Incidenti stradali in bicicletta: contrastare un fenomeno preoccupante
Le statistiche sono più che eloquenti: le strade italiane non sono un posto sicuro per i ciclisti.
La notizia è giunta proprio a poche settimane dall’inizio del Giro d’Italia a funestare un momento di gioia. La speranza, infatti, era quella di portare una ventata di euforia a tutto il mondo dello sport, sacrificato per molti mesi causa covid.
Invece, c’è poco da gioire e molto da riflettere, se si pensa al numero di incidenti mortali che in questo primo scorcio dell’anno hanno riguardato proprio gli utilizzatori delle due ruote.
Incidenti mortali per chi va in bicicletta: un trend in crescita
I dati parlano chiaro e sono sconfortanti: in Italia tra i ciclisti si registra un incidente mortale ogni due giorni.
Non solo un numero elevato in senso assoluto, ma anche specchio di un trend in costante crescita.
Secondo Asaps, l’Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale, che raccoglie i dati sugli incidenti attraverso i fatti di cronaca, nel primo trimestre del 2021 si sarebbero consumati sulle strade ben 44 incidenti mortali con ciclisti come vittime. Sebbene i dati non siano ancora confermati, eventuali rettifiche potrebbero solo far crescere il numero delle vittime, in quanto i dati ufficiali dell’Istat tengono conto anche delle complicanze mortali nei trenta giorni seguenti gli incidenti.
Rispetto al primo trimestre del 2019, quando le vittime furono 39, l’aumento dei decessi è particolarmente preoccupante, tanto più se si calcola che negli ultimi mesi le restrizioni dovute a covid hanno senza dubbio limitato il traffico automobilistico. La stagione invernale, poi, per sua caratteristica non è probabilmente quella che vede il maggior numero di ciclisti affrontare il freddo e le intemperie. Viene dunque spontaneo chiedersi che cosa potrà accadere nella bella stagione, quando le restrizioni probabilmente saranno meno severe e il clima favorevole porterà un numero maggiore di ciclisti sulle strade.
Incidenti stradali ciclisti: perché le strade italiane sono così pericolose
Se il numero degli incidenti è così alto c’è da chiedersi quale sia il motivo, tanto più che per il futuro si auspica di riuscire ancora ad incrementare l’uso della bicicletta. La due ruote, infatti, rappresenta un modo salutare di muoversi e un importante sistema per ridurre l’inquinamento.
Le cause di questo fenomeno preoccupante sono certamente più di una:
- Aumento del numero dei ciclisti: negli ultimi mesi il numero di persone che utilizzano la bicicletta è notevolmente aumentato, anche grazie agli incentivi statali. L’uso di altri mezzi, invece, è diminuito sia a causa dello smart working sia per le restrizioni e per le chiusure periodiche delle scuole. Ciò che colpisce maggiormente, secondo Asaps, è proprio il fatto che la crescita di morti in bicicletta è in controtendenza rispetto all’importante diminuzione di morti e feriti sulle strade per quanto riguarda automobilisti e pedoni. Addirittura, le stragi del sabato sera sono del tutto scomparse grazie al coprifuoco dovuto a covid.
- Mancanza del rispetto da parte degli automobilisti: in Italia, più che in altri paesi europei, sembra mancare una cultura del rispetto verso i ciclisti. In ben sei di questi casi di incidenti mortali, l’investitore non si è fermato a soccorrere i ciclisti: episodi di pirateria che assumono numeri importanti e non si possono considerare isolati.
- Maggiore distrazione: il fatto che le restrizioni abbiano portato ad avere meno traffico nelle strade per certi versi potrebbe avere un risvolto negativo. Sia gli automobilisti sia i ciclisti potrebbero abbassare la soglia dell’attenzione, facendo sì che ci si distragga più facilmente. In ben 5 casi, i ciclisti vittime della strada avrebbero fatto tutto da soli.
- Strutture non sempre adeguate: le piste ciclabili non sempre sono progettate adeguatamente e in alcuni casi non hanno un percorso sufficientemente lungo e completo. I ciclisti si trovano, pertanto, a dover fare manovre azzardate o a proseguire in strade dove la pista ciclabile manca. Talvolta, anche l’uso che ne viene fatto non è corretto, tanto che non è raro che si trovino pedoni o motociclette sulle piste che dovrebbero essere riservate alle biciclette.
- Gli anziani categoria più a rischio: in questo scorcio di anno sono state ben 5 le vittime con più di 65 anni. Un dato che trova conferma anche nel rapporto dell’European Transport Safety Council (ETSC): se si analizzano le vittime di incidenti stradali tra il 2010 e il 2018 circa la metà fanno parte di questa fascia d’età.
Ridurre gli incidenti stradali per i ciclisti è possibile?
Che l’Italia non sia un paese per ciclisti non è una novità. Già nel 2018, il report Cycling safety presentato dall’ International Transport Forum descriveva l’Italia come il paese con il più alto tasso di mortalità per km pedalato.
Ora non si può più aspettare: contrastare gli incidenti stradali che hanno per protagonisti i ciclisti è una priorità e la speranza è che si ponga particolare attenzione al problema fin da subito.
È molto importante sensibilizzare l’opinione pubblica su questo aspetto, senza però fare terrorismo psicologico: il rischio è che le persone si possano spaventare e il trend positivo che ha visto un numero sempre crescente di persone convertirsi all’uso delle due ruote possa subire un serio contraccolpo.
Accanto alle misure che hanno incentivato l’uso delle due ruote, si auspica che ci si muova al più presto con altre iniziative più corali, per esempio mettendo in sicurezza le piste ciclabili e invitando gli enti comunali a potenziarle. In alcuni comuni sono iniziati dei progetti per implementare le reti ciclabili ma esiste ancora una grossa sproporzione tra le regioni del Nord e del Centro e del Sud.
Infine, per alcuni esperti sarebbe auspicabile che venisse fatta una riforma delle regole stradali e che diventasse obbligatorio il caschetto anche in bicicletta.
Raccomandazioni per automobilisti e ciclisti
Nel concreto, per ridurre gli incidenti stradali per i ciclisti, è importante che sia gli automobilisti sia i ciclisti tengano conto di alcune raccomandazioni. Per quanto riguarda gli automobilisti, queste sono:
- Avere rispetto di tutti coloro che utilizzano le strade, con particolare attenzione verso i soggetti più a rischio come i ciclisti e i pedoni;
- Tenere la distanza di sicurezza appropriata dai ciclisti soprattutto durante il sorpasso, valutando se ci siano le condizioni per compiere il sorpasso in sicurezza. Secondo la normativa vigente, fuori dai centri urbani la distanza laterale da tenere quando si sorpassano i ciclisti è di 1,5 metri.
- Oltre alla distanza, nel sorpasso vanno tenute in considerazione anche altre misure di sicurezza, per esempio non si deve iniziare il sorpasso di un ciclista se poi si ha intenzione di girare a destra;
- Prima di iniziare una manovra di sorpasso, di cambio di direzione o di corsia, è necessario controllare sempre la presenza di altri veicoli guardando negli specchietti retrovisori;
- Prima di aprire la portiera per uscire dall’automobile, controllare sempre gli specchietti.
Per quanto riguarda, invece, i ciclisti, è opportuno:
- Tenere in buone condizioni la propria bicicletta, controllandone periodicamente l’efficienza;
- Utilizzare abbigliamento e accessori che permettano di essere visibili e riconoscibili sia durante il giorno sia durante la notte;
- Osservare scrupolosamente le norme contenute nel codice della strada, per esempio circolando nelle corsie riservate e, quando si è in gruppo, disponendosi in fila per non ostacolare il traffico automobilistico;
- Non usare cellulari o auricolari mentre si sta circolando;
- Indossare sempre il caschetto protettivo.