Covibesity: che cos’è l’obesità post pandemia e come contrastarla
Del fenomeno covibesity si è iniziato a parlare a metà del 2020, quando in uno studio scientifico[1] è stato introdotto questo termine per identificare i rischi dell’obesità causata dal covid.
Non si tratta di una conseguenza diretta della malattia. Semmai, del risultato di una serie di comportamenti e abitudini che si sono instaurate durante il lockdown e che sono proseguiti a lungo, anche a causa di restrizioni e blocchi.
Proprio in questi giorni, la Società Italiana Pediatri ha lanciato l’allarme: la covibesity sembra avere colpito con particolare ferocia proprio i bambini, che in questi mesi nel 40% dei casi hanno peggiorato l’alimentazione e ridotto l’attività fisica.
Che cos’è la covibesity
Il termine covibesity indica l’obesità causata dai mutati stili di vita in relazione alla pandemia. Il nome è stato, infatti, coniato attraverso la crasi delle parole covid e obesity.
Gli studiosi hanno osservato una serie di fenomeni che si sono verificati in seguito ai cambiamenti comportamentali durante la pandemia: da una parte le restrizioni hanno portato a rimanere a lungo davanti agli schermi e agli smartphone, a causa dell’introduzione del lavoro da casa e della didattica a distanza, dall’altra è entrata l’abitudine a spendere di più per cibo e bevande. Le aziende di food on line hanno potenziato il loro mercato in maniera esponenziale, in particolare incentrando le pubblicità sui bambini.
L’isolamento sociale e l’impossibilità a muoversi al di fuori delle mura domestiche hanno avuto un impatto senza precedenti sui comportamenti e l’aumento di peso è stato rapidissimo. Si tratta di un fenomeno di portata mondiale che non può che preoccupare medici e pediatri, proprio perché, anche ora che le restrizioni si sono ridotte e in gran parte si è ripresa la vita normale, gli effetti sulla salute continuano a farsi sentire.
I bambini sono senza dubbio i più penalizzati: le scorrette abitudini alimentari sono difficili da correggere, soprattutto nei più giovani e più esposti.
L’allarme della Società Italiana Pediatri riguardo la covibesity
Proprio in questi giorni la Società Italiana Pediatri ha messo in guardia genitori e famiglie in relazione al rischio per i bambini di ammalarsi seriamente di obesità.
I dati sono stati pubblicati da una ricerca del Center of Desease Control and Prevention, che tiene monitorate le condizioni di salute degli americani, con un particolare interesse per sovrappeso e obesità. E sono piuttosto sconfortanti: nei bambini tra i 2 e i 19 anni, negli Stati Uniti il tasso di obesità nel periodo della pandemia sarebbe cresciuto sensibilmente passando dal 19,3% al 22,4%. Non solo sono aumentati i bambini affetti da questo problema, ma nei bambini già obesi il problema si sarebbe aggravato, provocando un aumento di peso medio di mezzo chilo al mese.
Del resto, negli Stati Uniti, l’allarme era già stato lanciato ed erano persino state intraprese delle azioni legali contro alcuni famosi brand accusati di pubblicizzare in modo scorretto cibo ad alto contenuto di sale, grassi saturi e con eccessiva quantità di zuccheri. Già nel maggio del 2020 c’era, infatti, chi temeva che le carenze nutrizionali, l’obesità e le condizioni di salute legate a una alimentazione scorretta potessero portare esiti persino peggiori rispetto a quelli causati dal contagio da covid.
Anche in Italia la situazione non è molto più rosea: secondo ciò che ha dichiarato la Società Italiana Pediatri, ben il 40% dei bambini hanno cambiato abitudini alimentari, incrementando il consumo proprio dei cibi a rischio. In particolare, sarebbe cresciuto in modo sensibile il consumo di snack, di succhi di frutta e di bibite.
A peggiorare queste condizioni, si sarebbe rilevato un incremento medio delle ore al giorno trascorse davanti a pc, tablet o smartphone, che per effetto della didattica a distanza sarebbero aumentate di circa 5 ore rispetto a prima.
Insomma, un quadro particolarmente preoccupante, soprattutto perché disturbi alimentari sono difficili da gestire nel momento in cui si protraggono a lungo.
Proprio per questo la Società Italiana Pediatri ha pubblicato un documento nel quale sono contenute le linee guida per contrastare l’obesità infantile.
Come contrastare la covibesity nei bambini
La Società Italiana Pediatri ha diffuso ai suoi iscritti un manifesto che contiene una serie di consigli per le famiglie per contrastare l’obesità nei più piccoli.
- Organizzare i pasti in 5 al giorno, suddivisi tra 3 pasti principali e 2 spuntini.
- Scegliere abitudini sane nei confronti dell’alimentazione, consumando almeno 5 pasti alla settimana in famiglia.
- Non rinunciare mai alla prima colazione, che consente di iniziare al meglio la giornata e limita gli attacchi di fame.
- Ridurre al minimo il consumo di cibo ricco di grassi saturi, zuccheri e sale.
- Ridurre le bevande, in particolare quelle gasate e con molti zuccheri.
- Servire porzioni non eccessive, commisurate all’età e all’attività fisica.
- Incoraggiare i più giovani a fare attività fisica, limitando il tempo trascorso davanti a pc e smartphone. Evitare l’uso di questi mezzi durante i pasti.
- Scegliere una dieta sana e ricca come la dieta mediterranea.
[1] Khan MA, Moverley Smith JE. “Covibesity”, a new pandemic. Obes Med. 2020 settembre;19:100282. doi: 10.1016/j.obmed.2020.100282. Epub 2020 21 luglio. PMID: 32835125; ID PMC: PMC7371584.