Come igienizzare abiti sportivi e attrezzature al ritorno dalla palestra
Con la fase 2 del coronavirus, le palestre hanno riaperto le porte agli sportivi e, dopo mesi di ginnastica in casa, finalmente si può riprendere ad allenarsi nei luoghi più adatti.
Tuttavia, per salvaguardare la propria salute e quella degli altri, sono state stabilite regole molto scrupolose: in questi ambienti, dove il contatto corpo a corpo è maggiore, il rischio di contagio è più elevato ed è necessario tenere alta l’attenzione.
Molte persone, oltre a fare attenzione al proprio comportamento quando si trovano in palestra, si fanno lo scrupolo di come igienizzare gli abiti sportivi una volta tornati a casa, nel dubbio di portarsi in casa il virus attraverso abiti e attrezzature usate in palestra. E si tratta, senza dubbio, di una lecita precauzione.
Le norme da rispettare nelle palestre
Durante l’attività sportiva in palestra è molto importante rispettare norme igieniche che riducano il rischio di diffusione del virus.
I gestori delle palestre sono tenuti a seguire delle prassi molto serie, tuttavia è indispensabile la collaborazione e l’attenzione di tutti.
Distanziamento fisico nelle palestre
In primo luogo, è fondamentale il distanziamento fisico, tanto più negli ambienti chiusi. Secondo il Ministero della Salute, il virus si trasmette prevalentemente attraverso il contatto stretto e, in particolare, è il droplet il principale veicolo di contagio. Per droplet, che letteralmente significa “gocciolina”, si intendono le goccioline di saliva nebulizzata.
Ciò significa che ci si può contagiare attraverso:
- la saliva;
- i colpi di tosse;
- gli starnuti;
- il sudore;
- i contatti diretti;
- il contatto tra mani e occhi, naso, bocca.
Se in situazioni di normalità, è sufficiente un distanziamento di circa un metro tra le persone per evitare il rischio che il virus possa trasferirsi da una persona all’altra, quando si fa sport la distanza dovrebbe essere maggiore.
Secondo uno studio olandese, i droplet, durante lo sforzo sportivo, possono compiere tragitti molto più lunghi: il distanziamento di un metro non è quindi sufficiente, ma devono essere almeno due.
Inoltre, gli spazi chiusi, soprattutto se non c’è sufficiente circolazione d’aria e se c’è una alta densità di persone, sono più a rischio: per questo gli ingressi sono contingentati.
Le mascherine non sono obbligatorie durante la sessione sportiva, a condizione di mantenere la distanza minima. Per spostarsi, invece, da un luogo all’altro della palestra è necessario indossarle.
Gli istruttori, invece, devono indossarle ogni volta in cui debbano avvicinarsi agli sportivi e non possano mantenere la distanza minima.
Igiene su attrezzi e nei locali
Sebbene più contenuto, il rischio di contagio esiste anche per contatto con superfici contaminate. Di conseguenza, è opportuno che tutti gli attrezzi vengano sanificati dopo l’uso. Se ciò non è possibile, l’attrezzo non potrà essere più utilizzato fino a dopo che si sarà potuto procedere alla disinfezione.
Per quanto gli studi sul rischio di contagio tramite le superfici siano ancora poco precisi e spesso ci siano opinioni discordanti, è certo che il virus rimane vivo per parecchie ore su superfici come plastica e acciaio. Poiché gli attrezzi sportivi prevedono il contatto diretto con le mani, teoricamente il contagio è possibile nel caso in cui si tocchi un attrezzo contaminato e, subito dopo, ci si metta le mani sul viso, in particolare vicino a bocca, occhi o naso.
Anche negli ambienti possono rimanere particelle di virus: dopo uno starnuto o un colpo di tosse, molte goccioline cadono immediatamente a terra, ma molte rimangono sospese in aria e possono attraversare una stanza in pochi secondi. Per questo tutti gli ambienti devono essere sanificati anche più volte al giorno. Gli spogliatoi, dove si rimane per un periodo tempo più contenuto, dovrebbero essere sanificati almeno una volta al giorno.
Ma non solo: anche l’aerazione è importante. I flussi d’aria possono veicolare il virus, quindi l’aerazione dovrà essere organizzata in modo che il ricircolo d’aria sia garantito, senza però creare correnti d’aria. I filtri negli impianti di condizionamento dovranno essere sostituiti con maggiore frequenza rispetto al normale e si dovranno osservare regole precise per quanto riguarda ventilatori e impianti di riscaldamento.
Abiti sportivi: come vanno gestiti in palestra e fuori
Quando ci si reca in palestra vanno rispettate regole precise anche sull’utilizzo degli abiti.
I vestiti normali vanno inseriti in un sacchetto chiuso e riposti nell’armadietto per tutta la sessione sportiva. Molti sportivi, infatti, scelgono di recarsi in palestra già vestiti per l’allenamento, in modo da rendere più semplice e più breve la permanenza in palestra. Anche quando si torna a casa, però, è necessario fare attenzione agli abiti che si sono indossati mentre si è fatto sport e che potrebbero essere veicolo dei virus.
Per quanto tempo rimane attivo il virus sui tessuti
Quale sia la durata precisa della permanenza del virus sui tessuti non è ancora chiaro, tanto più che attualmente non sono ancora stati fatti sufficienti studi per poterlo stabilire con precisione.
Secondo esperti dell’OMS, sebbene non ci sia da allarmarsi, è bene che, al rientro a casa, scarpe e indumenti, sui quali potrebbero essere posati i famosi droplet, vengano messi da parte e correttamente igienizzati.
Se sulle superfici morbide come i tessuti classici da abbigliamento (lana, cotone, etc.) il virus sembrerebbe rimanere attivo per una durata di tempo minore, sui tessuti tecnici, come quelli sportivi, potrebbe sopravvivere più a lungo. Meglio, dunque, igienizzare abiti sportivi e attrezzature al ritorno dalla palestra.
Come igienizzare abiti sportivi e attrezzature
Al di là del coronavirus, igienizzare gli abiti sportivi che si sono utilizzati durante l’allenamento in palestra è senz’altro una buona idea, perché potenzialmente sono veicoli di virus, batteri e altri agenti patogeni con cui si può essere venuti a contatto.
Anche le attrezzature sportive, in particolare le borracce o quegli accessori che vengono a contatto con mani e bocca, richiedono una pulizia accurata. Ma se gli attrezzi possono essere disinfettati con soluzioni alcoliche in grado di eliminare del tutto i virus, ciò non è possibile per i vestiti.
Un’ottima soluzione è costituita dal lavaggio a ossigeno attivo: grazie alla tecnologia delle lavatrici ad ozono è possibile eliminare completamente virus e batteri senza necessità di prodotti disinfettanti.
L’ossigeno attivo è un gas naturale molto efficace nella disinfezione dei tessuti, ancora più potente del cloro. Tuttavia, poiché non richiede l’uso di detersivi aggressivi né disinfettanti, è l’ideale per sanificare i vestiti senza il rischio di rovinarli. Inoltre, la lavatrice a ozono igienizza perfettamente già a basse temperature: non solo garantisce l’igiene più totale e protegge capi delicati come quelli sportivi, ma è anche un risparmio in termini economici ed ecologici.
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