Consapevolezza del proprio corpo: perché è così importante per il benessere
La consapevolezza e accettazione del proprio corpo sono fondamentali sotto diversi punti di vista, sia fisici che psicologici.
Quando parliamo di consapevolezza corporea intendiamo una totale conoscenza e accettazione del nostro corpo e dei nostri limiti, per poter convivere al meglio con noi stessi, trattarci con rispetto e donarci tutte le attenzioni che meritiamo.
I temi fondamentali sono due: l’aspetto esteriore e quello interiore.
Il percorso che riguarda l’accettazione si ripercuote maggiormente sul nostro aspetto esteriore, su come ci vediamo allo specchio e su quanto la nostra mente riesca a distorcere la realtà, manipolata dalle aspettative che ci impongono la società e le persone che ci circondano.
La parte interiore riguarda, invece, una piena comprensione di come il nostro organismo ci parla, comunicandoci di cosa abbiamo bisogno e quando dobbiamo fermarci.
Enterocezione e percezione corporea: che cosa sono
La consapevolezza enterocettiva è la capacità di percepire e comprendere i segnali che ci vengono inviati dal nostro corpo nella sua totalità.
L’enterocezione ci permette di sentire e distinguere sia stati corporei che emotivi: questo senso è legato alla corteccia insulare, che usa le informazioni e i segnali provenienti dalle diverse parti del corpo e ci consente di elaborarle coscientemente.
Il nostro sistema enterocettivo contribuisce all’auto-regolazione del nostro organismo sia a livello corporeo che emotivo, esso infatti guida l’omeostasi che ha come funzione proprio quella di consentire all’organismo di auto-regolarsi, mantenendo un ambiente interno equilibrato malgrado gli avvenimenti dell’ambiente esterno.
In riferimento alla percezione corporea questo sistema guida la propriocezione, cioè il modo in cui noi percepiamo il nostro corpo e come lo collochiamo nello spazio che ci circonda.
La nostra personale storia di propriocezione inizia sin dalla nascita, quando all’interno dell’utero materno incominciamo a distinguere, attraverso i sensi, ciò che siamo dal resto.
Da bambini incominciamo poi a riconoscerci nello specchio e incominciamo a realizzare mentalmente un’idea di noi stessi: durante tutte le fasi della vita il corpo cambia e la nostra percezione di esso e di noi come individui cambiano con lui.
L’immagine corporea è come noi ci prefiguriamo di apparire agli occhi delle altre persone, questo incide in maniera preponderante sul nostro benessere.
Il rischio maggiore, soprattutto durante la delicata fase dell’adolescenza, è che questa percezione venga distorta a causa della componente sociale, dal confronto con i nostri pari e con i modelli che ci propone la società.
I fattori esterni come questi spesso influenzano negativamente la nostra percezione corporea, questo soprattutto in età adolescenziale, scaturisce in disturbi alimentari, ansia, depressione, isolamento e bassa autostima.
La dispercezione corporea
Spesso la realtà non coincide con ciò che abbiamo in mente, con il nostro modo di percepire noi stessi e con la visione che abbiamo di noi stessi.
Quando parliamo di dispercezione corporea intendiamo un disturbo della propria immagine, una visione del proprio corpo che non corrisponde alla realtà.
Questa percezione distorta di sé contribuisce, e a volte è la causa principale, di gravi e pericolosi disturbi alimentari.
È fondamentale cercare di capire immediatamente se è questa la causa del disagio, in quanto chi ne è affetto non solo ha un comportamento alimentare non adeguato ma soffre anche profondamente a livello psicologico.
Un percorso terapeutico può essere risolutivo, ma non solo per riequilibrare la dieta e lo stile di vita, è necessario un supporto psicologico per cercare di ripristinare a livello mentale una visione reale e soddisfacente del proprio corpo.
Questo percorso deve trattare il disturbo in tutte le sue componenti, ovvero prendendo in considerazione la sfera emotiva, percettiva e cognitiva, l’aspetto fisico e salutare e, allo stesso tempo, un reinserimento sociale attraverso un processo di accettazione di sé.
Esercizi di consapevolezza corporea
Sebbene nulla sostituisca un percorso terapeutico quando si è affetti da un disturbo di dispercezione, è possibile svolgere dei semplici esercizi per prendere consapevolezza del proprio corpo.
Innanzitutto è bene precisare che, per raggiungere un benessere psicologico, bisogna accettare completamente il proprio corpo così com’è.
Può sembrare una banalità, ma è una grande verità di cui dobbiamo riuscire a convincerci fino a interiorizzarla. Il nostro corpo, infatti, è la nostra casa, la nostra dimora, un rifugio per le nostre emozioni che dobbiamo trattare con rispetto.
Un esercizio molto utile in questo senso prevede di entrare in contatto fisico con il proprio corpo:
- Sedetevi su un materassino e chiudete gli occhi, incominciate col massaggiarvi piedi e caviglie e prestate attenzione ai differenti stimoli che ricevete.
- Ora procedete con tutto il resto del corpo e ricordatevi che state apprezzando e conoscendo il vostro corpo, non state cercando difetti da migliorare.
Un altro esercizio è lo Yin Yang:
- in posizione eretta, ad occhi chiusi, allungate le braccia, le mani una sopra l’altra come se stessero tenendo una pallina tra di loro, soffermatevi sull’energia che si sprigiona tra di esse.
- Ora aprite gli occhi e muovete lentamente le mani, osservate i movimenti e percepite le sensazioni che arrivano dal loro movimento.
Questo consentirà di definire il proprio io, la propria percezione corporea all’interno dello spazio.
Per una migliore consapevolezza del proprio corpo e per raggiungere uno stato mentale rilassato, è consigliato praticare lo yoga.
Insegnare ai bambini la consapevolezza corporea
Avere consapevolezza del proprio corpo significa accettare sé stessi e gli altri sotto tutti i punti di vista: questo implica un benessere fisico e mentale, un profondo rispetto per sé stessi e per chi ci circonda.
Per questo è fondamentale insegnare ai bambini sin da piccoli a definire e ad accettare il proprio corpo e il proprio spazio personale, a rispettare gli altri comprendendo tutte le diversità come un aspetto positivo e non negativo.
È utile, per esempio, parlare al proprio bambino di cosa lo fa sentire a suo agio e di cosa, invece, gli provoca sensazioni negative, insegnandogli a fidarsi del proprio istinto.
Inoltre, si può discutere del rispetto sia per il proprio corpo sia per quello degli altri, di come rispettare i confini altrui, assicurandosi che il bambino capisca di cosa e di chi fidarsi e che non abbia mai il timore di riconoscere i propri limiti.
Se iniziamo a discutere sin dalla tenera età di rispetto e consapevolezza, il bambino crescerà più sano e rispettoso, con un grande benessere soprattutto a livello psicologico.