Doping nel ciclismo: Breve storia e performance a confronto
Già nei primi decenni del Novecento taluni corridori facevano ricorso a stimolanti al fine di ridurre la sensazione di fatica: le sostanze più utilizzate erano gli estratti di coca, oppure bevande a base di solfato di stricnina, quando non addirittura iniezioni di canfora.
Già in una sei giorni ciclistica del 1879 i corridori usarono caffeina, zucchero disciolto in etere ed altre bevande a base di alcool e di nitroglicerina, sulla base della sua attività coronarodilatatrice con la supposizione che aumentasse la portata cardiaca.
Nel secondo dopoguerra, si diffusero le amfetamine, ma allora non veniva considerata una pratica eticamente scorretta: Coppi e Bartali, al Musichiere, si potevano permettere di farne pubblicamente dell’ironia.
L’abuso di certe sostanze, però, causava anche tragedie: nel 1960, il ciclista danese Kunt Jensen ebbe un collasso e morì ai Giochi olimpici di Roma durante la prova a squadre in seguito all’ingestione di amfetamine e di acido nicotinico.
Il caso più drammatico accadde nel 1967, quando tutto il mondo vide la morte in diretta di Tom Simpson sulle Mont Ventoux, durante una tappa del Tour de France. Nelle tasche del corridore britannico furono trovate confezioni di amfetamine.
Da quel giorno i controlli antidoping divennero la regola nel ciclismo: la mattina del 2 giugno 1969, al Giro d’Italia, Eddy Merckx, saldamente in maglia rosa, viene fermato e squalificato per positività alla fencamfamina. Fu il primo grande scandalo doping nel ciclismo.
Quindi dagli anni Settanta i farmaci steroidi e corticoidi, agendo su muscoli e sui tessuti connettivi, aumentavano la forza e riducevano i tempi di recupero; negli anni Ottanta si scoprono le proprietà “sportive” dell’Eretropoietina (EPO), un ormone che incrementa la capacità di trasportare ossigeno, aumenta il picco di forza del 12-15%, accrescendo la resistenza e si stima che questa sostanza migliori la prestazione attorno al 5%, vale a dire la differenza tra il vincitore del Tour De France e uno che arriva in mezzo al gruppo.
Trai il 1980 e il 1990 la velocità media del Tour de France era di 37 Km/h, nel 2005 arrivava a 41,6 km/h e nel 2011 il miglior tempo è stato di 41,21 km/h : dopo gli scandali del doping nel ciclismo, e i più oculati controlli, i tempi si sono ridimensionati.