Body checking: sana abitudine o atteggiamento compulsivo?
Il controllo del corpo, o body checking, è, entro certi limiti, un atteggiamento comune. Ognuno di noi tende a guardarsi allo specchio più volte nel corso della giornata, a controllare i propri vestiti e il proprio aspetto fisico e a tenere sotto osservazione le reazioni delle altre persone di fronte ai cambiamenti estetici.
Il body checking riguarda anche l’abitudine a tenere monitorato il peso o a tenere traccia di altri dati. Oggi, poi, che la tecnologia ci viene incontro con attrezzature sofisticate come gli smartwatch, molte persone conoscono non solo il proprio peso, ma anche la propria frequenza cardiaca, l’ossigenazione del sangue e molti altri parametri messi a disposizione dalle app.
Se da una parte tutto ciò costituisce una sana abitudine, che può aiutare a conoscere le proprie condizioni di salute, dall’altra parte il rischio è che diventi un atteggiamento compulsivo, che può provocare sensazioni negative, se eseguito troppo di frequente e con una certa ansia.
Che cos’è il controllo del corpo
Con controllo del corpo si definisce l’abitudine di cercare informazioni sul proprio corpo, in particolare in relazione all’aspetto fisico e al peso.
Si tratta di una abitudine diffusa che però può realizzarsi in comportamenti diversi: c’è chi controlla saltuariamente il proprio aspetto, per esempio prima di uscire di casa o prima di una riunione importante, c’è chi lo fa molto frequentemente o addirittura compulsivamente e chi, al contrario, evita completamente di guardare il proprio corpo.
Ogni comportamento è figlio delle caratteristiche soggettive di ogni persona, tuttavia, è bene capire quando un atteggiamento può diventare patologico.
Quando il body checking diventa compulsivo
Tenere sotto controllo il proprio corpo e monitorare le condizioni fisiche può essere un ottimo metodo per conoscere le proprie condizioni di salute e, in alcuni casi, accorgersi di patologie latenti che se trascurate potrebbero essere pericolose o più difficilmente trattabili.
Tuttavia, quando l’attitudine al controllo diventa compulsiva può essere sintomo di un malessere psicologico profondo che è bene non trascurare.
Inoltre, il controllo del corpo può diventare controproducente quando provoca conseguenze che intralciano la vita quotidiana e la serenità dell’individuo. Per esempio:
- quando distrae dalle attività principali della giornata, come quelle lavorative, personali o lo studio, provocando conseguenze negative sui risultati professionali;
- quando interferisce con le capacità di concentrazione e di essere lucidi nei momenti in cui è bene esserlo;
- quando occupa gran parte della giornata con notevole spreco di tempo;
- quando provoca un aumento dell’ansia e induce depressione;
- quando crea difficoltà nei rapporti sociali e spinge le persone a isolarsi dagli altri;
- quando influisce negativamente sull’alimentazione.
Inoltre, non va sottovalutato il fatto che il controllo compulsivo del corpo provoca inevitabilmente una sensazione di insoddisfazione, che può sfociare nel peggioramento dell’umore.
Secondo studi scientifici[1], ci sarebbero sensibili differenze nel body checking tra le donne e gli uomini: mentre per le donne il controllo riguarda prevalentemente il peso, in quanto vorrebbero diminuirlo, per gli uomini la tendenza è opposta, in quanto vorrebbero incrementare la massa muscolare e il loro controllo riguarda prevalentemente i muscoli del torace. Se un tempo l’insoddisfazione verso il proprio corpo era di interesse quasi esclusivamente femminile, oggi sta diventando molto più comune anche tra gli uomini e sta aumentando nel tempo, sebbene gli uomini in generale siano più soddisfatti del proprio corpo rispetto alle donne.
Per le donne vi è un rischio molto serio di sviluppare una tendenza all’anoressia e a comportamenti alimentari scorretti. Per gli uomini, invece, il rischio più elevato è di affidarsi a sostanze come gli steroidi per riuscire a raggiungere un risultato in termini di potenziamento muscolare che altrimenti sarebbe piuttosto difficile da ottenere.
Per tutti questi motivi, quando ci si accorge che il body checking travalica il sano atteggiamento di attenzione verso la propria persona e verso la propria salute è bene rivolgersi al proprio medico o a uno specialista per evitare che il comportamento diventi compulsivo.
Quando il body checking può essere positivo?
Il body checking non è necessariamente un atteggiamento negativo e non va demonizzato tout-court. Molto dipende da come viene vissuto dal soggetto e da eventuali tendenze all’ansia o alla compulsione che già la persona può avere.
Tenere sotto controllo il peso, misurare regolarmente la pressione, battito cardiaco e ossigenazione del sangue possono essere tutte ottime strategie, soprattutto dopo una certa età, per accorgersi di irregolarità che possono nascondere una patologia. Anche semplicemente guardarsi allo specchio può aiutare a scoprire anomalie.
Alla base di tutto ciò è importante assumere un atteggiamento positivo verso il proprio corpo cercando di non viverlo come un nemico ma come un alleato che ci supporta nelle attività e che noi stessi dobbiamo supportare quando esso è in difficoltà.
Ciò rientra nell’atteggiamento di ascolto del corpo, oltre che di osservazione: porre attenzione ai segnali che il corpo ci manda è utile per comprendere eventuali malesseri attivando una condotta non giudicante nei confronti del corpo stesso.
In questo senso, la mindfulness rappresenta un’ottima pratica per connettersi con il proprio organismo in modo positivo, trasmettergli calma e rassicurazione e ridurre senso di ansia e insoddisfazione.
[1] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6530359/