Riabilitazione post-operatoria: gli esercizi per gli over 65
La riabilitazione post-operatoria comprende una serie di tecniche ed esercizi che consentono al soggetto, soprattutto quando è anziano, di riprendere in breve tempo le attività consuete.
Le operazioni chirurgiche, indipendentemente dalla parte del corpo che interessano, sono sempre motivo di stress per l’organismo, in quanto alterano il normale funzionamento del corpo e obbligano all’immobilità per un certo tempo.
In particolare, i soggetti anziani hanno maggiore difficoltà nel post-operatorio, sia perché hanno tempi di recupero più lunghi rispetto a un giovane, sia perché l’organismo nelle persone anziane patisce maggiormente l’immobilità.
Per tutti questi motivi, è bene che il periodo post-operatorio venga gestito correttamente con l’ausilio di specialisti esperti nel settore.
In particolare, quando l’intervento chirurgico è di tipo ortopedico, sarà il fisioterapista ad occuparsi del recupero funzionale della parte interessata per poter riprendere la mobilità e le attività che così come si svolgevano prima dell’operazione.
Gli interventi alle articolazioni degli arti inferiori, per esempio con l’inserimento di una protesi all’anca o al femore, sono tra i più frequenti negli anziani e anche tra i più impegnativi, in quanto richiedono tempi di recupero più lunghi e una riabilitazione più impegnativa.
Riabilitazione post-operatoria: che cos’è e come funziona
La riabilitazione post-operatoria ha come obiettivo quello di permettere al soggetto di riprendere le attività nel più breve tempo possibile.
Essa comprende tutta una serie di operazioni ed esercizi che vengono prescritti dal medico o dal fisioterapista perché l’articolazione e la sua muscolatura recuperino gradualmente la mobilità senza forzare e senza andare in contrasto con il lavoro del chirurgo.
Spesso è proprio il chirurgo a indicare quali siano i livelli di carico, le tempistiche da rispettare e le precauzioni che potrebbe essere necessario adottare proprio perché a seconda del tipo di intervento svolto, delle condizioni generali del soggetto e della sua capacità di recupero potrebbe essere necessario seguire percorsi fisioterapici diversi.
I fattori di cui tenere conto durante la riabilitazione sono:
- Età e condizioni generali del paziente;
- Tipo di intervento che ha subìto;
- Condizioni generali di salute pre e post-operatorie;
- Eventuale perdita di mobilità precedente all’intervento;
- Attività svolta prima dell’intervento e, di conseguenza, obiettivi da raggiungere;
- Livelli di mobilità che il paziente desidererebbe raggiungere.
Esistono, comunque, delle linee guida per l’attivazione dell’attività post-operatoria che sono valide allo stesso modo per tutti i pazienti e per tutte le tipologie di interventi.
Come gestire la fase post-operatoria: le fasi
Nella fase post-operatoria vanno seguite alcune importanti indicazioni che valgono universalmente.
Immediatamente dopo l’intervento l’approccio dovrebbe essere sempre prudente e delicato. Sebbene possano esserci delle varianti da un paziente all’altro, in genere si prediligono le attività passive, ovvero senza pesi, che permettono di recuperare la mobilità senza forzare.
La prima fase post-operatoria
La prima fase di riabilitazione post-operatoria inizia con movimenti che coinvolgono la flessione e l’estensione, mentre andrà valutata caso per caso la possibilità di iniziare anche con la rotazione. Di solito, nelle prime sedute è il fisioterapista ad accompagnare il paziente nel movimento finché ritenga che l’esercizio possa essere svolto in autonomia.
In questa fase l’attenzione è posta sulle istruzioni che verranno date al paziente, in modo che sia in grado di comprendere autonomamente quali movimenti possa compiere e quali siano da evitare. Gli esercizi sono dosati e servono prevalentemente a evitare che l’immobilità porti all’atrofia.
La seconda fase post-operatoria
La seconda fase della riabilitazione post-operatoria, di solito, può iniziare dopo qualche settimana dopo l’intervento. Si tratta della fase che porterà al recupero fisico completo. Essa prevede l’aumento graduale del carico coinvolgendo nell’attività anche l’uso della muscolatura oltre che dell’articolazione.
Gli esercizi diventano sempre più attivi e sollecitanti e lavorano sulla forza, sulla resistenza, sulla agilità, finché il soggetto non sia in grado di riprendere le attività normali della sua quotidianità.
Questa seconda fase si può a sua volta suddividere in 3 step successivi, che però possono variare in modo sensibile, sia per tempistiche sia per modalità, a seconda del tipo di intervento subìto e delle condizioni del paziente.
- Recupero funzionale: si tratta di un blocco di trattamenti che hanno lo scopo di portare al totale recupero dell’attività articolare e della mobilità: ciò significa che il paziente riesce ad articolare il movimento senza carico e, in alcuni casi, con l’ausilio di forze esterne. Gli esercizi sono a corpo libero.
- Recupero muscolare: prevede l’aumento della forza muscolare e della resistenza. Oltre al recupero funzionale, in questa fase il paziente riesce ad articolare il movimento in autonomia e gradualmente aumentando i carichi. Gli esercizi prevedono l’utilizzo anche di elastici o di pesi leggeri.
- Recupero della totale funzionalità dell’arto: quest’ultima parte della riabilitazione è quella conclusiva, che può essere raggiunta anche a distanza di mesi. Essa prevede esercizi più complessi durante i quali il soggetto, che avrà recuperato anche la forza muscolare, incrementa anche l’equilibrio e la capacità di percepire sé stesso nello spazio (propriocezione), con l’obiettivo di prevenire infortuni e cadute accidentali.