Obesità e svantaggio sociale: la situazione in Italia
L’obesità in Italia, come all’estero, rappresenta un problema sempre più frequente e preoccupante, che colpisce un numero sempre maggior di persone in tutte le fasce di età. Sebbene queste dinamiche siano sotto l’attenzione della comunità scientifica spesso, purtroppo, non vengono tenute in considerazione tutte le condizioni che le generano.
Come dimostrato da uno studio americano[1] sul rapporto tra lo svantaggio sociale e la salute, si tende a prendere in considerazione solamente le cause fisiche, mentre si tralasciano le condizioni sociali che, pure, in paesi come gli Stati Uniti rappresentano uno dei motivi principali di crisi di salute pubblica. Se a livello internazionale il problema si presenta con queste criticità, ci si chiede quale può essere la situazione nel nostro paese.
Lo studio suggerisce come la prevenzione per patologie come l’obesità, il diabete e le malattie cardiovascolari, etc., dovrebbe essere affrontata in maniera più organica, prendendo in considerazione lo svantaggio in cui si trovano anche sotto questo profilo le classi sociali più deboli. Pertanto, si renderebbe necessario un intervento, anche di tipo politico, che tenda a contrastare le dinamiche sociale che influiscono su queste patologie.
Obesità in Italia: la situazione
La situazione che si è generata con la pandemia e le restrizioni ad essa collegate hanno reso ancora più fragili le classi che già si trovavano in situazioni socioeconomiche difficili.
A ciò si sono aggiunge il fatto che le abitudini che si sono instaurate a causa delle restrizioni hanno peggiorato le condizioni di pazienti che già soffrivano di sovrappeso o di obesità.
[1] https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/oby.23336
Soprattutto nei bambini, il cosiddetto fenomeno della covibesity ha fatto aumentare sensibilmente il numero di coloro che soffrono di disturbi alimentari e, anche dopo il ritorno alla normativa, certe abitudini scorrette sono rimaste, in quanto si presentano molto difficili da estirpare.
Ma la pandemia non è l’unica causa di un quadro di per sé già preoccupante: gli esperti segnalano la necessità di affrontare il problema in modo strutturale, richiamando l’attenzione delle istituzioni, le quali dovrebbero essere in prima linea nel contrasto a questa condizione.
I dati sull’obesità nel nostro paese si possono reperire tramite l’Italian Barometer Obesity Report, preparato dall’IBDO Foundation in collaborazione con l’Istat. Anche da questa relazione si possono notare gli stessi trend che vengono segnalati dallo studio americano sulla relazione tra obesità e condizioni sociali.
Anche nel nostro paese, infatti, i problemi di salute, e in particolare proprio obesità e sovrappeso, hanno una prevalenza maggiore nelle classi sociali più svantaggiate, nelle quali si osservano condizioni reddituali più sfavorevoli, un grado di istruzione spesso insufficiente e maggiori difficoltà nell’accesso alle cure.
Tutto ciò attiva un circolo vizioso all’interno del quale i soggetti si trovano in una condizione di disuguaglianza da cui non solo è difficile uscire, ma che tende a peggiorare progressivamente.
Dati sull’obesità in Italia per titolo di studio e età
Non si tratta soltanto di condizioni economiche, ma spesso anche legate all’istruzione. I dati, infatti, mostrano come tra le persone con un titolo di studio medio-alto il problema dell’obesità sia più contenuto: la percentuale di obesi tra le persone laureate è del 4,6%, tra i diplomati è del 5,8%, mentre tra le persone che hanno conseguito unicamente la licenza elementare la percentuale è circa del triplo (15,8%).
Lo stesso discorso vale per il sovrappeso, sebbene le differenze siano meno importanti rispetto a quello che avviene con l’obesità: man mano che aumenta il livello di istruzione diminuisce la percentuale di persone in sovrappeso. In particolare, questa tendenza si nota tra le persone della fascia di età compresa tra i 18 e i 44 anni.
Differenze importanti si notano anche su base territoriale: il Sud Italia, nel quale la scolarizzazione è in maggiore difficoltà, le percentuali di persone obese e in sovrappeso sono superiori rispetto al nord (11,6% contro 8,4%).
Tutti questi dati dimostrerebbero che anche in Italia la prevalenza dell’obesità è legata alle condizioni sociali: ci sarebbe, dunque, conferma del fatto che le condizioni socioeconomiche disagiate possono influire negativamente sulle le persone mettendole maggiormente a rischio obesità.
Fronteggiare il rischio obesità: la sfida del futuro
Questi ultimi mesi hanno messo a dura prova tutta quanta la società e hanno portato a trasformazioni importanti sotto molti punti di vista, che interessano la sfera demografica, sociale e ambientale.
A ciò si aggiunge il fatto che si sta andando incontro a un progressivo invecchiamento della popolazione e che le fasce deboli sono numericamente consistenti. Purtroppo, nell’opinione pubblica non è ancora sufficientemente chiaro come questi fattori influiscano in modo diretto sulle condizioni di salute delle persone e come sia necessario intervenire in modo strutturale per prevenire i rischi. A ciò si aggiunge uno stigma sociale in base al quale si colpevolizzano le persone affette da problemi di obesità e sovrappeso come uniche responsabili della loro patologia.
L’informazione e il miglioramento del livello culturale possono giocare un ruolo fondamentale, sia nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle istituzioni, sia per aiutare le persone in difficoltà. Tuttavia, il ruolo della politica si presenta fondamentale: oltre ad attivare iniziative comunicative, è necessario creare una rete di assistenza che offra la possibilità di prevenire, ancor prima che curare queste patologie.