Rottura del tendine di Achille: i tempi di recupero
La rottura del tendine di Achille è un infortunio piuttosto grave, che può richiedere l’intervento chirurgico e tempi di recupero non sempre rapidissimi.
Fortunatamente, si tratta di un infortunio non molto frequente: si stima che possa colpire una persona su diecimila ogni anno e, in genere, interessa gli atleti o le persone con una certa età.
Infatti, questo tendine è piuttosto robusto: costituito da fibre di collagene elastiche, è la struttura connettiva che serve a collegare le parti muscolose situate nel calcagno e nel polpaccio ed è responsabile dei movimenti del piede.
Tuttavia, quando viene sottoposto a uno sforzo eccessivo, le fibre possono lacerarsi. Nelle persone anziane, invece, l’infortunio può essere provocato dalla degenerazione fisiologica della struttura tendinea. Infatti, con l’età i tendini hanno la tendenza a diventare meno elastici e più fragili, risultando così più facilmente esposti a lacerazioni.
Rottura del tendine di Achille: sintomi e cause
La rottura del tendine di Achille è un infortunio piuttosto doloroso che, nella maggior parte dei casi, compare in seguito ad un evento traumatico, come una caduta. Un altro caso frequente è quello che si realizza in seguito a una tendinite trascurata.
In genere, se la lesione del tendine d’Achille segue un trauma i sintomi sono:
- Dolore acuto: nella parte posteriore della gamba si percepisce un dolore intenso che insorge all’improvviso, specialmente dopo l’impatto o dopo la caduta, e impedisce di camminare. Talvolta, persino l’appoggio del piede è molto difficoltoso.
- Impossibilità di piegare il piede: anche da fermo e senza appoggio, il piegamento del piede verso il basso può essere molto doloroso o, comunque, difficile da realizzare.
- Schiocco nella parte interessata: quando il tendine d’Achille si rompe il soggetto può percepire un vero e proprio schiocco che si realizza nel momento della lesione.
- Ematoma: in genere, nell’area della caviglia compare un ematoma. Spesso, infatti, assieme alla lesione del tendine si possono verificare piccole rotture dei capillari circostanti.
- Gonfiore alla caviglia: l’infiammazione che segue all’evento traumatico porta alla formazione di gonfiore alla parte posteriore del piede, specialmente nel calcagno, e alla caviglia.
Quando, invece, la lesione non è causata da un evento traumatico ma è la conseguenza di una tendinite trascurata oppure di una patologia reumatica, come la gotta o l’artrite reumatoide, i sintomi sono simili ma possono avere un esordio meno improvviso e meno violento.
La rottura del tendine di Achille negli sportivi
La rottura del tendine d’Achille è un infortunio più frequente negli atleti e nelle persone che hanno un’attività sportiva intensa.
Di solito, può essere provocata da uno stress eccessivo del tendine ma anche da eventi traumatici:
- quando una contrazione improvvisa del muscolo provoca una eccessiva sollecitazione: per esempio, quando si inizia l’attività sportiva senza un riscaldamento sufficiente;
- quando si prosegue nell’attività sportiva intrapresa in presenza di una forte infiammazione o di una lesione preesistente;
- quando si appoggia in modo errato la pianta del piede, per esempio in seguito a un salto;
- quando si subisce un forte impatto;
- quando si ha un indebolimento delle fibre causate da alterazioni metaboliche o dall’uso di farmaci cortisonici.
Come diagnosticare la lesione del tendine d’Achille
Se si sospetta una lesione del tendine d’Achille di una certa entità, sia in seguito a un evento traumatico sia come conseguenza di un danno preesistente, è indispensabile rivolgersi a uno specialista, che valuterà eventuali approfondimenti.
Tuttavia, lo stesso ortopedico può provare con il test di Thompson: si tratta di un test attuato sul polpaccio, attraverso il quale si può avere una indicazione del tipo di lesione.
Il paziente viene posto in posizione supina e il medico agisce sul polpaccio per innescare la flessione plantare.
- Se la flessione risulta del tutto assente o fortemente ridotta, è probabile che il tendine abbia subito una lesione completa
- Tuttavia, se la lesione è parziale, la flessione potrebbe essere quasi normale.
Pertanto, in ogni caso, il sospetto diagnostico deve essere confermato da esami come l’ecografia o la risonanza magnetica.
È sempre indispensabile l’intervento chirurgico?
Il trattamento per la rottura del tendine d’Achille non è sempre uguale, ma ci possono essere indicazioni diverse a seconda della gravità della lesione, dell’età del soggetto, delle sue condizioni di salute e del livello di attività svolto.
In ogni caso, nella maggior parte dei casi l’intervento chirurgico è la soluzione più opzionata, specialmente nelle persone giovani, che svolgono parecchia attività fisica e quando la rottura è completa.
L’intervento viene attuato in anestesia locale, con una incisione nella parte posteriore della caviglia condotta in modo tale da evitare che le scarpe, quando si riprenderà a camminare, appoggino sulla cicatrice.
I tempi di recupero dopo l’intervento
Dopo l’intervento chirurgico, di solito segue un periodo di immobilizzazione della caviglia di 40 giorni: il piede viene posizionato a 90° rispetto al polpaccio e fermato da un tutore che impedisca il movimento.
Per la ripresa delle normali attività quotidiane saranno necessari circa 2 mesi, mentre per le attività sportive si dovranno attendere tra i 4 e i 6 mesi, a seconda delle condizioni specifiche del soggetto. Tuttavia, per riprendere una attività sportiva intesa, per esempio per gli atleti, possono essere necessari anche dai 7 ai 9 mesi.