Distorsione alla caviglia: sintomi e rimedi
La distorsione alla caviglia è uno dei tipi di distorsione più frequenti, nella attività sportiva, ma anche nella vita quotidiana.
I motivi sono essenzialmente due: prima di tutto perché sulla caviglia ricade tutto il peso del corpo, poi perché la caviglia è una articolazione molto complessa, che permette di compiere tanti movimenti e ha più probabilità di accusare traumi.
La distorsione alla caviglia si verifica con una perdita momentanea dei legamenti articolari tra due ossa: nello specifico, la tibia e il perone subiscono un distacco dall’astragalo.
Ciò può avvenire durante le normali attività quotidiane: è sufficiente un movimento brusco del corpo o una caduta col piede girato. Tuttavia, mentre si fa sport questo evento ha una frequenza maggiore, soprattutto in certi tipi di sport, come la pallavolo, la pallacanestro, il calcio e la corsa.
I vari tipi di distorsione
Come tutte le lesioni, anche la distorsione alla caviglia può essere di vari tipi, intensità e gravità. Queste lesioni vengono solitamente catalogate in due famiglie: quella delle lesioni isolate e quella delle lesioni associate.
Le prime sono chiamate isolate perché colpiscono solamente il legamento crociato e comprendono la distorsione laterale, la distorsione mediale e la lesione alla sindesmosi.
Quelle associate invece riguardano più zone della caviglia e del piede, e sono le più gravi, chiamate fratture o lesioni tendinee.
La distorsione alla caviglia viene classificata anche in gradi basati sull’inclinazione dell’astragalo (tilt dell’astragalo), ovviamente diagnosticata solo dopo un’accurata visita medica. Questi sono:
- Grado 0, quando non ci sono rotture di legamenti, con un tilt astragalico di soli 8° o meno;
- Grado 1, con un tilt che si rapporta tra i 10° e i 20°, con la rottura di un solo legamento, quello peroneo astragalico anteriore;
- Grado 2, ovvero un tilt astragalico tra i 20° e i 30°, con rottura di due legamenti, quello astragalico e quello calcaneare;
- Grado 3, con un tilt superiore a 30° con una conseguente rottura di tre legamenti.
Per quanto riguarda il grado 0, non è necessaria più di qualche ora di riposo, mentre per tutti gli altri gradi è necessaria la assoluta sospensione di qualsiasi attività sportiva, anche perché si avvertirà difficoltà a mantenere l’equilibrio persino in una semplice camminata, a causa del forte dolore.
I sintomi della distorsione alla caviglia
La distorsione alla caviglia può essere più o meno grave e ovviamente da questo dipenderanno i vari sintomi che si avvertiranno, così come anche la durata della guarigione.
Uno dei primi sintomi percepiti a causa del trauma alla caviglia è certamente il dolore intenso e acuto localizzato che, in base alla gravità, può estendersi dalle dita del piede fino al polpaccio.
Conseguentemente, quasi subito, la caviglia tenderà a gonfiarsi, sia internamente che esternamente ed inizierà a comparire una sorta di ematoma di grandezza più o meno importante. Quando accade questo, significa che è presente una lesione dei legamenti.
Per questo motivo si avrà immediatamente difficoltà a muovere normalmente tutto il piede e ad effettuare l’appoggio a terra.
È necessario infatti che la persona che ha subìto questo tipo di trauma eviti l’appoggio della zona lesa e si faccia aiutare da qualcuno nel caso si debba spostare, anche perché l’articolazione tibio-tarsica sarà particolarmente instabile, e non si riuscirà a stare in piedi da solo.
Che cosa fare quando si subisce un infortunio alla caviglia
Se si avverte dolore appoggiando il piede in seguito a movimenti bruschi, storte o traumi, la prima cosa da fare è certamente fermarsi e sedersi, evitando di caricare il peso sul piede.
Spesso capita infatti, durante le partite sportive, che anche se si avverte un grande dolore, si cerchi di continuare a giocare spinti dall’adrenalina, ma questo tende solo a peggiorare il trauma, portando la caviglia ad infiammarsi maggiormente.
Dopo essersi fermati, è necessario mettere subito del ghiaccio nella zona lesa e tamponare, in modo da alleviare il dolore. Attenzione però a non lasciare il ghiaccio a contatto con la pelle per più di una ventina di minuti, altrimenti si possono causare delle ustioni cutanee da freddo.
Per favorire il drenaggio è opportuno tenere la gamba verso l’alto, magari alzandola con un cuscino sotto. Onde evitare che la caviglia inizi a gonfiarsi troppo, è consigliato procurarsi una benda da legare molto stretta attorno alla zona, in modo che tutta la gamba possa rimanere immobile e non si peggiori la situazione.
Quando si subisce un trauma del genere, va verificato che non ci siano anche piccole fratture, perciò è sempre meglio non intervenire da soli e recarsi al pronto soccorso più vicino o rivolgersi ad un medico.
Gli esercizi di riabilitazione dopo una distorsione alla caviglia
Quando il piede subisce un trauma come la distorsione alla caviglia, è importante che si eseguano subito i dovuti accertamenti così da riprendere la mobilitazione della zona il prima possibile: ogni giorno che si passa immobilizzati, renderà più difficoltosa la ripresa.
Tuttavia, il percorso riabilitativo potrà iniziare solamente quando il gonfiore e il dolore saranno spariti, quindi per un tempo più o meno lungo a seconda della gravità del trauma. Quando il medico lo riterrà opportuno, il paziente comincerà una serie di esercizi specifici, che seguirà anche a casa.
Gli esercizi muscolari necessari alla riabilitazione dopo una distorsione alla caviglia sono:
- Esercizi isometrici: si tratta di esercizi che richiedono prima ma spinta della caviglia verso l’esterno in alto, quindi verso l’interno in basso, portando la zona a resistere per 10 secondi alla volta, e ripetendo l’esercizio più volte;
- Esercizi isotonici: sono esercizi che vanno svolti con l’aiuto di un elastico di media lunghezza. Si dovrà legare l’elastico ad un supporto stabile e fermo, e posizionarlo all’altezza del mesopiede. A quel punto tirare con il piede l’elastico verso l’interno, verso l’esterno e anche lateralmente, ripetendo più volte l’esercizio.
- Esercizi propriocettivi: sono esercizi che riguardano l’ultima fase di riabilitazione, quella in cui si sta riacquistando senza problemi la mobilità del piede e l’equilibrio necessario per stare in piedi. Ci si dovrà quindi posizionare sopra una piattaforma piana che sta sopra una forma semicilindrica. Lo scopo di questa fase è quello di riuscire a mantenere l’equilibrio senza cadere anche in una superficie instabile, solo così si potrà dire di aver completato il processo riabilitativo.