Cervicalgia: quali sono i sintomi e come curarla
La cervicalgia, spesso nominata erroneamente cervicale, è un disturbo particolarmente doloroso che colpisce l’area, appunto, cervicale, ovvero la parte superiore della colonna vertebrale.
Si tratta di un disturbo molto diffuso, che interessa una percentuale molto elevata della popolazione occidentale: posture scorrette, sedentarietà, ma anche stress e stili di vita poco sani possono essere alla base di un disturbo che, in alcuni casi, può diventare particolarmente fastidioso.
Cervicalgia: un disturbo molto diffuso
Secondo le stime ufficiali, la cervicalgia colpisce prevalentemente le donne e rappresenta uno dei disturbi più diffusi al mondo. Sebbene possa presentarsi anche in modo lieve, è altrettanto vero che può diventare un dolore invalidante.
Spesso, infatti, dal semplice dolore al collo si trasforma in un male pulsante, che si irradia verso la testa e che può provocare anche rigidità e difficoltà di movimento. Quando si irradia verso gli arti superiori, può diminuire la capacità di articolare i movimenti, anche con disturbi come formicolii e insensibilità.
Nel linguaggio comune, spesso viene chiamata semplicemente cervicale, ma si tratta di un errore. Il termine cervicale, infatti, individua l’area della colonna vertebrale composta dalle ultime sette vertebre: la C1 e la C2 compongono il tratto cervicale superiore, mentre le vertebre dalla C3 alla C7 sono quelle che formano il tratto cervicale inferiore.
Si tratta di vertebre molto delicate: quelle del tratto superiore servono a permettere la rotazione della testa. La cervicale rappresenta la parte più mobile della colonna vertebrale: non solo sostiene il capo, ma protegge il passaggio del midollo spinale e delle radici nervose, che trasmettono i segnali che giungono da tutto il corpo al cervello.
Proprio per la sua funzione di comunicazione e per il passaggio in questa sede di arterie vertebrali e di connessioni del sistema nervoso, la cervicalgia può creare disturbi neurologici che provocano giramenti di testa, difficoltà articolare, etc.
I sintomi della cervicalgia
È molto frequente che ogni dolore generico al collo venga attribuito alla cervicalgia. In realtà, può avere forme diverse, con entità di dolore di entità diversa, e può riguardare aree diverse della colonna cervicale.
Per questo vengono individuate tre tipologie diverse di cervicalgia:
- Cervicalgia vera e propria: si tratta di una patologia caratterizzata da dolore all’area cervicale che provoca difficoltà nei movimenti del collo. In genere, non ha influenza su altre parti oltre al collo e può essere scambiata con il torcicollo.
- Cervicalgia con sindrome cervico-brachiale: si tratta di un disturbo con dolore che non si limita all’area del collo ma si irradia lungo le braccia, talvolta provocando formicolii o difficoltà ad articolare i movimenti. In alcuni casi i disturbi possono interessare anche la mano con perdita della sensibilità e difficoltà nella presa.
- Cervicalgia con sindrome cervico-cefalica: si tratta di un tipo di cervicalgia che interessa anche l’area della testa e può provocare dolori al capo, come cefalea ed emicrania, oppure vertigini, nausea, disturbi alla sfera sensoriale, all’udito o alla vista.
Di solito, se si tratta di cervicalgia, i sintomi tendono a ridursi spontaneamente, o con l’uso di antinfiammatori, entro pochi giorni. Tuttavia, non è raro che si ripresentino con una certa frequenza: questo avviene soprattutto se sono generati da cause come le cattive posture o la sedentarietà.
Quando, invece, proseguono con una certa costanza per parecchie settimane, si parla di cervicalgia cronica. In questo caso, possono esserci alla base anche malformazioni che interessano la colonna vertebrale, oppure malattie degenerative come l’artrosi cervicale.
Poiché l’area cervicale è l’ultima della colonna vertebrale, non è raro che disturbi alla colonna abbiano conseguenza anche su questa parte del corpo. Per esempio, possono esserci protrusioni dei dischi intervertebrali che alterano l’equilibrio di tutta la colonna vertebrale.
Cause dolore cervicale e rimedi
Sebbene sia un disturbo ben conosciuto, non sempre è facile individuarne le cause, che possono essere molto numerose e di tipo diverso: traumi alla struttura muscolo scheletrica, problemi alle articolazioni, patologie croniche, infiammazione dei nervi, posture errate, stress, discopatie, etc.
Non è raro, inoltre, che si presentino diverse cause contemporaneamente: per esempio, può esserci cervicalgia di origine traumatica, che peggiora a causa di posture errate o di periodi di stress.
Spesso per individuare le cause correttamente è necessario sottoporsi ad esami approfonditi: il medico potrebbe prescrivere radiografie, TAC o risonanza magnetica per avere un quadro preciso della situazione muscolo scheletrica.
Una volta individuate le cause, si possono predisporre i relativi rimedi:
- In linea generale, l’uso di antinfiammatori non steroidei (FANS) ad azione locale viene consigliato per alleviare il dolore. La terapia viene prescritta per un numero di giorni limitato, di solito per una settimana, ma è importante che non venga interrotta nel momento in cui il dolore passa perché ha la funzione di ridurre anche l’infiammazione.
- A seconda delle cause che hanno generato il disturbo potrebbe essere necessario agire sulla struttura scheletrica, per esempio con tutori o con kinesiterapia.
- Esercizi per migliorare la postura sono quasi sempre consigliabili, tanto più se si svolgono attività che costringono a posizioni obbligate o durante le quali è necessario ripetere più volte lo stesso movimento.
- Fare esercizio fisico è sempre una buona idea, a condizione di svolgerlo correttamente e di seguire le indicazioni del proprio terapeuta. In fase preventiva, permette di rinforzare la muscolatura e di contrastare posture scorrette.