I grandi campioni di solidarietà: quando gli sportivi gareggiano in beneficenza
Sport e beneficenza vanno da sempre a braccetto. Si sa che lo sport dovrebbe portare con sé tutta una serie di valori che vanno dall’eticità alla sportività, ma anche l’attenzione verso il prossimo.
Se è vero che la sovraesposizione mediatica, le richieste degli sponsor e la posta in palio spesso fanno emergere solo l’aspetto più strettamente legato alle performance dei campioni sportivi e al desiderio di primeggiare, è altrettanto vero che ci sono molti personaggi sportivi fortemente impegnati nella beneficenza e nella solidarietà.
Da Ronaldo a Neymar, da Serena Williams a John Cena, gli sportivi illustri di tutto il mondo non vogliono primeggiare solo durante le competizioni, ma anche in beneficenza.
Perché gli sportivi fanno beneficenza
La domanda sorge spontanea: da dove nasce il legame così intenso tra sport e beneficenza, tale da spingere gli atleti di varie discipline sportive a fare importanti donazioni?
I motivi sono probabilmente parecchi: è fuori di dubbio, infatti, che valori come l’altruismo siano alla base dell’etica sportiva, anche se spesso il mondo degli sport che contano sembra più interessato a meri interessi economici.
Fa piacere, dunque, a qualsiasi appassionato di sport sapere che i propri beniamini non sono solo attenti al lucro e all’interesse personale, ma si dedicano anche a chi è meno fortunato.
Spesso la molla è un desiderio di riscatto: molti sono gli sportivi di umili origini, riusciti a raggiungere il successo grazie al proprio talento che non dimenticano il passato e cercano di aiutare i più deboli e meno fortunati. È il caso di Cristiano Ronaldo, nato e cresciuto in un ambiente difficile, da cui si è staccato a soli 13 anni per andare a giocare nello Sporting Lisbona. O quello di Neymar jr., che ha creato una fondazione che si occupa dei bambini di Praia Grande, città nello stato di San Paolo, di cui lui stesso è originario.
Del resto, l’aspetto ludico dello sport si lega al desiderio di tornare bambini: forse per questo gli sportivi si mostrano così sensibili con i loro piccoli fan, negli occhi dei quali ritrovano la loro infanzia, non sempre spensierata.
La grande disponibilità economica, il riflesso mediatico e il coinvolgimento che gli sport popolari hanno verso il pubblico sono altri elementi da non sottovalutare in relazione alle donazioni degli sportivi.
Chi sono gli sportivi che fanno beneficenza
Vengono dal mondo del calcio, dal basket, dall’atletica e dal tennis, ma non solo. Sono famosi e conosciuti, oppure meno noti. Sono uomini e donne, giovanissimi e meno giovani.
Alcuni prestano il loro nome per raccolte fondi, altri sono ambasciatori di enti di primissimo piano come l’Unicef, altri ancora devolvono una parte dei loro guadagni a enti benefici. Ci sono poi coloro che creano vere e proprie fondazioni e altri che versano il loro denaro in azioni umanitarie.
La Fondazione Cannavaro Ferrara, per esempio, costituita dai due fratelli Cannavaro assieme a Ciro Ferrara, raccoglie fondi e lavora con le associazioni della provincia di Napoli per combattere il disagio minorile.
A livello internazionale, invece, è stato creato recentemente dal calciatore spagnolo Juan Mata il progetto Common Goal, attraverso il quale i giocatori ed allenatori versano una quota del loro stipendio (l’1% lordo) per associazioni benefiche legate al mondo del calcio. Tra i professionisti che hanno già aderito, ci sono Giorgio Chiellini, Juergen Klopp e Kasper Schmeichel, ma anche personaggi come il presidente Uefa Aleksander Čeferin, lo youtuber Vinsky e il direttore sportivo del Bayer Monaco di calcio femminile Bianca Rech.
Tra gli ambasciatori Unicef più noti e particolarmente attivi nel prestare la loro immagine e il loro nome nelle raccolte fondi, ci sono calciatori come Francesco Totti, Lionel Messi e Marcel Desailly, tennisti come la famosissima Serena Williams, il cestista statunitense Tyson Chandler, ciclisti come Nairo Quintana o pattinatori come la sudcoreana Yuna Kim.
John Cena, invece, superstar nel mondo del Wrestling, si è mostrato particolarmente generoso grazie ai suoi numerosi contributi: pare che abbia sovvenzionato moltissimi progetti nella lista Make-a-wish, il portale che raccoglie fondi per finanziare la realizzazione dei desideri di bambini gravemente malati. Ma non solo: ha attivamente contribuito alla raccolta fondi per l’organizzazione Susan G. Komen, in prima linea nella lotta contro i tumori al seno.
Esistono poi fondazioni che hanno come obiettivo il sostegno alla ricerca scientifica. È il caso della Fondazione Vialli e Mauro e della Fondazione Borgonovo, entrambe attive nella ricerca scientifica contro la Sclerosi Laterale Amiotrofica.
Questa malattia, che ha percentualmente una notevole incidenza nei confronti di sportivi, è proprio la malattia che ha colpito Stefano Borgonovo, ex giocatore di Fiorentina e Milan. Borgonovo, assieme alla sua famiglia, dedicò gli ultimi anni della sua vita proprio alla creazione di una fondazione che si impegnasse nella ricerca della malattia che l’aveva colpito, per poter dare una speranza futura i giovani malati di SLA.
L’importanza della beneficenza da parte dei personaggi dello sport
Al di là del puro aspetto economico, il fatto che personaggi del mondo dello sport dedichino parte delle loro finanze e del loro tempo per impegnarsi nella solidarietà è socialmente molto importante.
Per quanto non tutti amino mettere in mostra i propri gesti altruisti, è pur vero che la risonanza mediatica coinvolge facilmente i supporter, contribuendo a portare alla luce situazioni di bisogno.
L’interesse dei propri idoli sportivi verso una determinata causa rende più facile l’approccio verso quella stessa causa, andando a rompere il muro della diffidenza. È indubbio che per una organizzazione avere come testimonial personaggi del mondo dello sport è un vantaggio che travalica il mero incasso economico.
Ecco perché anche le partite del cuore, in cui spesso si cimentano anche personaggi del mondo dello spettacolo, come la Nazionale Cantanti, o vecchie glorie del passato sono un bel esempio di sport al servizio della collettività.
Credits: Photo by pressfoto / Freepik