Malocclusione dentale: che cos’è e come si cura
Le malocclusioni dentali si verificano quando le arcate dentarie, superiore e inferiore, sono disallineate: ciò significa che non combaciano perfettamente, in modo tale da impedire una chiusura corretta della bocca.
Tale problematica ha un’incidenza significativa nella popolazione, si stima che interessi tra il 50% e l’80% degli individui in forma più o meno grave.
Le cause della malocclusione sono molteplici e possono avere origine sia congenita sia acquisita. Difatti alla base di questa patologia vi è spesso una predisposizione genetica del paziente, tuttavia, diversi fattori ambientali o abitudini errate possono condizionarne insorgenza e decorso.
Indipendentemente dall’eziologia, la malocclusione se non adeguatamente trattata può comportare una lunga serie di conseguenze e complicanze, sia di natura strettamente odontoiatrica, ovvero l’aumento del rischio di carie, gengiviti, etc., sia di tipo sistemico, per esempio con disfunzioni della masticazione, della postura, etc. Per tale motivo, è fondamentale non sottovalutare il problema ed intervenire prontamente con una terapia mirata.
Cause delle malocclusioni dentali: fattori predisponenti
L’insorgenza della malocclusione dentale è di natura multifattoriale, ciò significa che vi concorrono numerosi fattori, sia congeniti sia acquisiti.
Dal punto di vista genetico, gioca un ruolo cruciale la conformazione scheletrica di base delle ossa della mascella. Difetti di sviluppo, come le ipoplasie mascellari o asimmetrie delle ossa maxillo-facciali, possono comportare una tendenza anatomica al disallineamento dentale.
Anche la disposizione e lo sviluppo dei germi dentari, che vengono determinate dalla genetica, influenzano l’insorgenza di malocclusioni. Ad esempio, denti inclusi, conoidi o sovrannumerari rappresentano condizioni predisponenti notevoli.
Numerosi fattori legati alle abitudini e all’ambiente possono favorire l’insorgenza di malocclusioni dentali.
In parte le cause sono da ricercare nelle abitudini errate tipiche dell’età infantile:
- L’uso prolungato del ciuccio o l’abitudine a succhiare le dita possono alterare la normale spinta della lingua sul palato, compromettendo lo sviluppo delle arcate dentarie.
- L’uso protratto del biberon può fare sì che il latte corrompa lo smalto dentale e il movimento di suzione spinga in avanti gli incisivi.
- Mordere gli oggetti e le unghie può creare pressioni anomale sulle arcate dentali e traumatizzare i tessuti dentali.
Tuttavia, ci sono anche altre cause: condizioni come il bruxismo, ovvero il digrignamento inconscio dei denti durante il sonno, possono influire provocando micro-fratture dello smalto.
Anche la perdita precoce di denti decidui o definitivi può avere una relazione con l’occlusione dentale: carie non curate, che distruggono i denti e consentono la migrazione di quelli adiacenti; traumi diretti sui denti; patologie gengivali che erodono l’osso di sostegno sono tutti fattori di rischio.
Altre cause importanti possono essere rappresentate dai traumi oro-facciali con conseguenti fratture dentali o ossee, che possono danneggiare la struttura di sostegno dei denti.
Gli interventi chirurgici non correttamente eseguiti, per esempio la rimozione eccessiva di denti sani, le incisioni errate o le suture inadeguate che generano una cicatrizzazione imperfetta, sono ulteriori condizioni che possono generare malocclusioni dentali.
Infine, sono da considerare anche le posture scorrette del capo e della lingua che alterano la pressione dei muscoli facciali sulle arcate.
Tutti questi fattori, se protratti a lungo, incidono negativamente sull’equilibrio fra arcate dentali superiori e inferiori, conducendo potenzialmente a una condizione di malocclusione più o meno grave.
È evidente come la malocclusione è il risultato di una molteplicità di eventi patogenetici, su base sia eredo-familiare che acquisita. Da qui l’importanza di instaurare un rigoroso protocollo di monitoraggio e prevenzione già in età infantile.
Equilibrio fra le arcate dentali: l’importanza di una perfetta occlusione
La salute della bocca e l’efficienza masticatoria dipendono da un preciso equilibrio fra le due arcate dentali, superiore e inferiore. Quando si chiude la mandibola, i denti superiori e inferiori devono combaciare armonicamente fra loro, permettendo così di masticare e ingerire il cibo senza problemi.
Purtroppo, tale perfetta relazione, detta occlusione, viene compromessa nel caso insorga una malocclusione dentale.
Le conseguenze non sono solo estetiche o circoscritte alla sfera odontoiatrica. Una malocclusione provoca infatti una serie di disturbi anche a carico dell’apparato muscolo-scheletrico e dei nervi cranici. I sintomi più frequenti, in ordine crescente di gravità, sono:
- difficoltà di masticazione e deglutizione;
- alterazioni nella dizione e nella fonazione;
- dolori cervicali ricorrenti;
- cefalea muscolo-tensiva;
- acufeni e altre manifestazioni neurosensoriali.
È evidente come anche problematiche apparentemente odontoiatriche abbiano in realtà risvolti sistemici importanti. Di qui l’esigenza di correggere tempestivamente qualunque forma di malocclusione, ricorrendo all’ortodonzia odontoiatrica laddove necessaria.
Approccio terapeutico alla malocclusione dentale
Il trattamento della malocclusione dentale deve essere mirato e personalizzato rispetto al singolo caso clinico. Ciò al fine di ripristinare un corretto equilibrio fra le arcate dentali e il corretto allineamento degli elementi dentari. Fortunatamente, esistono soluzioni efficaci anche per le situazioni più critiche.
Innanzitutto, è necessario intervenire sulle cause ambientali o sui comportamentali che possono essere alla base del disturbo. Ad esempio, correggere posture scorrette, eliminare abitudini errate, curare patologie concomitanti.
Successivamente, in base allo specifico tipo di malocclusione, il dentista può ricorrere a:
- Terapia ortodontica mediante apparecchi mobili o fissi, in modo da agire gradualmente nel riposizionamento dei denti. Aziende come Dr. Smile producono apparecchi trasparenti che, oltre ad essere particolarmente efficaci nel riposizionamento dei denti, hanno anche un ottimo effetto estetico. Generalmente efficaci in caso di malocclusioni o disallineamenti di lieve e media entità, richiedono la valutazione di un professionista per determinare la soluzione ortodontica più adatta al caso specifico.
- Estrazione di singoli elementi dentari se responsabili di compressioni anomale.
- Tecniche di riabilitazione implanto-protesica per la sostituzione dei denti mancanti.
- Approccio chirurgico ortodontico per la correzione di anomalie scheletriche dei mascellari.
I tempi di trattamento variano da pochi mesi a diversi anni, in relazione alla complessità del caso. È fondamentale che il paziente si sottoponga a controlli odontoiatrici periodici anche dopo la conclusione della terapia, per mantenere nel tempo i risultati ottenuti ed evitare recidive.