Contrattura o strappo del polpaccio?
Se non ci si riscalda bene, soprattutto in inverno, uno dei principali rischi per uno sportivo è quello di percepire una fitta improvvisa e azzoppante al polpaccio. Di cosa si tratta?? E’ una contrattura o uno strappo?
Lo strappo del polpaccio è uno degli infortuni più frequenti fra chi corre e può capitare prima di tutto per uno scarso riscaldamento. Ne è soprattutto soggetti chi pratica esercizi di forza esplosiva ma anche a chi ha perso elasticità muscolare.
Il problema si presenta con un dolore acuto e improvviso non ben localizzato, alla palpazione si può notare un indurimento e un arrossamento accompagnato da sofferenza. In questi casi anche il semplice camminare risulta doloroso. Strappo o contrattura? Non sono la stessa cosa, ma lesioni diverse fra loro per grado, entità e tempi di recupero.
La contrattura è una risposta difensiva del muscolo quando viene sollecitato oltre il limiti. Il muscolo si contrae involontariamente e ciò non comporta una rottura delle fibre, ma il muscolo non riuscendo a contrarsi in modo naturale perde la sua elasticità. I tempi di guarigione dipendono dall’efficacia del trattamento: oltre a antinfiammatori locali, massaggi, tecarterapia e ultrasuoni (le terapie più indicate) è importante concentrarsi sullo stretching che è utile anche come prevenzione.
Lo strappo del polpaccio generalmente si manifesta con un dolore acuto che insorge improvviso durante la corsa tanto da costringere a fermarsi. Il dolore si acuisce con il passare del tempo e rende praticamente impossibile la corsa. In questo caso una o più fibre si sono rotte e solo attraverso un’ecografia si può stabilire il grado di lesione (primo, secondo o terzo a seconda della gravità) e la terapia più adeguata.
La prima cosa da fare è sospendere immediatamente l’attività fisica e appena possibile applicare impacchi freddi. Comprimere con delle bende o calze elasticizzate e tenere il più possibile l’arto sollevato. Le lesioni di primo grado, ossia distrazioni e stiramenti, si risolvono nel giro di 10-15 giorni a riposo con antinfiammatori e tecarterapia (entrambi su prescrizione medica).
Per le lesioni di secondo grado sono invece necessari almeno 15-30 giorni prima di poter riprendere l’attività sportiva durante i quali è bene sottoporsi a sedute fisioterapiche.
Nelle lesioni di terzo grado, se la rottura del muscolo è totale, è necessario l’intervento chirurgico e i tempi variano da 30 a 90 giorni. Utile come recupero la tecarterapia per rigenerare il tessuto cellulare ed evitare la formazione di cicatrici profonde.
Una volta recuperato dall’infortunio il non bisogna sottovalutare mai ogni singolo sintomo di dolore nella zona della lesione perché il rischio di recidiva è purtroppo elevato.