detto ormone dello stress.
- Nelle zone periferiche più disagiate sono meno disponibili aree verdi dove praticare sport o comunque, anche laddove ci sono, risultano meno fruibili a causa dell’elevato tasso di microcriminalità.
- Redditi più bassi e assenza di assicurazione sanitaria riducono la possibilità di accedere a programmi di prevenzione e cure per il contrasto dell’obesità.
[1] https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/oby.23336
[2] https://www.economiesuisse.ch/it/dossier-politica/wirtschaft-bringt-gesundheit