Le proprietà benefiche degli oli essenziali
L’interesse nei confronti degli oli essenziali, negli ultimi anni, è aumentato sensibilmente, soprattutto da parte di quelle persone che sono attente alla salute e al benessere.
Gli oli essenziali, estratti da piante, erbe e fiori, non solo sono apprezzati nell’ambiente domestico per la loro capacità di donare una profumazione gradevole, ma oggi vengono utilizzati anche per trattare alcuni disturbi fisici e per migliorare il benessere generale.
Da una parte, infatti, possono essere utili agli sportivi che cercano soluzioni naturali per il recupero muscolare, dall’altra agli anziani per alleviare dolori legati all’età.
Cosa sono gli oli essenziali?
Gli oli essenziali sono degli estratti concentrati ottenuti dai fiori, dalle foglie, dalla corteccia o da altre parti delle piante. Nelle piante, infatti, sono presenti dei composti aromatici volatili che le piante stesse utilizzano per difendersi dai predatori – siano essi patogeni, insetti o animali – e per favorire l’impollinazione, favorendo la sopravvivenza della specie.
La loro storia è molto antica: ci sono testimonianze del loro utilizzo in civiltà antichissime, come quella egiziana, cinese e indiana. Venivano utilizzati prevalentemente per la loro funzione medicinale, ma anche per riti religiosi e nel culto dei morti.
Già gli antichi, infatti, erano a conoscenza del fatto che questi oli fossero benefici, benché non ne conoscessero il motivo. Infatti, gli oli essenziali sono ricchi di principi attivi: chimicamente, sono composti da sostanze come terpeni, ossidi, alcoli, fenoli, aldeidi e chetoni, che insieme formano un potente mix capace di influenzare positivamente il corpo e la mente.
L’efficacia degli oli essenziali oggi è riconosciuta, tanto che sono oggetto di numerosi studi scientifici, i quali cercano di capire meglio il loro potenziale benefico in ambito medico e terapeutico.
Come si estraggono gli oli essenziali
Gli oli essenziali vengono estratti dalle piante attraverso due metodi: la distillazione a vapore e la spremitura a freddo.
Nel primo caso, che è anche il metodo più conosciuto ed utilizzato, il vapore passa attraverso il materiale vegetale aiutando a liberare l’olio essenziale. Queste sostanze non si legano con l’acqua per cui, quando si raffreddano, si dividono naturalmente dall’acqua e si condensano formando un liquido denso. La distillazione a vapore viene usata per la maggior parte delle piante e dà risultati molto buoni.
Il secondo metodo, la spremitura a freddo, viene invece utilizzata per creare oli essenziali dagli agrumi. Le bucce vengono pressate meccanicamente, in modo che se ne ottenga l’olio tramite la schiacciatura.
Con entrambi i metodi si mantiene l’integrità chimica degli estratti della pianta, così da conservarne anche le proprietà benefiche.
Proprietà e benefici degli oli essenziali
Gli oli essenziali, ricchi di principi attivi, sono apprezzati per un’ampia gamma di proprietà terapeutiche. Studi hanno dimostrato[1] che hanno la funzione di inibire la proliferazione di microrganismi patogeni, prevengono la formazione di radicali liberi, agiscono come antiossidanti naturali, presentano effetti antitumorali nel microbiota intestinale e contribuiscono alla conservazione dei cibi. Pertanto, vengono utilizzati come antinfiammatori naturali, antibatterici antifungini e analgesici.
Ogni estratto, poi, ha caratteristiche proprie: per esempio, l’olio di lavanda è noto per le sue capacità di alleviare lo stress e migliorare il sonno, mentre l’olio di eucalipto è spesso usato per le sue proprietà espettoranti e decongestionanti, ideali per alleviare i sintomi di raffreddore e influenze.
Benefici degli oli essenziali per gli sportivi
Per gli atleti, gli oli essenziali offrono un valido aiuto nella gestione del dolore e nella accelerazione dei processi di recupero.
L’olio di menta piperita, ad esempio, è stato studiato per la sua capacità di ridurre il dolore muscolare quando applicato localmente.
Inoltre, consumato assieme ad acqua può migliorare la prestazione sportiva[2], probabilmente grazie alla capacità di favorire il rilassamento della muscolatura liscia dei bronchi e di aumentare la ventilazione.
Benefici per gli anziani
Nel caso degli anziani, gli oli essenziali possono essere particolarmente utili nel mitigare i disturbi legati all’età, come l’artrite e l’insonnia, tanto più che non hanno particolari effetti collaterali.
L’olio di rosmarino, per esempio, è noto per le sue proprietà analgesiche, antinfiammatorie, antispasmodiche che possono aiutare a ridurre il dolore articolare[3]. Gli studi[4] sull’efficacia di tale estratto per l’osteoartrosi hanno mostrato miglioramenti per quanto riguarda il dolore, ma non risultati apprezzabili riguardo alla rigidità e alla funzionalità articolare.
L’olio di lavanda, grazie alle sue proprietà calmanti, è spesso raccomandato per migliorare la qualità del sonno negli anziani, tanto più che offre un’alternativa naturale ai sonniferi tradizionali. Quest’olio viene anche consigliato, in generale, per le persone che soffrono d’ansia.
Controindicazioni degli oli essenziali
Nonostante gli oli essenziali siano risorse naturali con numerosi benefici, è importante essere consapevoli delle possibili controindicazioni e usare cautela nel loro impiego. La loro alta concentrazione, infatti, può provocare sensibilizzazione, specialmente se usati molto di frequente o se non diluiti adeguatamente. Per esempio, oli come quello di bergamotto possono aumentare la sensibilità della pelle al sole, portando a scottature o eruzioni cutanee se ci si espone a raggi UV dopo l’applicazione. Chi soffre di allergie dovrebbe sempre testare l’olio in quantità molto contenute e valutarne gli effetti.
Inoltre, alcuni oli essenziali possono interagire con alcuni farmaci, mentre altri sono sconsigliati in gravidanza, durante l’allattamento o in presenza di condizioni mediche specifiche come l’epilessia. Prima di iniziare trattamenti con oli essenziali, soprattutto per gli anziani o chi segue terapie farmacologiche, è bene consultare il proprio medico.
[1] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC10905622/
[2] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3607906/
[3] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7491497/
[4] https://johe.rums.ac.ir/article-1-544-en.html