Novel food: cosa sono e come stanno cambiando la nostra alimentazione
Negli ultimi anni, l’alimentazione sta cambiando sotto diversi punti di vista. Da una parte, nuove mode hanno portato sulle nostre tavole cibi appartenenti ad altre culture, favoriti dalla globalizzazione. Dall’altra, la produzione industriale ha spinto verso la diffusione di alimenti ultra-processati, pratici da utilizzare ma non sempre così sani per la salute e per l’ambiente. A tutto ciò si aggiungono nuovi modi di produrre e consumare cibo, che hanno dato vita all’introduzione dei cosiddetti novel food.
Ma cosa si intende con questo termine che sta, lentamente, diventando ricorrente? E perché dovremmo prestare attenzione a questi nuovi alimenti?
Che cosa sono i novel food?
I novel food, o cibi nuovi, sono, di fatto, alimenti e ingredienti nuovi.
La definizione di novel food è stata inserita per la prima volta nel Regolamento (CE) n. 258/97 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 gennaio 1997. Questo regolamento definisce i novel food come alimenti e ingredienti alimentari che non erano consumati in misura significativa prima del 15 maggio 1997 nell’Unione Europea.
Si tratta di una vasta gamma di alimenti, spesso frutto di nuove tecnologie o di innovazioni, che avrebbero come finalità non solo quella di soddisfare le esigenze nutrizionali, ma anche di affrontare alcune delle problematiche più preoccupanti del nostro tempo, come la sostenibilità ambientale e la salute globale.
Inoltre, la definizione di novel food include anche alimenti ottenuti attraverso nuovi processi di produzione che possono alterare la struttura o la composizione di un alimento in modo tale da influenzarne il valore nutrizionale, il metabolismo o il livello di contaminanti.
Tipologie di novel food
All’interno della grande categoria dei novel food si possono, pertanto, trovare alimenti anche molto diversi tra di loro.
- Alimenti innovativi: sono alimenti completamente nuovi o innovativi, che si caratterizzano per i loro metodi di produzione, ingredienti o benefici per la salute. Ad esempio, gli alimenti creati mediante biotecnologie o nuovi metodi di coltivazione possono rientrare in questa categoria.
- Nuovi ingredienti: ingredienti nuovi, per esempio, estratti vegetali o proteine alternative, come quelle derivate dagli insetti o dalle alghe. Questi ingredienti possono offrire nuove fonti di nutrienti o proprietà funzionali specifiche.
- Alimenti tradizionali da paesi terzi: anche in questo caso si tratta di alimenti nuovi solo per la nostra parte del mondo. Sono, infatti, alimenti tradizionali provenienti da paesi al di fuori dell’Unione Europea, che qui non erano comunemente consumati prima del 1997. Un esempio può essere il baobab, un frutto ampiamente consumato in Africa ma poco conosciuto in Europa fino a tempi recenti.
- Alimenti con nuove strutture o composizioni: alimenti che hanno subito modifiche significative nella loro struttura o composizione chimica attraverso nuovi processi di produzione. Questo può includere, ad esempio, oli vegetali modificati o alimenti con nanoparticelle.
Sicurezza e regolamentazione
Proprio perché gli alimenti nuovi possono portare con sé criticità per la salute sia per l’alimento in sé sia per il metodo di produzione, prima che un novel food possa essere immesso sul mercato, deve essere approvato tramite un processo con una rigorosa valutazione della sicurezza condotta dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA).
La EFSA esamina le prove scientifiche che devono essere presentate prima della commercializzazione per determinare se il novel food è sicuro per il consumo umano. Ciò implica un accurato esame della tossicità, del rischio di presenza di allergeni, e della composizione nutrizionale.
Inoltre, come avviene anche per gli altri alimenti, questi nuovi alimenti devono essere tracciabili attraverso la catena di produzione e distribuzione per garantire la sicurezza e la possibilità di intervento in caso di problemi. Infine, devono essere etichettati in modo chiaro al fine di informare i consumatori sulla loro natura e sulle loro caratteristiche particolari.
Novel food: fanno bene alla salute?
Sebbene stiano diventando sempre più popolari, almeno tra una fascia della popolazione che si dichiara attenta alla salute e all’ambiente, c’è anche chi si proclama più scettico e chi li considera addirittura un’aberrazione culinaria contraria alle nostre tradizioni.
Orientarsi tra le varie proposte alimentari e le varie opinioni diventa sempre più difficile anche a causa di una informazione mediatica confusa e, talvolta, tendenziosa.
Gli aspetti più discussi dei novel food non riguardano solo la sicurezza ma anche la loro possibile capacità di essere benefici la salute. Alcuni di questi alimenti, come le farine di insetti, sono particolarmente ricchi di proteine, vitamine e minerali. Ad esempio, le farine di grilli e locuste contengono un alto contenuto proteico, superiore a quello di molte fonti proteiche tradizionali, insieme a una buona quantità di acidi grassi omega-3, fibre e micronutrienti essenziali come ferro e zinco.
Gli alimenti derivati dalle alghe sono noti per il loro contenuto di antiossidanti, vitamine e minerali e possono contribuire a migliorare la salute cardiovascolare e a rinforzare il sistema immunitario.
Tuttavia, non tutti sono convinti dei benefici dei novel food. Alcuni esperti sottolineano la necessità di ulteriori studi a lungo termine per valutare gli effetti sulla salute umana. Ad esempio, mentre le farine di insetti sono generalmente considerate sicure, potrebbero causare reazioni allergiche in individui sensibili ai crostacei, data la somiglianza delle proteine. Inoltre, c’è chi sostiene che, al pari di ciò che avviene per i superfood, siano una trovata pubblicitaria e che l’apporto nutritivo, per quanto reale, non sia così determinante.
La polemica sulle farine di insetti in Italia
Di recente, in Italia, la commercializzazione di prodotti a base di farine di insetti ha generato numerose polemiche. Il 29 dicembre 2023, il governo italiano ha pubblicato quattro decreti ministeriali che regolamentano l’etichettatura e la vendita di questi prodotti. Le nuove normative richiedono che gli alimenti contenenti farine di insetti siano chiaramente etichettati con informazioni dettagliate sulla tipologia di insetto, quantità utilizzate, paese d’origine e possibili rischi allergenici. Inoltre, questi prodotti devono essere venduti in comparti separati nei supermercati.
Questa regolamentazione è stata introdotta per garantire trasparenza e sicurezza ai consumatori, permettendo loro di fare scelte informate. Tuttavia, ha sollevato critiche per la percepita discriminazione commerciale che potrebbe penalizzare i produttori di alimenti a base di insetti, i quali potrebbero vedere i loro prodotti confinati in spazi separati e meno accessibili nei punti vendita.
A livello europeo, l’uso di farine di insetti è stato autorizzato già nel 2018, e ampliato con i Regolamenti 2023/5 e 2023/58 della Commissione Europea, che hanno approvato quattro tipologie di insetti: tarme della farina (Tenebrio molitor), locuste migratorie (Locusta migratoria), grillo domestico (Acheta domesticus) e larve del verme della farina minore (Alphitobus diaperinus). Questi ultimi due possono essere utilizzati in vari prodotti alimentari, come pane, pasta, biscotti e barrette. Le nuove regolamentazioni italiane recepiscono quelle europee, aggiungendo ulteriori obblighi di etichettatura e separazione dei prodotti per rispondere alle specificità del mercato italiano e alla sensibilità dei consumatori locali.