Anedonia, la malattia di cui soffriva il figlio di Lory Del Santo
Del suicidio del figlio di Lory Del Santo si è parlato molto, specialmente quando la stessa donna ha raccontato il suo dramma in alcune trasmissioni televisive dove ha raccontato dell’Anedonia.
Molti non hanno idea però delle motivazioni che stanno dietro la decisione estrema del figlio, ovvero la presenza di una malattia che spesso non ci rendiamo conto di avere, ma che può condurre a gesti come questo. La patologia ha il nome di Anedonia.
Cos’è l’Anedonia
L’anedonia è una patologia molto seria, di cui si è cominciato a parlare molto negli ultimi anni a causa dell’aumentare progressivo dei casi registrati. Si tratta dell’incapacità di provare piacere per le cose della vita. In pratica, per chi soffre di Anedonia sarà impossibile apprezzare quello che un tempo gli dava soddisfazione, ad esempio la musica, il cibo, una gradevole conversazione e così via. Non si tratta di una malattia nel senso stesso del termine, ma rappresenta il sintomo di un disturbo psicologico come per esempio la depressione o la fase depressiva del disturbo bipolare. Oltre a queste può essere sintomo anche di schizofrenia, del morbo di Parkinson o dell’anoressia nervosa. Loren, il figlio di Lory Del Santo, fin da piccolo aveva mostrato i segni di questo disturbo, a dichiararlo è stata proprio la madre in un’intervista nel programma Verissimo.
Lory Del Santo racconta il suo dramma
Lory Del Santo, ospite a Verissimo di Silvia Toffanin, ha spiegato il motivo che ha spinto il figlio a togliersi la vita: l’Anedonia che sin da piccolo è stata sua crudele compagna. Come racconta la mamma, Loren nasce prematuro, durante la nascita subisce un trauma che aveva reso le possibilità di restare in vita all’1%. I dottori dissero alla Del Santo che ogni giorno vissuto dal piccolo sarebbe stato un dono di Dio. Per tutta la vita del figlio ha sempre combattuto e creduto che tutto potesse andare per il meglio, e in effetti il ragazzo è cresciuto senza avere alcun problema fisico e motorio. “Aveva un corpo magnifico, era un bel ragazzo”, ha detto Lory Del Santo.
“Mio figlio soffriva di anedonia” ha proseguito la donna ai microfoni di Silvia Toffanin, “è una malattia del cervello che porta alla degenerazione delle cellule cerebrali. Questa problematica porta alla mancanza di desiderio di qualsiasi genere. Lui non mi chiedeva mai più di quello che aveva già. Quando era piccolo, ritenevo che fosse dovuto alla buona educazione che gli avevo impartito, invece era uno dei sintomi dell’Anedonia. Le persone affette da questa malattia non provano né odio né amore, in pratica sono indifferenti a tutto quello che accade. Loren aveva iniziato a sviluppare una doppia personalità, come dicevano i medici una personalità dissociata. Lo abbiamo scoperto delle piccole cose che lui scriveva per sé stesso. Lui studiava e basta, sapeva tutto di tutti, poteva fare già il professore alla sua età.” Lory Del Santo conclude spiegando che la patologia si rifletteva nella sua mancanza di voglia di uscire e frequentare amici.
Anedonia ed isolamento
Il suicidio è un gesto estremo, ma che senza dubbio è stato la conseguenza di uno stato psichico di sofferenza elevata. Chi è affetto da Anedonia infatti, si trova ad essere solo non soltanto perché si isola dagli altri, ma anche perché dentro di sé pensa di esserlo nonostante ci siano persone vicine che gli vogliono bene. La mancanza di percezione dei sentimenti, l’incapacità di provare qualsiasi tipo di piacere, impedisce a chi è affetto da questo problema di sentire anche l’affetto dei propri cari. Il depresso anedonico ritiene che il piacere per sé stesso non sia possibile e si troverà ben presto in una sorta di inaridimento interno, che inevitabilmente lo porterà a isolarsi da chiunque lo circondi.
Riconoscere e curare l’Anedonia
Abbiamo visto che scoprire l’Anedonia non è sempre facile, in quanto non è una patologia vera e propria, ma il sintomo, e quindi campanello di allarme, di altre malattie come la depressione, disturbi bipolari e simili. Osservando il soggetto in questione però, si potranno notare alcuni comportamenti tipici conseguenti alla presenza dell’Anedonia. Chi soffre di questa malattia solitamente mostra fissità nelle espressioni facciali, una scarsa reazione alle stimolazioni esterne, isolamento dal resto del mondo e il rifiuto categorico di iniziative o interazioni con l’ambiente. Nei casi in cui l’Anedonia venga individuata, il trattamento che si può seguire è quello comune a quanto si fa per chi soffre di disturbi psicologici. In prima battuta lo specialista che segue il caso prescriverà delle sedute psichiatriche, al fine di capire se siano sufficienti a risolvere o a mitigare la problematica in questione. Di fronte ad una condizione di Anedonia che rappresenti la manifestazione iniziale di una patologia più evidente, parliamo come visto in precedenza di depressione o disturbo bipolare, si dovrà potrà seguire un trattamento di tipo farmacologico e magari provare a risolvere il problema aiutandosi anche con le tecniche di psicologia energetica .