Integratori alimentari e farmaci: che differenza c’è?
Sono molte le persone che utilizzano integratori alimentari per migliorare le loro condizioni di salute, con l’intento di potenziare le difese immunitarie o quando si sentono deboli e affaticate. Tuttavia, spesso accade che questi prodotti vengano assunti senza il parere del medico e con aspettative diverse da ciò che queste sostanze possono offrire.
Sebbene si parli spesso di queste sostanze, non a tutti è chiara la differenza tra farmaci e integratori alimentari. Infatti, si tratta di due prodotti diversi che devono essere utilizzati con uno scopo diverso.
Conoscere le caratteristiche specifiche di entrambi è importante per sapere come si possono assumere, in quanto entrambi, se non vengono somministrati nella maniera corretta e con un obiettivo adeguato alla loro funzione, rischiano di essere controproducenti.
Che cosa sono gli integratori alimentari e le loro differenze con i farmaci
Gli integratori alimentari, come dice il nome stesso, sono specifici per l’integrazione della dieta. Servono cioè a integrare alcune sostanze che non possono essere assunte in modo sufficiente attraverso la dieta. Tuttavia, gli integratori non hanno delle vere e proprie proprietà terapeutiche e non sono sufficienti a prevenire o a curare le malattie.
I farmaci, o medicinali, invece, sono quelle sostanze che vengono somministrate dietro indicazione medica per prevenire alcune patologie o per curarle via nel caso in cui si fossero già presentate.
Gli integratori alimentari inoltre non sono sufficienti a sostituire alcun tipo di dieta: la dieta alimentare deve essere sempre varia e completa, in modo tale che tutti i nutrienti necessari vengono assunti tramite essa. Tuttavia, ci sono dei casi specifici in cui gli alimenti non sono sufficienti a fornire tutte le sostanze necessarie e vanno integrati con integratori alimentari.
Ciò può avvenire sia perché il soggetto non riesce a elaborare queste sostanze nel modo corretto oppure perché sono le sostanze stesse ad essere difficilmente assunte tramite i cibi, come avviene nel caso della vitamina D.
Sono, per esempio, quei casi in cui il soggetto sceglie una particolare dieta alimentare, come i vegetariani, i quali evitando la carne potrebbero avere delle carenze di vitamine B12. Nel caso in cui si presentasse effettivamente una carenza, il medico può prescrivere un’integrazione di questa vitamina: pertanto, l’integrazione alimentare non deve essere fatta a caso né in autonomia: è sempre meglio chiedere consiglio al proprio medico o al proprio nutrizionista in quanto, sebbene non siano dei farmaci, gli integratori alimentari assunti in maniera scorretta possono essere dannosi per la salute.
I farmaci, o medicinali, invece, sono quelle sostanze che vengono somministrate dietro indicazione medica per prevenire alcune patologie o per curarle nel caso in cui si fossero già state diagnosticate.
Come acquistare gli integratori alimentari
Gli integratori alimentari possono essere acquistati piuttosto facilmente. Secondo la legge, infatti, possono essere commercializzati non solo in farmacia e in parafarmacia, ma anche in negozi come l’erboristeria nei supermercati e persino on-line.
Sebbene da una parte questo renda l’assunzione e l’acquisto molto semplici, tali prodotti dovrebbero essere acquistati solo dopo essere stati consigliati da un esperto. Inoltre, se vengono acquistati su internet va sempre considerata la provenienza dell’integratore: potrebbero essere di provenienza estera. Poiché non in tutti i paesi c’è la stessa normativa che è presente in Italia e che garantisce una sicurezza del prodotto, è bene accertarsi che siano prodotti sicuri.
In Italia, infatti, per poter essere commercializzati devono superare la valutazione del Ministero della Salute che ne controlla la conformità prima di autorizzare l’introduzione sul mercato. La classificazione degli integratori alimentari è disciplinata dal decreto legislativo n. 169/04, il quale stabilisce la finalità degli integratori, ovvero l’integrazione della dieta con effetto nutritivo o fisiologico, e regola l’immissione in commercio.
Anche la procedura con cui vengono autorizzati gli integratori è un elemento distintivo dai farmaci. Questi, infatti, vengono approvati solo dopo un processo che comprende 4 fasi: ricerca scientifica, sperimentazione non clinica, sperimentazione clinica e sorveglianza.
I principi attivi di farmaci e integratori
Talvolta può accadere che un farmaco e un integratore abbiano lo stesso principio attivo. Si tratta di casi rari, ma che possono verificarsi, come per esempio avviene per l’acido folico.
Questa sostanza è un integratore alimentare, in quanto i folati sono difficili da introdurre solamente con la dieta. In molte persone, soprattutto tra gli anziani, si può riscontrare una carenza di acido folico che può portare a una riduzione della produzione di globuli rossi e conseguente anemia. Per questo spesso questo integratore viene consigliato per arricchire la dieta.
Tuttavia, questa carenza nelle donne in gravidanza può essere un fattore di rischio per lo sviluppo di difetti del tubo neuronale del feto, con conseguenze anche gravi nel nascituro. In questo caso, non è strano che l’integrazione di acido folico avvenga tramite un farmaco che avrà lo stesso principio attivo ma con un dosaggio superiore.
Infine, sempre per integrare questa sostanza, esistono persino cibi, come i cereali, arricchiti di acido folico che, pur non essendo né integratori né farmaci svolgono una funzione simile, seppure con effetti più blandi.