Chi fa più sport tra uomini e donne?
Che fare sport sia molto importante il benessere e la salute è ormai ampiamente dimostrato dagli studi scientifici, tanto che oggi gli enti preposti alla tutela della salute si prodigano nella promozione dell’attività fisica a tutti i livelli.
La situazione è complessa e, nonostante le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, in molti paesi del mondo i livelli di inattività sono molto elevati, superando anche il 70%.
Nel documento pubblicato nel 2019 dall’Istituto Superiore di Sanità con le linee d’indirizzo sull’attività fisica si dice: “Nella maggior parte dei paesi, ragazze, donne, anziani, gruppi svantaggiati, persone con disabilità e malattie croniche hanno minori opportunità di essere fisicamente attivi”.
Le donne sembrano, dunque, essere in una situazione di svantaggio rispetto agli uomini.
I dati dello sport: quanti sono gli inattivi in Italia?
Negli ultimi anni sono state condotte numerose ricerche per avere il polso della situazione sulla percentuale di sportivi attivi e sulle abitudini legate all’attività sportiva.
Nel 2018 sono stati resi noti i dati di Eurobarometro che ha analizzato per la Commissione Europea i comportamenti sportivi dei cittadini europei.
L’Italia è uno dei paesi con il tasso di inattività più alto: oltre il 72% della popolazione non fa mai sport. Se si considera, poi, la quota di persone che non svolge nemmeno tipi di attività fisica “informali”, come andare al lavoro in bicicletta, fare giardinaggio o dedicarsi a un ballo, la percentuale sale al 75%.
Così come già sottolineato nel documento dell’Iss, anche qui si nota un notevole divario tra uomini e donne: mentre gli uomini totalmente inattivi sono il 69%, le donne salgono addirittura al 79%.
Secondo quanto dichiarato dagli intervistati, i motivi per cui non si pratica sport sono numerosi, ma una notevole percentuale imputa la causa principale alla mancanza di tempo (40%). Seguono, poi, la demotivazione o la mancanza di interesse (20%), impossibilità fisica (14%), il costo (7%).
Perché le donne fanno meno sport degli uomini
Anche in dati presentati dall’Iss durante la Terza Giornata della salute della donna, che si è tenuta a Roma nel 2018, confermano la tendenza a una maggiore inattività femminile.
Tuttavia, le donne sembrano avere una maggiore cura del proprio benessere e del proprio corpo: risulterebbe infatti che mediamente ci sia un numero minore di donne in sovrappeso rispetto a quello degli uomini. Inoltre, le donne fumano meno e bevono meno alcolici degli uomini.
L’obesità e il sovrappeso sarebbero tendenzialmente più frequenti negli anziani (oltre il 40% delle persone con un peso sopra la norma si colloca nella fascia di età tra i 50 e il 69 anni) e negli uomini: 40,2% degli uomini contro il 23,8% delle donne hanno un peso eccessivo e 11,2% degli uomini contro il 9,9% delle donne sono obesi.
Per quanto riguarda, invece, l’attività sportiva svolta, i dati Istat del 2016 confermano quelli della ricerca europea del 2018, segnalando una differenza di inattivi del 10% tra uomini e donne.
Viene pertanto spontaneo chiedersi come mai le donne, apparentemente più attente alla salute, si dedichino meno degli uomini allo sport.
Le cause possono essere diverse e non sempre di facile interpretazione, tuttavia potrebbero esserci influenze di tipo culturale e sociale a rendere meno agevole l’attività sportiva femminile, soprattutto tra le classi più disagiate.
Gli ostacoli alla pratica dello sport per le donne
La disparità tra uomini e donne nello sport inizia presto: fin da bambini sono più numerosi i maschi che praticano una attività sportiva regolarmente, ma è nell’età adulta che le differenze diventano più evidenti, frutto di una cristallizzazione di stili di vita e credenze, talvolta errate.
L’associazione britannica “Women in sport”, che si occupa di sostenere fin da piccole le bambine che praticano sport, individua tre motivi per cui le ragazze sono più in difficoltà nella pratica sportiva rispetto ai coetanei maschi:
- Gli stereotipi proposti dai media riguardo al corpo femminile spesso inducono le adolescenti a temere che, con la pratica sportiva, il proprio corpo possa essere meno femminile di quello che desidererebbero. I loro coetanei maschi, al contrario, sono incoraggiati a praticare sport proprio dalle immagini dei corpi scolpiti dei loro atleti preferiti, anche a causa dell’influenza dei media.
- Sebbene anche le ragazze siano interessate alla competizione e abbiano il desiderio di mettersi in gioco, tendono a essere scoraggiate a causa della degenerazione della competitività. Le donne non amano l’aggressività e talvolta sono intimorite dal dover mostrare pubblicamente le loro prestazioni sportive.
- Sempre secondo l’associazione britannica, in alcuni contesti lo sport non è visto come un importante mezzo per raggiungere il benessere e per la crescita personale, ma come una distrazione da attività considerate culturalmente più elevate come lo studio. I genitori condizionano, quindi in figli, soprattutto le femmine, non incentivandole a dedicarsi allo sport.
Gli stereotipi culturali condizionano, dunque, i genitori, che tendenzialmente ostacolano più le femmine che i maschi.
Nel pensiero comune è frequente sentir dire che gli uomini negli sport sono più abili rispetto alle donne: si tratta di un pregiudizio, tanto più se si considera che esistono differenze statisticamente importanti nella struttura fisica. Ma peso e altezza non sono tutto. In alcuni tipi di competizione la maggiore agilità e capacità di coordinazione femminile possono essere un valore aggiunto.
Alcuni sport, oggi, stanno diventando più divertenti proprio se praticati dalle donne: nel calcio come nella pallavolo, l’iper-specializzazione e la tecnica eccessiva dello sport praticato dagli uomini rende più noiosa la fruizione. Tuttavia, i mass media continuano a dare più spazio e più rilievo agli sport maschili, rendendo più difficile il superamento dei pregiudizi.
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