Depressione: gli effetti della psilocibina
La depressione è uno dei grandi mali del nostro tempo. Se già era una situazione molto diffusa, nell’ultimo periodo la sua incidenza è aumentata durante la pandemia di Covid 19.
Con il termine depressione vengono generalmente indicati diversi tipi di disturbi depressivi che possono influire negativamente sulla qualità della vita con diversi gradi di intensità. In Italia, secondo i dati dello studio ESEMeD[1], ogni anno oltre un milione e mezzo di persone soffre della cosiddetta depressione maggiore la quale, tuttavia, può presentarsi con un’ampia gamma di sintomi, che possono configurarsi come lievi, moderati o gravi.
Anche la risposta alle terapie e ai farmaci non è sempre la stessa: inoltre, i trattamenti attualmente disponibili non permettono ancora di giungere a completa remissione del disturbo e le ricadute da parte dei pazienti sono molto frequenti, tanto che, secondo le stime, le probabilità di una prima e seconda recidiva sono molto elevate, rispettivamente pari al 50% e 90% circa[2].
Proprio a questo proposito, negli ultimi anni sono stati prodotti degli studi[3] che hanno analizzato il funzionamento di alcuni funghi allucinogeni, in particolare quelli contenenti la psilocibina, per il trattamento dei sintomi depressivi.
La depressione e i suoi trattamenti
La depressione è un disturbo mentale che influisce negativamente sulla qualità della vita di chi ne soffre, giungendo, in alcuni casi, a situazioni anche molto gravi che possono portare persino al suicidio.
I sintomi principali sono legati alla sfera psicologica con umore triste, senso di vuoto, difficoltà a relazionarsi con gli altri e mancanza di interesse per le attività quotidiane. Tuttavia, spesso porta anche sintomi fisici come stanchezza, problemi di sonno e disturbi dell’appetito.
Non sempre è possibile individuare le cause che portano una persona alla depressione, in quanto spesso può essere causata da una varietà di fattori, tra cui eventi stressanti della vita, cambiamenti ormonali, problemi di salute mentale e genetica.
Attualmente le principali opzioni di trattamento per la depressione includono la psicoterapia e l’uso di farmaci antidepressivi. I farmaci antidepressivi agiscono sui produttori di serotonina, un neurotrasmettitore che regola l’umore. Questi farmaci sono generalmente sicuri, ma possono richiedere diverse settimane per iniziare a funzionare appieno e non è raro che si verifichino ricadute che spingono il soggetto a non utilizzarli correttamente o in modo costante. Ci sono diversi tipi di antidepressivi disponibili, tra cui inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e inibitori della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina (SNRI).
Negli ultimi tempi sono state fatte ipotesi sull’uso della psilocibina nel trattamento di questo disturbo.
Che cos’è la psilocibina
La psilocibina è una sostanza allucinogena contenuta in alcuni funghi come lo Psilocybe cyanescens, o altri del genere Psilocybe, Panaeolus, Inocybe e Stropharia, e sarebbe la principale responsabile degli effetti psichedelici dei funghi allucinogeni.
L’effetto di questa sostanza è dovuto all’attivazione dei recettori della serotonina nella corteccia prefrontale, che è quel settore del cervello nel quale avvengono interazioni che influenzano l’umore e la percezione della realtà. Pertanto, la sua azione provoca non solo, o non sempre, allucinazioni ma, più che altro, provoca la distorsione della percezione del mondo esterno.
Secondo gli studi scientifici[4], dopo una mezz’ora dall’assunzione dei funghi allucinogeni si presentano gli effetti della psilocibina e possono durare fino ad alcune ore. In alcuni casi, gli effetti possono durare più a lungo, in particolare nella percezione sensoriale.
Come la psilocibina può agire sulla depressione
Da tempo si pensa che la psilocibina possa avere influenza sulla depressione, tuttavia solo recentemente sono stati indagati gli effetti che questa sostanza ha sulla sfera mentale.
Secondo lo studio pubblicato sulla rivista Nature, che ha osservato le scansioni celebrali di sessanta pazienti, si è notato che quelli che avevano assunto psilocibina avevano una maggiore connessione tra le aree del cervello nelle quali sono presenti i recettori della serotonina. La serotonina è un neurotrasmettitore che agisce sull’umore e che ha un ruolo importante nella cura della depressione. Di solito, nelle persone depresse questi recettori sono “dormienti”. Il fatto che la psilocibina permetta le connessioni neuronali di queste aree giocherebbe un ruolo importante nel contrasto della depressione.
In base ai risultati dello studio, si sarebbe notato che già dopo un giorno di trattamento si poteva notare un effetto positivo, il quale perdurava fino a tre settimane dopo l’assunzione.
È, tuttavia, altrettanto vero che, sebbene questa sostanza mostri un interessante potenziale antidepressivo che potrebbe giustificarne l’uso al posto degli antidepressivi classici, le sue azioni terapeutiche non sono ancora del tutto comprese.
Inoltre, gli studi effettuati sono stati svolti in un ambiente controllato e su un numero ridotto di pazienti. Anche la tipologia di pazienti non è sufficientemente vasta: sono stati esclusi, per esempio, quei pazienti che nel loro passato riportavano storie di psicosi.
Infine, va anche considerato che, allo stato attuale, non è ancora possibile stabilire se gli effetti positivi della psilocibina abbiano un effetto duraturo nel tempo o se possa essere limitato, rischiando di provocare ricadute. Solo studi più approfonditi e prolungati nel tempo potranno chiarire l’effettiva validità di questa sostanza non solo nel trattamento della depressione ma anche di altri disturbi come l’anoressia o le dipendenze.