Dolori alla schiena: se la causa fosse il diaframma?
Il mal di schiena è un problema che coinvolge numerosissime persone per molti motivi diversi. Spesso, tuttavia, non si considera che il dolore potrebbe essere causato dall’infiammazione del diaframma.
Il diaframma è un muscolo che influisce sulla respirazione e che si contrae frequentemente appiattendosi e spingendo i polmoni verso il basso: in questo modo aiuta il movimento respiratorio.
Tuttavia, così come avviene per gli altri muscoli, possono verificarsi casi in cui il diaframma si infiamma, dando luogo a disturbi, tra cui il mal di schiena.
Che cos’è il diaframma
Il diaframma è un muscolo che si trova tra la cavità toracica e quella addominale con una forma a cupola. Il termine diaframma deriva dal greco διάφραγμα, che significa “separazione”, “partizione”, in quanto divide, appunto, gli organi dell’addome da quelli della parte superiore del torace.
Proprio per il fatto di trovarsi tra diversi organi, ha una forma leggermente asimmetrica: nella parte destra si trova in posizione più elevata in quanto è spinto in su dal fegato mentre, viceversa, nella parte sinistra è spinto verso il basso dal cuore.
La sua funzione principale è quella di favorire la respirazione polmonare, specialmente durante l’inspirazione. La sua contrazione provoca una pressione negativa che fa aumentare il volume della cavità toracica. Per comprendere ciò che avviene, si può immaginare una sorta di ventosa che inizialmente si appiattisce, quindi ritorna nella posizione a cupola.
Ne consegue che l’inspirazione è un movimento attivo, cioè innescato dal movimento muscolare del diaframma, mentre l’espirazione è un fenomeno passivo, che si verifica nel momento in cui il muscolo si rilassa.
Quando il diaframma, per motivi di vario genere, si infiamma, la respirazione avviene comunque. Tuttavia, si possono verificare delle contratture involontarie che possono provocare dolore, in particolare alla schiena.
Oltre a ciò, il diaframma ha anche altre funzioni molto importati:
- aiuta l’attività degli organi dei visceri, favorendo la circolazione dei liquidi e attivando i processi metabolici;
- contribuisce al controllo gastroesofageo e alla chiusura del cardias, la regione che collega esofago a stomaco;
- collabora alla stabilizzazione della coordinazione motoria;
- contribuisce all’espulsione del feto durante il parto e permette la defecazione.
L’infiammazione del diaframma
Il diaframma è un muscolo che si trova a contatto con vari organi interni e che comprende numerose terminazioni nervose. Inoltre, si trova in una posizione centrale e subisce forti condizionamenti sia a livello emotivo sia a causa dello stress.
Dal punto di vista della struttura ossea, si trova sotto le costole e a contatto con la colonna vertebrale con la quale è in stretta relazione, mentre è attraversato dall’aorta e dal nervo vago.
Proprio per la stretta relazione che ha sia con gli organi interni sia con altre strutture del corpo, dalle ossa ai nervi all’apparato circolatorio, il suo funzionamento è strettamente collegato a quello degli altri parti del corpo.
Le tensioni che possono accumularsi spesso si ribaltano proprio su questo muscolo, impedendogli di lavorare correttamente e provocando infiammazione. La tensione accumulata si scarica a sua volta sulla schiena, sul collo e sulle articolazioni, dando origine a disturbi generalizzati e dolore.
Oltre a queste condizioni, che spesso sono provocate da una serie di cause quali posture errate, stress, respirazione scorretta, etc., esistono anche delle situazioni patologiche che possono causargli infiammazione.
Infatti, il diaframma può infiammarsi in seguito a malattie infiammatorie, ernie iatali o ernie diaframmatiche, malformazioni, fratture delle ossa del torace, lesioni dei nervi, come il nervo frenico, oppure a causa di tumori a organi adiacenti, come la mammella, i polmoni, etc.
Quando il mal di schiena dipende dal diaframma: i sintomi
Capire se il mal di schiena sia provocato dal diaframma non è sempre semplice, tuttavia, ci sono alcuni sintomi che potrebbero aiutare a distinguere le cause.
- L’infiammazione del diaframma porta alla sensazione di diaframma “bloccato”: questo muscolo si muove ugualmente, tuttavia, si verifica una specie di contrattura che trasmette la sensazione di ansia e di difficoltà a respirare. Ciò può dare luogo a una sorta di circolo vizioso all’interno del quale più aumenta la tensione muscolare, più aumenta l’ansia.
- L’eccessiva tensione diaframmatica provoca un malfunzionamento del diaframma stesso obbligando gli altri muscoli a sopperire: in questo modo i muscoli del dorso, del collo e della parte lombare della schiena risultano ancora più tesi tanto da diventare doloranti.
- Il dolore alla schiena al risveglio e la difficoltà a trovare una posizione che non provochi dolore quando ci si corica possono essere ulteriori elementi che indicano un problema al diaframma.
- Al contrario, il movimento e l’attività sportiva tendono a far scomparire il dolore: questo avviene perché il ritmo della respirazione aumenta e il diaframma, per seguire il movimento, riduce la tensione e tende a rilassarsi.
Come affrontare il dolore al diaframma
Per affrontare il dolore al diaframma è fondamentale capire la causa dell’infiammazione.
Se si tratta di una causa patologica, andranno prese le corrette contromisure che sarà il medico ad indicare. Se, invece, si tratta di un problema posturale o di stress, si possono usare delle tecniche che aiutano a respirare correttamente e, oltre a diminuire la tensione del diaframma, riducono ansia e stress.
- Il primo passo potrebbe riguardare il riequilibrio posturale: tramite l’intervento di un osteopata possono essere trattate le cause che bloccano il diaframma e ridotte le contratture e le rigidità.
- Quindi, si possono adottare tecniche che permettono di rieducare la respirazione ripristinando il corretto movimento fisiologico del diaframma. La respirazione diaframmatica, infatti, prevede che quando si inspira si riempia d’aria la parte bassa dei polmoni e venga spinto in fuori l’addome. Tuttavia, quando ci sono tensioni forti, si tende a riempire solo la parte alta dei polmoni e a invertire il movimento, spingendo l’addome verso l’interno durante l’inspirazione. Ciò provoca la sensazione di “fiato corto”, anche perché permette di introdurre una quantità più ridotta di ossigeno.
A ciò spesso si aggiunge un retaggio culturale che ci porta a tenere il petto in fuori e la pancia indentro, influenzando negativamente la corretta respirazione.