Vantaggi e controindicazioni della riabilitazione in acqua
La riabilitazione in acqua, detta anche idroterapia, è un percorso di riabilitazione piuttosto recente. Solo da pochi anni, infatti, è entrata ufficialmente a far parte dei protocolli riabilitativi ed è finalmente riconosciuta da medici e dai fisioterapisti in tutta la sua efficacia, nonostante fosse già utilizzata fin dall’antichità.
Negli ultimi trent’anni, pian piano ha iniziato a integrare altri tipi di terapie, fino a essere considerata oggi un importante metodo riabilitativi per diversi disturbi muscolo-scheletrici e ad avere una sua autonomia terapeutica. Oggi è conosciuta anche come idrokinesiterapia
Che cos’è l’idrokinesiterapia
Il suo nome deriva dal greco e contiene ben tre parole: idro- [dal gr. ὕδωρ ; latino scientifico hydro-] che significa “acqua”, -kinesi [dal gr. κίνησις], che significa “movimento”, e terapia [dal gr. ϑεραπεία], che significa “guarigione”.
Mentre con idroterapia si indica l’utilizzo delle proprietà biochimiche e fisiche dell’acqua ai fini terapeutici, con idrokinesiterapia si intende l’insieme dei trattamenti basati sull’idroterapia ai fini riabilitativi.
Dagli anni ’80 in poi, l’applicazione pratica dell’idrokinesiterapia iniziò ad avere un particolare sviluppo nella riabilitazione della spalla, grazie soprattutto agli studi del dottor Gilles Walch e del dottor Jean Pierre Liotard, i quali dimostrarono l’efficacia della combinazione della fisioterapia in sala con quella in acqua, soprattutto per poter iniziare già la riabilitazione nei giorni post-operatori o nel momento in cui si riscontrasse una eccessiva rigidità articolare.
I principi fisici su cui si basa l’idrokinesiterapia
Conosciuta fin dall’antichità, la riabilitazione in acqua si basa su principi fisici dimostrati. Se tutti, per esperienza personale, possiamo affermare che in acqua ci si sente più leggeri e si fa meno fatica a sollevare pesi o a muoversi, la certezza scientifica di tutto ciò ci è data dal principio di Archimede.
Ma questo non è l’unico motivo per cui l’acqua è molto utile in riabilitazione. I principi e le proprietà fisiche dell’acqua sono diversi:
- Il principio di Archimede dice che: “ogni corpo immerso parzialmente o completamente in un fluido riceve una spinta verticale dal basso verso l’alto, uguale per intensità al peso del volume del fluido spostato”. Questo tipo di spinta si chiama spinta idrostatica e ciò significa che più ci immergiamo in acqua più il nostro peso si riduce. Di conseguenza, in un percorso riabilitativo l’acqua alleggerisce il peso sulle articolazioni e permettere di compiere esercizi che, fuori dall’acqua, potrebbero creare problemi alle articolazioni stesse.
- Forza resistiva o drag force: detta anche resistenza fluidodinamica, è una forza che si contrappone a quella esercitata da un corpo in movimento immerso in quel fluido. Nel caso dell’acqua, essa ha una viscosità superiore a quella dell’aria e oppone una forza resistiva maggiore: di conseguenza, quando si cammina o ci si muove in acqua l’intensità dell’esercizio è circa doppia rispetto a quella che produrrebbe lo stesso esercizio all’aria.
- Calore specifico: il calore specifico di una sostanza è la quantità di calore necessaria per aumentare o diminuire di un grado Celsius o Kelvin la temperatura della sostanza stessa. L’acqua ha un calore specifico molto elevato e richiede molta energia per piccoli incrementi di temperatura: di conseguenza ha una migliore omeostasi termica rispetto, per esempio, all’aria. Questo permette di mantenere una temperatura molto vicina a quella del corpo (intorno ai 32°-34°) con una serie di effetti positivi per la muscolatura tra cui l’effetto vasodilatatore, l’effetto miorilassante e l’innalzamento della soglia del dolore grazie alla riduzione di sensibilità
Vantaggi della riabilitazione in acqua
I vantaggi della riabilitazione in acqua hanno origine dalle caratteristiche dell’acqua: galleggiamento, forza resistiva e calore. La combinazione di queste proprietà permette di lavorare sulla parte del corpo che necessita di fisioterapia applicando all’esercizio una intensità maggiore rispetto a quella che verrebbe applicata fuori dall’acqua ma, allo stesso tempo, riducendo lo stress alle articolazioni e il dolore.
- Minimo impatto: grazie al galleggiamento, l’acqua sostiene il corpo e riduce il peso che viene applicato alle articolazioni. In questo modo esse sono sottoposte a un minor stress e viene diminuito sensibilmente il rischio di danni alle articolazioni stesse. Inoltre, quando si percepisce dolore è sufficiente fermare il movimento, in quanto l’acqua sorregge il peso dell’arto.
- Maggior controllo dei movimenti: in acqua i movimenti sono più lenti, anche a causa della maggiore forza resistiva. Per questo si può avere un maggiore controllo del movimento, utile sia perché diminuiscono i rischi in caso di esercizio errato, sia perché si ha più tempo per recuperare la posizione corretta.
- Maggior rafforzamento del tono muscolare: la forza resistiva dell’acqua obbliga a uno sforzo muscolare superiore rispetto a quello che sarebbe necessario a secco. Per questo motivo lo stesso esercizio svolto in acqua permette un rafforzamento del tono muscolare.
- Riduzione del dolore: il calore specifico dell’acqua permette di mantenere una temperatura costante, vicina a quella del corpo. In questo modo, si ottiene un effetto vasodilatatore e una riduzione della sensibilità periferica.
Quando è consigliata la riabilitazione in acqua
Grazie ai numerosi vantaggi di questa terapia, la sua applicazione è piuttosto vasta sia in campo neurologico, sia in campo ortopedico.
In ambito neurologico dà importanti risultati in caso di:
- Patologie periferiche come poliomielite, policondiliti, neuriti;
- Postumi di patologie centrali a livello midollare o cerebrale, come paraplegie, tetraplegie, atassie, postumi di traumi cranici, etc.;
In ambito ortopedico, invece, può essere usato in caso di:
- Fratture;
- Lesioni tendinee;
- Lesioni all’apparato scheletrico;
- Distorsioni e strappi muscolari;
- Lombalgie;
- Post-operatorio.
Controindicazioni alla riabilitazione in acqua
La riabilitazione in acqua presenta parecchi vantaggi e per una parte consistente di pazienti rappresenta la soluzione ideale. Tuttavia, possono esserci situazioni particolari o patologiche che possono sconsigliarla.
Prima di tutto, l’ambiente acquatico potrebbe non essere adatto a tutti: sebbene l’acqua non superi mai 1,20 metri di altezza e siano forniti al paziente attrezzi che favoriscono il galleggiamento, per alcune persone l’immersione in acqua potrebbe rappresentare un ostacolo a livello psicologico.
C’è, inoltre, da considerare che la temperatura dell’acqua favorisce la moltiplicazione dei germi e, per quanto l’ambiente venga sanificato con interventi di prevenzione, chi è affetto da infezioni cutanee o bronchiali è a rischio e mette a rischio la salute altrui.
Pertanto non va scelto questo tipo di terapia per chi è affetto da infezioni cutanee, congiuntiviti, piaghe o ulcere. Inoltre, i soggetti allergici al cloro devono essere esclusi, poiché la prevenzione igienica delle vasche prevede, appunto, l’uso di cloro.
Infine, i pazienti con insufficienza cardiaca, insufficienza renale, diabete, crisi epilettiche e incontinenza urinaria potrebbero avere dei peggioramenti delle loro patologie.
In ogni caso è sempre opportuno chiedere consiglio al proprio medico curante che darà le indicazioni opportune in base alle patologie e alle condizioni fisiche del paziente.