Dolori muscolari ed età: c’è una correlazione?
I dolori muscolari, detti anche mialgie, sono dei disturbi piuttosto frequenti e possono avere svariate cause, sia traumatiche sia sistemiche.
Talvolta è sufficiente un eccessivo sforzo muscolare per provocare dolori ai muscoli, che possono interessare un solo distretto muscolare oppure colpire più aree. A seconda dell’entità dello sforzo, può originarsi un vero e proprio trauma. In altri casi, invece, il dolore muscolare può essere originato dalla presenza di altre patologie croniche, come l’osteoartrosi.
Infine, le posture errate e la sedentarietà costituiscono stili di vita scorretti che possono influire negativamente sulla struttura muscolo scheletrica provocando rigidità e dolore diffuso.
Posto che i dolori muscolari possono colpire indistintamente tutte le fasce di età, soprattutto quelli di tipo traumatico, è altrettanto vero che a seconda della fascia di età possono insorgere da cause diverse.
Dolori muscolari nei bambini: i dolori della crescita
Non è raro che i bambini, in particolare nella fascia di età compresa tra i 4 e i 12 anni, siano colpiti da dolori muscolari talvolta anche piuttosto intensi. Nella maggior parte dei casi si tratta dei cosiddetti dolori della crescita.
Secondo gli esperti questo tipo di dolore muscolare interessa una percentuale compresa tra i 10% e i 20% dei bambini nell’età della crescita e colpisce prevalentemente le gambe, in particolare il ginocchio e l’articolazione del piede. In alcuni casi, tuttavia, interessa anche le braccia, in particolare il gomito.
Il cosiddetto growing pain, tuttavia, non ha una vera e propria correlazione con la crescita delle ossa: per quanto non siano ad oggi del tutto note le cause, è assodato che non è pericoloso e non ha conseguenze di alcun genere.
I pediatri, per accertarsi che sia effettivamente un dolore muscolare della crescita, seguono uno schema articolato in sei punti:
- I dolori compaiono prevalentemente di sera o di notte, in particolare quando il bambino è a riposo;
- I dolori si presentano saltuariamente, non più di una-due volte a settimana;
- La mialgia dura pochi minuti, in genere non più di dieci.
- Di solito, un massaggio o l’assunzione di paracetamolo è sufficiente a farli scomparire.
- Non sono presenti gonfiori né tumefazioni alle articolazioni.
- Dopo una notte di sonno il bambino sta bene e non presenta sintomi.
I dolori muscolari possono servire per identificare altri tipi di mialgia infantile, quali la sindrome da dolore cronico diffuso, detta anche fibromialgia infantile, oppure la sindrome benigna da ipermobilità.
La fibromialgia infantile
Perché ci possa essere una diagnosi di fibromialgia infantile, i sintomi devono essere ricorrenti e molto diffusi: di solito coinvolgono, oltre gli arti, anche il tronco, il capo, il collo e l’articolazione mandibolare. Inoltre, si presentano consecutivamente per un lungo periodo di tempo, almeno di tre mesi, e si associano a stanchezza, disturbi della memoria e della concentrazione, difficoltà a riposare tranquillamente.
Questa patologia non provoca difficoltà articolari né funzionali, mentre genera un costante stato ansioso. Di solito, è consigliabile seguire una terapia cognitivo-comportamentale, a cui viene abbinato un allenamento fitness.
Sindrome benigna da ipermobilità
Questo tipo di disturbo è dovuto a una maggiore mobilità delle articolazioni, senza nessuna malattia del tessuto connettivo. Non si tratta, quindi, di una vera e propria patologia ma di uno scostamento dalla norma. È piuttosto diffusa e colpisce prevalentemente le bambine al di sotto dei 10 anni.
Di solito, presenta famigliarità e si riduce con la crescita. Si presenta con sintomi simili a quelli dei dolori della crescita, ma provoca dolori più intensi e più frequenti. I test che misurano la mobilità articolare sono quelli predisposti per la diagnosi.
Dolori muscolari negli anziani: perché sono così frequenti
Negli anziani i dolori sono piuttosto frequenti perché possono generarsi più facilmente le cause che li provocano.
Spesso si pensa che il dolore debba essere parte integrante nell’invecchiamento: in realtà questa è una falsa credenza. Piuttosto è vero che con la prevenzione si può cercare di evitare che i dolori si presentino così frequentemente.
Il dolore persistente negli anziani può essere provocato da diverse cause:
- Inattività motoria: quando ci si muove poco le articolazioni, soprattutto dopo una certa età, tendono ad irrigidirsi. Sebbene talvolta muoversi possa essere doloroso, nella maggior parte dei casi, non appena si riattivano le muscolature il dolore tende a diminuire. Ciò avviene anche in presenza di patologie come l’osteoartrosi. In linea di massima, una moderata attività fisica è sempre positiva per ridurre il rischio di dolori articolari.
- Indebolimento della muscolatura: l’inattività porta conseguentemente alla riduzione della struttura muscolare. I muscoli si atrofizzano e diminuiscono di volume. Inoltre, sono meno reattivi e hanno più difficoltà a proteggere le articolazioni. Ciò implica una maggiore facilità a infortunarsi, non solo dal punto di vista muscolare, ma anche per quanto riguarda la struttura ossea.
- Patologie croniche: dopo una certa età statisticamente è più facile che si instaurino patologie alle articolazioni, come osteoartrosi o artrite reumatoide. L’osteoartrosi è molto diffusa e colpisce le articolazioni nella sua complessità, provocando dolore e difficoltà ad articolare il movimento. Con la tendenza all’inattività, entrambi i sintomi peggiorano sensibilmente.
- Infortuni muscolari: la struttura muscolare dell’anziano subisce un fisiologico deterioramento, tanto più se non la si mantiene allenata. Ciò rende più facili gli infortuni, anche di piccola o media entità, in seguito a movimenti scoordinati o improvvisi. Non solo strappi, distorsioni e stiramenti, ma anche fratture: l’osteoporosi rappresenta un’altra patologia molto frequente negli anziani, che provoca la degenerazione delle strutture ossee con il conseguente indebolimento dell’osso stesso.