Stress e carenze di minerali: come influenzano il cortisolo e il benessere generale
Lo stress è una risposta naturale che ci permette di affrontare situazioni complesse o di pericolo. Tuttavia, quando questa reazione si prolunga nel tempo e diventa cronica, il corpo può subire conseguenze significative, tra cui la disregolazione del cortisolo, conosciuto come ormone dello stress.
Uno degli effetti meno conosciuti dello stress cronico è il suo impatto sulle riserve di minerali essenziali come magnesio, zinco, selenio, sodio e potassio. Questi nutrienti non solo supportano la regolazione del cortisolo, ma sono necessari per il funzionamento dei muscoli, per il metabolismo energetico e per l’equilibrio elettrolitico. Quando le loro concentrazioni diminuiscono, queste attività dell’organismo non si svolgono correttamente, dando luogo a un circolo vizioso che, da una parte, crea disturbi di vario genere, dall’altra aumenta lo stress.
Lo stress e il cortisolo: come funziona la risposta del corpo
Il cortisolo viene prodotto dalle ghiandole surrenali come parte della risposta naturale del corpo allo stress, attraverso l’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA). In condizioni normali, questo ormone aiuta a regolare i livelli di energia, l’infiammazione, il metabolismo e la pressione sanguigna.
Tuttavia, uno stress eccessivo o cronico porta a un’attivazione prolungata dell’asse HPA, che si traduce in una produzione continua di cortisolo. Questa condizione può alterare il metabolismo, aumentare l’infiammazione e compromettere la capacità del corpo di rispondere adeguatamente alle sfide quotidiane.
Uno degli effetti collaterali più rilevanti di questo stato di stress cronico è il danno alle riserve di micronutrienti essenziali, che si esauriscono progressivamente a causa di un’aumentata escrezione urinaria e una riduzione dell’assorbimento intestinale.
Studi scientifici[1] hanno analizzato gli effetti di diversi fattori di stress psicologici e ambientali sulla concentrazione dei micronutrienti rilevando una relazione, anche se saranno necessari ulteriori approfondimenti per comprenderne a fondo le dinamiche.
Minerali e stress: un legame sottovalutato
Secondo gli studi, vi sono alcuni minerali essenziali minacciati dallo stress, in particolare magnesio, zinco, selenio, sodio e potassio, attraverso una combinazione di meccanismi biologici. Questi minerali sono fondamentali non solo per la regolazione del cortisolo, ma anche per il corretto funzionamento dei neurotrasmettitori, la stabilità cardiovascolare e la resilienza fisica.
Magnesio
Il magnesio è coinvolto in oltre 300 reazioni enzimatiche, tra cui il metabolismo energetico e la regolazione dei neurotrasmettitori. È anche indispensabile per modulare la risposta dell’asse HPA.
Tuttavia, le sue riserve possono essere significativamente alterate da stress acuto e cronico. Studi su animali e umani mostrano che lo stress aumenta l’escrezione urinaria di magnesio e ne riduce le concentrazioni plasmatiche, causando potenziali carenze.
Ad esempio, esercizi fisici intensi, esposizione al freddo o a situazioni di forte tensione emotiva (come periodi di esami o scenari simulati di missioni spaziali) portano a una riduzione del magnesio nel siero e nei tessuti. Inoltre, lo stress cronico, come quello sperimentato da persone esposte a lunghi periodi di tensione politica o militare, è correlato a una diminuzione del magnesio ionizzato e totale nel plasma. La privazione del sonno, comune durante i periodi di stress, peggiora ulteriormente queste alterazioni.
Zinco
Lo zinco è essenziale per la sintesi degli ormoni surrenali e dei neurotrasmettitori, rendendolo fondamentale per la resilienza allo stress. Lo stress cronico riduce significativamente i livelli di zinco nel sangue, con conseguenze sul metabolismo energetico e sulla stabilità emotiva. Inoltre, una carenza di zinco compromette la funzione immunitaria, aumentando la vulnerabilità del corpo agli effetti a lungo termine dello stress.
Studi sugli animali hanno evidenziato che lo stress psicologico aumenta i livelli di cortisolo e riduce lo zinco sierico, mentre può causarne un accumulo nel fegato e una diminuzione nell’ippocampo.
Negli esseri umani, lo stress fisico e psicologico, come durante missioni militari simulate o periodi di prigionia, riduce significativamente i livelli di zinco plasmatico.
Selenio
Il selenio è un componente fondamentale di enzimi antiossidanti che contrastano i radicali liberi prodotti durante situazioni di stress cronico o acuto. Questi enzimi limitano i danni alle membrane cellulari, al DNA e alle proteine causati dall’aumento di cortisolo.
Inoltre, protegge la tiroide dai danni ossidativi derivanti dall’attività metabolica intensa ed è coinvolto nella conversione della tiroxina (T4) in triiodotironina (T3), l’ormone tiroideo più attivo, essenziale per il metabolismo cellulare.
Il selenio sostiene anche il sistema immunitario, contribuendo a modulare l’infiammazione. Livelli ottimali di selenio aiutano a mantenere un equilibrio tra risposte pro-infiammatorie e anti-infiammatorie, riducendo il rischio di esacerbare lo stress sistemico.
La carenza di selenio può innescare una cascata di stress ossidativo, aggravando ulteriormente la produzione di radicali liberi e compromettendo la capacità del corpo di mantenere l’equilibrio cellulare (omeostasi).
Sodio e potassio
Lo stress cronico influisce anche sull’equilibrio di sodio e potassio, regolato dall’aldosterone, un ormone prodotto dalle ghiandole surrenali. L’aldosterone agisce sul rene per modulare il riassorbimento di sodio e l’escrezione di potassio, contribuendo a mantenere l’omeostasi dei liquidi corporei e la stabilità cardiovascolare. Durante situazioni di stress, il cortisolo e altri ormoni dello stress possono alterare la normale produzione di aldosterone, portando a uno squilibrio nei livelli di sodio e potassio. Questo può avere effetti sistemici.
Quando i livelli di sodio sono troppo bassi può verificarsi affaticamento, confusione mentale, cali di energia e, nei casi gravi, disfunzioni neurologiche, mentre un livello ridotto di potassio può compromettere la contrazione muscolare, aumentare il rischio di crampi e influire negativamente sulla funzione cardiaca, causando palpitazioni o aritmie.
Contrastare lo stress per il benessere comune
Contrastare lo stress non è solo indispensabile per la qualità della vita in senso psicologico, ma anche per il benessere fisico. Spesso, infatti, i disturbi provocati dalla carenza di minerali vengono erroneamente interpretati come puramente generati dall’ansia, mentre in realtà possono essere il risultato di un complesso intreccio tra alterazioni fisiologiche e squilibri nutrizionali causati dallo stress cronico.
La gestione dello stress attraverso tecniche mirate e con l’adozione di stili di vita più adeguati, meglio se legate a politiche collettive atte a ridurre anche lo stress sociale, possono rappresentare una risposta importante per migliorare il benessere generale.
[1] https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC7442351/