La magnetoterapia: che cos’è e quando si può utilizzare
La magnetoterapia è una tecnica oggi molto diffusa nel trattamento del dolore articolare. Essa si basa sull’utilizzo dei campi magnetici e sull’energia elettromagnetica da essi prodotta. Infatti, questo tipo di energia avrebbe effetti positivi sul corpo in determinate condizioni fisiche.
Nonostante non vi siano ancora evidenze scientifiche che dimostrino l’efficacia di questa medicina alternativa, è altrettanto vero che i risultati positivi spesso riportati dai pazienti spingono molto sovente gli specialisti e i fisioterapisti a prescriverla. Infatti, le sedute di magnetoterapia vengono proposte normalmente sia nelle strutture sanitarie pubbliche sia in centri accreditati.
Come funziona la magnetoterapia
La magnetoterapia è un trattamento che si basa sull’utilizzo di campi magnetici creati da magneti ad alta e bassa frequenza.
Sembrerebbe, infatti, che esporre il corpo ai campi magnetici abbia effetti positivi sul dolore.
Tutte le cellule dell’organismo hanno una carica elettrica: la differenza di potenziale elettrico che si genera tra la carica elettrica di una cellula e la carica elettrica presente all’esterno della cellula in normali condizioni, ovvero a riposo, si chiama potenziale di membrana a riposo.
Tuttavia col passare gli anni, il potenziale di membrana può subire una alterazione.
In alcuni casi la causa di questa alterazione dipende da un normale invecchiamento cellulare, in altri casi invece ciò avviene in seguito a un danno alla cellula, per un trauma oppure per una patologia.
La magnetoterapia avrebbe un’azione in base alla quale le onde elettromagnetiche a diverse frequenze e a diversa intensità creerebbero una mobilitazione degli ioni positivi e negativi contenuti all’interno delle cellule, agendo in modo positivo proprio sull’alterazione cellulare.
In particolare, l’esposizione ai campi magnetici:
- Contribuisce a ristabilire il potenziale di membrana a riposo;
- Favorisce il miglioramento della circolazione sanguigna grazie all’interazione con il ferro e l’emoglobina;
- Riporta in equilibrio l’energia elettromagnetica presente nel corpo.
Le onde che vengono generate con questa terapia sono non-ionizzati: ciò significa che, pur avendo un’azione sui muscoli e sui tessuti, non vengono assorbite dal corpo.
Come si pratica la terapia con campi magnetici
Per praticare questi trattamenti è necessario che vengano creati dei campi magnetici ai quali esporre la parte del corpo che deve essere sottoposta a terapia.
I campi magnetici per questo tipo di trattamento possono essere ad alta o a bassa frequenza, con effetti e indicazioni diverse a seconda del tipo di patologia.
Elettroterapia a bassa frequenza
L’elettroterapia a bassa frequenza viene praticata generando campi magnetici con una frequenza compresa tra i 5 e i 100Hz.
L’utilizzo di questo tipo di apparecchiature è consigliato in due situazioni specifiche:
- per combattere l’osteoporosi e per rafforzare ossa e apparato scheletrico, grazie al fatto che la bassa frequenza stimola l’assimilazione del calcio nelle ossa;
- per contribuire alla guarigione delle fratture ossee e velocizzarne il processo di ricostruzione ossea.
Elettroterapia ad alta frequenza
L’elettroterapia ad alta frequenza viene invece praticata generando campi magnetici con una frequenza compresa tra i 18 e i 900Hz.
In questo caso, il campo di applicazione riguarderebbe più propriamente la circolazione sanguigna e gli stati infiammatori.
La conseguente riduzione dell’infiammazione avrebbe effetti benefici soprattutto per lenire il dolore nelle articolazioni.
Per quali patologie è indicata
La magnetoterapia viene utilizzata principalmente per tutte le patologie che interessano l’apparato muscolare, le articolazioni, l’apparato osseo e scheletrico:
- per artrite, artrosi, periartrite, lombalgie, dolori muscolari e malattie reumatiche per gli effetti antinfiammatori e antidolorifici;
- per osteoporosi e in caso di fratture per l’aumento della capacità di mineralizzazione ossea e per l’accelerazione nella calcificazione delle fratture;
- per le varici per l’aumento dell’irrorazione sanguigna e per il miglioramento della circolazione periferica;
- in caso di ustioni e per le piaghe da decubito in virtù dell’azione cicatrizzante e del miglioramento del metabolismo cutaneo.
Per quanto riguarda, invece, le controindicazioni, la magnetoterapia non pare avere effetti collaterali che ne sconsiglino l’uso. Tuttavia, sono escluse da questa terapia alcune tipologie di pazienti:
- coloro che portano dispositivi il cui funzionamento può essere alterato dai campi magnetici;
- chi è affetto da patologie cardiache;
- le donne in gravidanza o durante l’allattamento.
Gli strumenti per la magnetoterapia
La magnetoterapia viene praticata al paziente attraverso l’utilizzo di un solenoide che avvolge la parte del da trattare.
I solenoidi sono dei conduttori elettrici attraverso i quali passa la corrente che genera il campo magnetico: se deve essere esposta solo una parte del corpo hanno una forma piatta perché devono essere completamente a contatto con essa; se invece deve essere trattato tutto il corpo, hanno una forma cilindrica e il paziente viene avvolto del tutto.
Negli ultimi anni sono stati prodotte varie apparecchiature elettromedicali domestiche: in questo modo è possibile praticare la magnetoterapia in autonomia, senza doversi recare in ambulatori medici.
In ogni caso, è sempre meglio chiedere al proprio medico curante che consiglierà come agire in base alle condizioni specifiche del paziente.