Edulcoranti alimentari e rischio cardiovascolare: che rapporto c’è?
Il rapporto tra gli zuccheri aggiunti a cibi e a bevande e il rischio cardiovascolare rappresenta un tema ampiamente dibattuto verso il quale sono stati fatti numerosi studi. È ormai accertato come un consumo eccessivo di zuccheri possa essere dannoso alla salute, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomandata che l’apporto energetico derivante dallo zucchero libero non superi il 5%.
Per contrastare l’utilizzo di zuccheri dannosi alla salute sono stati, pertanto introdotti edulcoranti alimentari artificiali il cui uso è in continuo aumento, con una corrispondente crescita economica nel mercato globale.
Si tratta infatti di un importante business, in particolare per quanto riguarda sostanze come le bevande zuccherate artificialmente, gli snack e i prodotti alimentari a basso contenuto calorico.
Ci sono poi dolcificanti artificiali che vengono usati direttamente in sostituzione dello zucchero. Anche in questo caso sono state stabilite delle limitazioni: sia l’autorità europea per la sicurezza alimentare sia la Food and Drug Administration negli Stati Uniti consigliano di non esagerare con il loro utilizzo.
A tal proposito, ci si è domandato se tali dolcificanti non possano essere altrettanto dannosi e sono stati introdotti degli studi sull’argomento. L’oggetto della valutazione riguarda la possibilità che gli edulcoranti artificiali possono avere un’influenza negativa in relazione alle malattie cardiovascolari e cerebrovascolari. In particolare, è stato recentemente pubblicato uno studio sul British Medical Journal presentato dalla università della Sorbona di Parigi.
Gli effetti degli edulcoranti artificiali sulla salute: lo studio francese
Fino ad ora gli studi condotti sull’assunzione di dolcificanti artificiali si sono concentrati esclusivamente sugli effetti provocati dai dolcificanti artificiali contenuti nelle bevande. Lo studio presentato in questa circostanza ha, invece, preso in considerazione per la prima volta anche i dolcificanti artificiali contenuti nei cibi.
Lo studio è stato condotto su un campione di oltre 100.000 adulti francesi dei quali circa 37% consumava abitualmente dolcificanti artificiali. Nella gran parte dei casi, 58%, si trattava di aspartame, mentre nel 29% di acesulfame potassico, nel 10% di sucralosio e nel 3% di altri dolcificanti, tra cui ciclammati e saccarina. I partecipanti allo studio erano persone maggiorenni appartenenti alla coorte Nutrinet-Santé, che sono state sottoposte a una serie di questionari relativi alla dieta, alla salute, ai dati antropometrici, allo stile di vita e il livello di attività fisica.
Le associazioni dei dati sono avvenute inizialmente per un periodo di due settimane quindi ogni 6 mesi, mentre il follow up medio è stato di 9 anni. Nei giorni in cui sono avvenute le registrazioni, i partecipanti hanno indicato tutti i cibi e le bevande che hanno consumato durante i pasti principali della giornata (colazione, pranzo e cena) e durante altri spuntini fuori pasto, la cui valutazione dietetica è stata convalidata da un dietista qualificato.
Attraverso tre database internazionali che permettono di verificare i componenti alimentari presenti in ogni prodotto, tra cui Open Food Facts[1], si è potuto determinare per ogni alimento e per ogni bevanda la presenza di additivi alimentari e registrarne in quantitativo.
Pertanto, attraverso lo studio della Sorbona, si è potuto stimare l’assunzione di aspartame, acesulfame potassio, sucralosio, ciclammati, saccarina, taumatina, neoesperidina diidrocalcone, glicosidi steviolici e sale di aspartame-acesulfame potassio e creare una somma variabile di dolcificanti artificiali totali etichettati.
I risultati della ricerca francese su edulcoranti alimentari e rischio cardiovascolare
Secondo i dati ottenuti dallo studio, che ha avuto un follow-up medio di nove anni, è risultato che l’utilizzo di edulcoranti alimentari provocherebbe un aumento del 9% del rischio cardiovascolare e cerebrovascolare, tra cui malattie come infarto del miocardio, sindrome coronarica acuta, angioplastica, ictus, ischemie.
Secondo i dati rilevati, questo aumento del rischio sarebbe associato a un uso medio di 42,46 mg di edulcorante al giorno, che corrisponde a un pacchetto di dolcificante da tavola o a 100 ml di bevanda gassata senza zucchero. In particolare, gli edulcoranti che sarebbero oggetto dei maggiori sospetti di rischio sono l’aspartame, l’acesulfame potassico e il sucralosio.
Tuttavia, gli stessi scienziati che hanno condotto la ricerca dichiarano che non ci siano ancora prove sufficienti per stabilire quale sia la quantità di edulcorante artificiale in grado di provocare un aumento di rischio per la salute.
Sebbene lo studio sia stato condotto su una ampia base di persone, ovvero oltre 100.000, si è registrata un’incidenza di 346 eventi cardiovascolari tra i consumatori di dolcificante artificiale contro 314 tra le persone che non hanno consumato tali sostanze.
Come affermato dagli stessi esperti, sebbene questo studio abbia parecchi punti di forza e sia stato realizzato con un metodo particolarmente affidabile nella valutazione della dieta, sarà necessario, in futuro, condurre studi sperimentali a lungo termine per avere la certezza scientifica. A questo proposito andrebbero condotti degli studi come quelli già attuati per il rapporto tra il fumo di sigaretta e il rischio di cancro ai polmoni.
In attesa di avere certezze scientifiche, è bene però considerare queste sostanze come una alternativa allo zucchero senza però eccedere nelle quantità, per evitare di cadere in un rischio altrettanto grave quanto quello portato dagli zuccheri liberi.
[1] https://world.openfoodfacts.org/