Educazione alimentare: perché è così importante
Oggi nelle scuole, così come attraverso le istituzioni ufficiali si parla sempre più spesso di educazione alimentare.
Se un tempo l’alimentazione era fortemente condizionata dalle possibilità contingenti, economiche e sociali, oggi l’ampia scelta di cibi che le gran parte delle famiglie ha a disposizione impone di conoscere l’importanza di una dieta salutare e di fornire ai più giovani un percorso attraverso il quale comprendere come alimentarsi correttamente.
Che cos’è l’educazione alimentare
Gli stili di vita sani sono alla base di una buona salute: poiché i comportamenti alimentari si imparano fin dall’infanzia, è fondamentale che le famiglie vengano supportate nell’educazione verso una buona alimentazione.
Pertanto, quando si fa riferimento al concetto di educazione alimentare si parla di un insieme di regole di comportamento che permettano prima di tutto di avere una dieta sana, quindi, di instaurare un rapporto corretto con il cibo.
Un ulteriore aspetto da non trascurare è rappresentato anche dalla sostenibilità ambientale: infatti, fare scelte consapevoli nella scelta dei cibi da consumare ha come conseguenza positiva la sostenibilità ambientale.
Per educare i bambini verso la corretta alimentazione possono essere messe in atto strategie costruite attraverso la sensibilizzazione e la consapevolezza.
Le linee guida del MIUR per l’educazione alimentare
Il MIUR (Ministero dell’Istruzione e del Merito) ha diffuso delle linee guida in relazione all’educazione alimentare seguendo le indicazioni dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità).
Sebbene sia innegabile che negli ultimi quarant’anni le scelte alimentari siano influenzate positivamente da una crescente attenzione verso la salute, l’etica, la tradizione cultura e il rispetto del territorio, rimangono comunque ancora troppo frequenti abitudini alimentari che possono avere conseguenze negative, specialmente tra i giovani.
In particolare, la dipendenza da alimenti pronti al consumo, tra cui cibi ultra-processati, la sregolatezza dei pasti e l’abitudine a consumare piatti fuori casa senza la possibilità di valutare la bontà degli ingredienti sono comportamenti che possono portare non solo a una minore consapevolezza di ciò che si mangia, ma anche a sovrappeso e obesità.
Pertanto, la scuola si presenta come luogo privilegiato per trasmettere messaggi positivi in relazione alle scelte alimentari, tramite l’esempio, progetti e pratiche positive.
Gli obiettivi dell’educazione alimentare nella scuola
Le linee guida del MIUR evidenziano una serie di obiettivi che interessano sia la sfera legata alla salute fisica sia la sfera psicologica:
- aumentare la consapevolezza di ciò che si consuma, in modo da creare una vera e propria coscienza alimentare;
- incentivare la scelta di comportamenti alimentari sani: ciò implica l’utilizzo di metodologie didattiche innovative in grado di coinvolgere gli studenti e di diffondere la conoscenza di produzioni alimentari etiche, legate al territorio e sostenibili;
- favorire la conoscenza dei diversi sistemi alimentari, analizzando le relazioni tra aziende produttrici e metodi di distribuzione;
- favorire l’educazione alimentare attraverso l’utilizzo di competenze trasversali nelle varie materie di studio, come le scienze, la storia, la geografia, l’arte, etc.
- promuovere il concetto di cibo come elemento della socialità, in modo tale che possa essere interpretato come momento di condivisione e di gioia.
Regole per un’educazione alimentare corretta
Per promuovere una corretta educazione alimentare, è utile seguire alcune regole fondamentali che aiutano a instaurare abitudini sane e sostenibili.
Varietà nella dieta e porzioni adeguate: assicurarsi di consumare una vasta gamma di alimenti per garantire l’apporto di tutti i nutrienti necessari. Non dovrebbero mai mancare frutta, verdura, cereali integrali, proteine magre e latticini a basso contenuto di grassi. La varietà non deve riguardare solo i tipi di alimenti ma anche le quantità. La piramide alimentare è uno schema a lungo utilizzato per rappresentare graficamente il rapporto tra quantità e tipologie di alimenti da assumere. In questo modo è più semplice bilanciare i nutrienti per evitare eccessi calorici. Tuttavia, oggi lo schema della piramide così come proposto inizialmente risulta superato, specialmente per quanto riguarda i cibi da consumare tutti i giorni, come pane, pasta, etc. Si preferisce una rappresentazione grafica come quella del piatto di Harvard, che distribuisce più opportunamente le quantità: metà piatto deve essere composto da frutta e verdura, con la prevalenza alla verdura, e l’altra metà piatto in uguale misura da carboidrati e proteine. I carboidrati dovrebbero però essere composti da farine integrali. I carboidrati raffinati, infatti, aumentano il livello di glucosio nel sangue più di quelli integrali ed eliminano le sostanze benefiche contenute nel germe della crusca.
Un maggiore riequilibrio in questo senso, che comprende anche la riduzione di frutta, ricca di zuccheri, a favore delle verdure, può essere utile anche a contrastare la crescente ondata commerciale proteica che sfrutta la presa di coscienza delle persone dei rischi legati agli elevati contenuti di zuccheri nei carboidrati.
Evitare cibi ultra-processati: limitare il consumo di cibi ultra-processati ricchi di zuccheri aggiunti, grassi saturi, e sale. Questi tipi di alimenti, diffusosi molto rapidamente per la loro praticità, se consumati molto frequentemente possono essere dannosi per la salute. Per questo motivo, è preferibile scegliere alimenti freschi e minimamente processati.
Idratazione adeguata: per una buona salute generale è consigliato bere molta acqua durante il giorno, almeno 1,5 litri, e limitare il consumo di bevande zuccherate e gassate. I ragazzi dovrebbero essere informati sull’importanza dell’idratazione non solo per il benessere fisico, ma anche per quello mentale.
Regolarità dei pasti: mantenere un ritmo regolare nei pasti principali (colazione, pranzo e cena) e includere spuntini salutari aiuta a regolare il metabolismo. È bene trasmettere il concetto secondo il quale saltare i pasti non serve per perdere peso, anzi, può essere controproducente in quanto altera il metabolismo. La colazione, in particolare, è fondamentale per iniziare la giornata con energia.
Consapevolezza e lentezza nel mangiare: mangiare lentamente e con consapevolezza, dedicando tempo sufficiente ai pasti aiuta a migliorare la digestione e a riconoscere meglio i segnali di sazietà. Durante i pasti l’ambiente dovrebbe essere sereno e senza distrazioni, in particolare televisore e dispositivi elettronici dovrebbero stare spenti.
Preferire alimenti stagionali e locali: scegliere frutta e verdura di stagione, preferibilmente prodotta localmente, garantisce una maggiore freschezza e qualità. Inoltre, favorisce l’economia locale e riduce l’impatto ambientale.
Ridurre gli sprechi alimentari: pianificare i pasti e utilizzare le risorse alimentari in modo efficiente per ridurre gli sprechi è una delle norme comportamentali a cui si pensa meno, ma molto importante. Ciò ha risvolti importanti anche in relazione alla questione ambientale, in quanto consente ai bambini di imparare a non sprecare il cibo e di utilizzare gli avanzi in modo creativo.
Educare attraverso l’esempio: gli adulti devono essere modelli di comportamento per i bambini, mostrando abitudini alimentari sane per aiutare i più giovani a seguirle. Coinvolgere i bambini nella preparazione dei pasti può farli sentire parte del processo e aumentare la loro consapevolezza alimentare.
Considerare aspetti culturali e sociali del cibo: valorizzare le tradizioni culinarie e le ricette locali, integrandole in una dieta equilibrata, è senza dubbio un metodo per educare alla socialità del cibo. Utilizzare i pasti come momenti di condivisione e gioia rafforza i legami familiari e sociali con risvolti positivi sul benessere di tutta la famiglia.