Cancro e infiammazione: c’è relazione?
Sebbene la prevenzione e la cura dei tumori siano sempre più efficaci, il numero di persone a cui viene diagnostica tale malattia è sempre in aumento. Dalle 376 mila nuove diagnosi del 2020 si è saliti alle 395 mila del 2023. Si prevede, inoltre, un aumento dei casi nei prossimi 20 anni, sia per le donne sia per gli uomini, a fronte di una diminuzione della mortalità.
Il cancro, dunque, nonostante i progressi della medicina, rimane la seconda causa di morte (29% dei decessi) dopo le malattie cardiovascolari: non solo gli studi tentano di trovare nuove cure, ma analizzano i fattori predisponenti. A tal proposito, negli ultimi anni, si è esaminato il rapporto tra i tumori e l’infiammazione.
L’infiammazione, infatti, pur essendo un processo naturale e fondamentale di difesa per il nostro organismo che si attiva quando i tessuti subiscono danni o infezioni, in determinate condizioni può trasformarsi in un’arma a doppio taglio, alimentando una serie di condizioni patologiche tra cui il cancro.
Già nel 1863 Rudolf Virchow intuì che molte neoplasie si sviluppano in aree colpite da infiammazione cronica, ponendo le basi per lo studio della progressione tumorale in ambiente infiammatorio.
A distanza di oltre un secolo, la ricerca scientifica ha confermato che l’infiammazione non è solo un fattore predisponente per il cancro, ma spesso lo alimenta, promuovendo la proliferazione cellulare, l’angiogenesi e persino la capacità del tumore di sfuggire al controllo del sistema immunitario.
Quando l’infiammazione va fuori controllo
L’infiammazione è processo difensivo del nostro organismo che ha la funzione di contrastare le aggressioni esterne, come infezioni, e di stimolare la riparazione dei tessuti danneggiati, come nel caso dei traumi. In condizioni acute questo processo si attiva e si risolve in modo rapido ed efficiente eliminando le minacce e ripristinando l’equilibrio. Tuttavia, quando l’infiammazione persiste oltre il necessario, diventa cronica e da alleata si trasforma in un potenziale nemico.
Tutto ciò genera un microambiente patologico caratterizzato da un costante rilascio di citochine pro-infiammatorie, radicali liberi e mediatori del danno cellulare. Si realizza, pertanto, uno stato di allarme continuo che non solo danneggia i tessuti sani, ma favorisce anche la proliferazione cellulare incontrollata e l’accumulo di mutazioni genetiche. È qui che il meccanismo naturale della guarigione si sovverte dando origine a condizioni favorevoli allo sviluppo di malattie come il cancro.
Come osservano Marya e Patel[1], quando il processo infiammatorio rimane attivo alimenta un ciclo di danno e riparazione che destabilizza il normale funzionamento delle cellule. In queste condizioni il cancro trova terreno fertile, sfruttando i mediatori infiammatori e le cellule immunitarie per promuovere la propria crescita e sopravvivenza.
Cancro e infiammazione: una relazione complessa
La relazione tra cancro e infiammazione è profonda e multifattoriale. Nel microambiente tumorale, l’infiammazione cronica agisce non solo come una conseguenza, ma anche come un motore fondamentale della progressione della malattia. I tumori si sviluppano grazie a questo processo: le cellule cancerose dirottano le risorse del corpo, manipolano il sistema immunitario e formano l’ambiente ideale per la propria crescita.
Le citochine pro-infiammatorie, i fattori di crescita e le cellule immunitarie reclutate nell’area del tumore, da un lato, stimolano la proliferazione cellulare e l’angiogenesi, ovvero la formazione di nuovi vasi sanguigni che nutrono il tumore; dall’altro, provocano immunosoppressione, inibendo l’azione delle cellule e delle altre componenti del sistema immunitario che avrebbero la funzione di eliminare le cellule maligne.
Come sottolineano gli studi sul rapporto tra infiammazione e cancro, l’infiammazione cronica contribuisce non solo alla crescita tumorale, ma anche alla sua capacità di formare metastasi, tanto da diffondersi anche in altri organi. Inoltre, l’infiammazione riduce l’efficacia dei trattamenti ormonali e chemioterapici, aggravando la prognosi del paziente.
Anche quei tumori che non paiono essere associati direttamente a condizioni infiammatorie croniche, come quello al seno, mostrano un microambiente caratterizzato da una componente infiammatoria. Questo suggerisce che l’infiammazione non sia solo un fattore di rischio, ma un vero e proprio hallmark del cancro, come proposto dagli studi più recenti.
Fattori di rischio: infiammazione, infezioni e tumori specifici
Non tutti i tumori nascono da condizioni infiammatorie croniche, ma molti tipi di cancro sono strettamente collegati a stati infiammatori persistenti o a infezioni di lunga durata.
Tra queste troviamo:
- Malattie infiammatorie intestinali (IBD), come il morbo di Crohn o la colite ulcerosa, sono collegate a un rischio maggiore di cancro colon-rettale.
- Reflusso acido cronico (malattia da reflusso gastroesofageo) può danneggiare l’esofago, favorendo l’insorgenza del cancro esofageo.
- Prostatite cronica, un’infiammazione della prostata, aumenta il rischio di cancro prostatico.
Secondo gli studi scientifici, le infezioni che innescano uno stato infiammatorio cronico contribuiscono significativamente alla trasformazione neoplastica. Per esempio, il Papillomavirus umano (HPV), responsabile di un’infiammazione cronica della cervice, è associato all’80-90% dei casi di cancro cervicale.
Inoltre, si è scoperto che l’Helicobacter pylori, un batterio che causa gastrite cronica e ulcere, spesso aumenta il rischio di cancro allo stomaco.
Allo stesso modo, i virus dell’epatite B e C, associati a epatiti croniche, aumentano il rischio di carcinoma epatocellulare (cancro al fegato), mentre l’HIV indebolisce il sistema immunitario, compromettendo l’immunosorveglianza e facilitando la crescita di tumori associati a infezioni come il sarcoma di Kaposi.
Infiammazione e mutazioni genetiche
Le infezioni croniche non solo stimolano l’infiammazione, ma spesso rilasciano molecole dannose che aumentano il danno al DNA. I radicali liberi prodotti dai leucociti durante la risposta infiammatoria possono indurre mutazioni genetiche, accelerando il processo tumorale.
Uno degli effetti più insidiosi dell’infiammazione cronica è la capacità di generare instabilità genetica, un processo che altera il DNA delle cellule aumentando la probabilità che si trasformino in cellule tumorali.
Quando i tessuti subiscono danni persistenti, il corpo tenta di ripararli attivando il sistema immunitario. Le cellule immunitarie, come i leucociti, producono molecole altamente reattive, come le specie reattive dell’ossigeno (ROS) e dell’azoto (RNS), per eliminare agenti patogeni o cellule danneggiate. Tuttavia questi radicali liberi, oltre a combattere le infezioni, possono colpire anche le cellule sane causando mutazioni nel DNA. Nel tentativo di riparare questi danni le cellule proliferano rapidamente, ma questo processo accelera l’accumulo di errori genetici creando un ambiente di instabilità genetica.
Questo ciclo di danno e riparazione promuove mutazioni casuali che possono attivare geni che favoriscono il cancro (oncogeni) o disattivare geni soppressori tumorali. L’accumulo di tali mutazioni rende le cellule maligne sempre più aggressive e resistenti, favorendo la progressione del tumore.
L’instabilità genetica indotta dall’infiammazione è quindi un elemento chiave nella relazione tra infiammazione e cancro. Il ciclo perpetuo di danno tissutale e infiammazione cronica non solo impedisce la guarigione, ma permette al tumore di crescere e sopravvivere.
Questa complessa relazione offre importanti spunti per la prevenzione e il trattamento dell’infiammazione cronica attraverso uno stile di vita sano, il controllo dello stress e l’attenzione all’esposoma. Come osservano Marya e Patel, ripensare in modo collettivo agli stili di vita, contrastando stress e condizioni sociali che possono generare infiammazione, si rivela estremamente importante non solo per la cura del cancro, ma per la salute comune.
Fonti:
Balkwill F, Mantovani A. Inflammation and cancer: back to Virchow? Lancet. 2001 Feb 17;357(9255):539-45. doi: 10.1016/S0140-6736(00)04046-0. PMID: 11229684.
Singh N, Baby D, Rajguru JP, Patil PB, Thakkannavar SS, Pujari VB. Inflammation and cancer. Ann Afr Med. 2019 Jul-Sep;18(3):121-126. doi: 10.4103/aam.aam_56_18. PMID: 31417011; PMCID: PMC6704802.
Rupa Marya e Raj Patel, Infiammazione. Medicina, conflitto e disuguaglianza, 2022,
[1] Rupa Marya e Raj Patel, Infiammazione. Medicina, conflitto e disuguaglianza, 2022,