Mindfulness e sport: come la meditazione aiuta nell’attività sportiva
I risultati nell’attività sportiva non dipendono solo dalla performance in sé e dalle capacità tecniche dall’atleta, ma sono fortemente condizionate dal modo in cui la gara viene affrontata da un punto di vista psicologica.
Oggi infatti sono molti gli atleti che scelgono preparatori e trainer in grado di aiutarli ad affrontare le difficoltà non solo tramite l’allenamento fisico, ma anche allenando la mente.
In questo un enorme aiuto arriva dalla mindfulness, disciplina che trae le mosse dalla meditazione orientale.
Che cos’è la mindfulness e come funziona
Mindfulness è un termine che significa consapevolezza di sé e nasce come adattamento della pratica di meditazione buddista, la quale è stata privata della componente spirituale per trasformarla in un allenamento mentale da ripetere quotidianamente.
Il primo a utilizzare la mindfulness per la riduzione dello stress fu il medico statunitense Jon Kabat-Zin, che creò un programma denominato Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR).
L’utilizzo del protocollo MBSR porta il soggetto ad entrare in contatto con ciò che accade dentro e fuori di sé, con l’obiettivo di vivere il presente in modo più pieno, ascoltando il proprio vissuto senza giudicarlo.
Ciò che fa la differenza è la capacità di essere sempre vigili, nonostante la nostra mente sia naturalmente portata a perdere il contatto con il presente[1]: la consapevolezza riguarda proprio la capacità di tenere la mente concentrata senza lasciarsi distrarre dalla normale attitudine di vagare. Il cervello umano è fatto per passare continuamente da una associazione mentale all’altra, tuttavia in questo continuo passaggio da un concetto all’altro perde il momento presente. La mindfulness stimola l’esercizio a continuare a riportare la mente al momento presente, senza giudizio né critica.
L’efficacia della mindfulness nello sport
Studi scientifici, in particolare legati allo sviluppo delle neuroscienze, hanno dimostrato una notevole efficacia di questa disciplina nella tecnica della gestione del dolore e nel contrasto allo stress, oltre che come strumento medico-terapeutico in associazione a trattamenti medici tradizionali.
Anche nello sport si sono rilevati risvolti particolarmente positivi, in particolare in relazione alla gestione dello stress e nella riduzione dell’ansia da prestazione.
I pensieri negativi, come la paura di non essere all’altezza, l’ansia e la prefigurazione di uno scenario catastrofico, sono in grado di condizionare negativamente anche la prestazione. Ad essi si possono aggiungere situazioni personali che possono provocare atteggiamenti evitanti e influenzare ulteriormente i risultati.
Fino ad alcuni anni fa, la psicologia dello sport si basava su protocolli di terapia cognitivo-comportamentale, che agiva su schemi cognitivi con l’obiettivo di portare all’autocontrollo. Oggi, invece, sono moltissimi i trainer che ritengono più efficace la mindfulness tanto più che si tratta di una tecnica non necessariamente legata a un percorso di terapia psicologica.
Uno studio pubblicato sul Journal of Health Psychology analizza il rapporto tra la quantità di cortisolo prodotta dall’organismo, il cosiddetto ormone dello stress. L’esame è stato svolto su alcuni soggetti, misurando il livello di cortisolo prima e dopo un ritiro di meditazione di tre mesi. I dati raccolti hanno suggerito che esiste una correlazione tra l’esercizio della mindfulness e la produzione a riposo del cortisolo: in particolare, secondo gli studiosi ad un aumentato livello di consapevolezza corrispondeva una minore produzione di cortisolo e viceversa.
La mindfulness e la gestione del dolore nei traumi sportivi
La mindfulness aiuta non solo gli sportivi, ma tutte le persone che devono gestire situazioni di stress e ad affrontare le difficoltà con efficacia.
La chiave per superare tali difficoltà consiste nel riuscire a interpretare la realtà in modo diverso da come si fa abitualmente, riuscendo a tenere l’attenzione fissa sull’obiettivo, senza disperdere energie nelle divagazioni in cui normalmente la nostra mente si perde. In questo modo il livello di concentrazione aumenta sensibilmente, eliminando gli effetti negativi dell’ansia e della paura di non raggiungere gli obiettivi preposti.
Ma c’è di più: la mindfulness ha effetti positivi sulla mente e sul corpo anche nella gestione degli infortuni.
Ogni anno nel Regno Unito mediamente si verificano quasi 30 milioni di infortuni sportivi con diversi livelli di gravità. Spesso si portano dietro risvolti imprevedibili, non solo dal punto di vista puramente fisico, ma anche psicologico, con il rischio di portare all’abbandono sportivo.
A questo proposito è stato condotto uno studio dalla School of Sport and Exercise Sciences dell’Università del Kent, nel quale sono stati presi in esame 20 atleti, 14 maschi e 6 donne, di età compresa tra i 21 e i 36 anni, i quali avevano subito un serio infortunio. Sono stati suddivisi in due gruppi: il primo gruppo si è sottoposto unicamente alle sedute di fisioterapia, mentre il secondo gruppo, oltre alla fisioterapia, si è sottoposto a sedute di mindfulness, secondo il protocollo MSBR, in sessioni di un’ora e mezza alla settimana per otto settimane.
I dati rilevati[2] hanno mostrato un sensibile aumento della tolleranza al dolore e un incremento del livello di consapevolezza per il gruppo sottoposto alle sedute di mindfulness, mentre entrambi i gruppi hanno mostrato un cambiamento di umore positivo.
In ogni caso, l’obiettivo è di continuare la ricerca medica, nella speranza di valutare la possibilità di utilizzare la mindfulness anche a scopo terapeutico. Del resto, l’influenza positiva di questa disciplina sul corpo, in particolare sul rafforzamento del sistema immunitario e sulla riduzione della pressione sanguigna, è già stata dimostrate da molti studi e molti altri sono tuttora in corso.
[1] Jon Kabat-Zinn, Dovunque tu vada ci sei già, 1994
[2] Effect of Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR) in Increasing Pain Tolerance and Improving the Mental Health of Injured Athletes, Frontiers in Psychology.