Ipotiroidismo e sport: i benefici dell’attività fisica
Fare attività sportiva quando si soffre di ipotiroidismo è possibile. Anzi, anche in presenza di patologie tiroidee è molto importante mantenere uno stile di vita sano e un comportamento alimentare corretto.
Seguire una dieta corretta e praticare attività fisica in modo adeguato possono servire per tenere sotto controllo i disturbi legati alla tiroide.
Ipotiroidismo e sport, dunque, sono strettamente legati tra loro, anche se non è sempre semplice gestire in modo corretto gli allenamenti.
Che cos’è l’ipotiroidismo
La tiroide è una ghiandola situata nella parte inferiore e anteriore del collo. Essa regola la funzione endocrina attraverso la produzione di due ormoni: triiodiotironina (T3) e la tiroxina (T4). Quando la produzione di questi ormoni non è sufficiente, si verifica l’ipotiroidismo.
Si tratta di una sindrome che provoca un rallentamento dei processi metabolici, con conseguenze anche serie sulla salute.
La tiroide ha tutta una serie di funzioni che servono alle regolazioni dell’organismo. Pertanto, uno scorretto funzionamento influisce su tutta una serie di attività fisiologiche. Oltre al metabolismo corporeo, la tiroide agisce sulla sintesi delle proteine, sullo sviluppo della pelle, sulla regolazione del battito cardiaco e della temperatura corporea.
Le cause dell’ipotiroidismo
L’ipotiroidismo si verifica quando la tiroide non è in grado di produrre la sufficiente quantità di ormoni che servono a svolgere tutte le funzioni a cui sono predisposti.
Si calcola che i malfunzionamenti della tiroide siano piuttosto diffusi, in quanto una persona su 5 ne soffre. Inoltre, le donne hanno una maggiore predisposizione: avrebbero circa il 20% di probabilità in più rispetto agli uomini di trovarsi di fronte a disturbi di questo genere.
L’ipotiroidismo può essere provocato da cause primarie oppure da cause secondarie, cioè dalla presenza di altre patologie che, a loro volta, provocano un malfunzionamento della tiroide.
L’ipotiroidismo primario può essere provocato da:
- patologie di tipo autoimmune, come la tiroidite di Hashimoto;
- infiammazioni della tiroide, come la tiroidite;
- rimozione chirurgica della tiroide;
- utilizzo di terapie per il trattamento dell’ipertiroidismo;
- carenza di iodio;
- utilizzo di alcuni farmaci che contrastano la funzione endocrina;
- disturbi ereditari a carico della tiroide.
L’ipotiroidismo secondario si verifica più raramente rispetto all’ipotiroidismo primario. Esso compare in presenza di altre patologie che interferiscono con la capacità dell’ipofisi di secernere la quantità sufficiente dell’ormone TSH. Sono patologie a carico dell’ipofisi, come le neoplasie ipofisarie.
Il rapporto tra attività sportiva e funzioni tiroidee
Le relazioni tra la funzione tiroidea e l’attività sportiva ci sono e sono piuttosto importanti. La regolazione del metabolismo da parte della tiroide influisce non solo nella vita quotidiana, ma anche quando si fa sport. Pertanto, quando vi è un malfunzionamento tiroideo le prestazioni sportive subiscono immediatamente un’influenza negativa.
Così come l’ipertiroidismo provoca aumento dei battiti cardiaci, nervosismo, ansia e iperattività, l’ipotiroidismo porta stanchezza, spossatezza, tendenza all’aumento di peso.
Nel caso di ipertiroidismo va valutata accuratamente la modalità con cui praticare l’attività sportiva per evitare di stressare le fibre muscolari, che già potrebbero aver subito una sorta di depauperamento. Ciò non significa che non si possa fare sport, ma che vada organizzata la giusta programmazione per evitare di accelerare ulteriormente il metabolismo, soprattutto in certe fasi della malattia.
Per quanto riguarda l’ipotiroidismo, in generale, l’attività fisica è consigliata, anche se è sempre opportuno valutare caso per caso. Chi soffre di ipotiroidismo, a differenza dei soggetti con ipertiroidismo, ha il metabolismo lento, pertanto ha necessità di accelerarlo.
In genere, per il soggetto con ipotiroidismo si consiglia di:
- Potenziare la struttura muscolare, anche con esercizi in palestra. Tuttavia, l’allenamento deve essere ben calibrato e studiato sul soggetto. Il carico deve essere graduale e non eccessivo. Sempre meglio partire da una attività fisica a corpo libero, mentre i pesi possono essere aggiunti in un secondo momento, ma comunque sempre in modo graduale e valutando attentamente le possibilità del soggetto.
- Prediligere attività aerobica con livelli di intensità moderata, ma protratti nel tempo. Gli studi più recenti hanno dimostrato che l’attività fisica prolungata, sebbene non molto intensa, ha migliori capacità di far aumentare la produzione di ormoni T3 e T4 rispetto a un’attività più intensa, ma breve. In ogni caso, l’attività aerobica è consigliata anche per le persone poco allenate, per chi è in forte sovrappeso e per chi soffre di cuore. Si può iniziare con camminate leggere e poi aumentare gradualmente la durata e l’intensità. Il jogging a velocità moderata può essere un buon punto di arrivo per questo tipo di attività.
- Contrastare la ritenzione idrica. In genere, all’ipotiroidismo si associa la ritenzione idrica che, invece, si riduce con l’attività fisica. Quando si fa sport, bisogna fare attenzione a idratarsi nella modalità corretta: bere esclusivamente acqua, senza attendere di sentire la sete, e regolare la quantità da introdurre in base alla temperatura esterna e a quanto si suda.
- Abbinare l’attività fisica a una corretta dieta. È sempre consigliabile rivolgersi al medico, in modo da organizzare correttamente la propria alimentazione. Se si fa sport, bisogna avere le energie sufficienti per supportare lo sforzo, senza però eccedere in calorie. Tanto più quando ci sono disfunzioni tiroidee, è importante non affidarsi al fai da te.