Andrea Saccani: quando la mente sconfigge la malattia
Quella di Andrea Saccani è una storia con un lieto fine, ma che ha alle spalle un lungo calvario di sofferenza sia mentale che fisica.
Un periodo buio durato molti anni, ma che ad oggi serve da esempio per tutti, specialmente per quelle persone che si trovano come lui ad affrontare una dura battaglia. Andrea ha dimostrato che si può combattere lottando fino alla fine senza mai perdere la speranza.
Andrea Saccani: una carriera breve che si ferma nel 2003
Andrea Saccani gareggia con l’Atletica Riccardi 1946, una società di Milano, e alla voce “Triplo Allievi” è presente nell’albo dei primati societari un record che lo riguarda, quando ha saltato 15,27m. Andrea nasce nel 1986, ed è un atleta cremasco. Egli è stato premiato durante la rassegna Riccardi Champion’s Day, ed è stato finalista alle Gymnasiadi di Caen 2002. Il 2003 fu l’ultimo anno in cui riuscì a praticare sport, in quanto poi l’arrivo della malattia lo costrinse a fermarsi.
Sebbene il momento di splendore sia durato poco, il suo nome fa più eco di qualsiasi successo sportivo. La sua storia risulta essere una di quelle testimonianze che devono essere una lezione per tutti, anche per coloro che non fanno parte del mondo dell’atletica o dello sport in generale. Storia che lo stesso Andrea ha raccontato durante un evento passato, e che ci mostra come la malattia ad un certo punto non diventi il pensiero principale ma un problema secondario.
I primi passi di Andrea Saccani nell’atletica
La sua carriera da atleta inizia prima del 2002 quando viene tesserato dall’Atletica Virtus Crema, con la quale Andrea Saccani vince i campionati regionali di salto in alto nella categoria Ragazzi. La vittoria gli diede il diritto di partecipare ai campionati nazionali Endas, in cui con un salto di 1.66m si piazzò secondo.
Nel 2000 passa all’Atletica Estrada, e qui comincia ad allenarsi in una disciplina nuova, i salti in estensione. L’anno successivo vinse il triplo al Criterium Nazionale di categoria con 14.18m. Il 2002 è il primo anno nel quale Andrea Saccani veste la maglia della Riccardi 1946, e qui comincia ad avvertire i primi problemi fisici (con molta probabilità i primi segni della presenza della malattia). Inizia tutto con una forte anemia, la comparsa improvvisa di un’allergia importante ai pollini delle graminacee e dolore ai tendini di Achille, seguiti anche da manifestazioni di gonfiore improvviso alle ginocchia.
Nonostante queste problematiche, nel 2002 giunse primo tra gli Allievi ai Campionati Italiani indoor e si presentò alle Gymnasiadi di Caen nello stesso anno raggiungendo la finale. Fu proprio durante questa gara, precisamente al primo salto, che Andrea Saccani si procurò una lesione parziale della cresta iliaca sinistra. Da qui 8 mesi di fermo forzato, che furono l’inizio di un calvario fisico e psicologico durato molti anni.
La malattia di Andrea Saccani
Nel gennaio 2003 la malattia si fa sentire, presentandosi di notte in maniera violenta e improvvisa. Rettocolite Ulcerosa, questo il nome della patologia che consiste in un forte stato infiammatorio intestinale con conseguenti perdite di sangue e forti dolori addominali.
Dopo pochi giorni, i medici diagnosticarono la malattia e cominciarono a trattare il problema con cure a base di antinfiammatori. Nella primavera del 2004 la malattia divenne più grave, sconvolgendo completamente la vita di Andrea. Arrivò il primo ricovero che durò un mese, durante il quale fu sottoposto a trattamenti cortisonici.
La malattia anziché regredire divenne negli anni sempre più aggressiva, senza che vi fossero cure in grado di guarirla. Dal 2004 al 2011 sono stati anni davvero terribili per Andrea Saccani, costellati da fortissimi dolori addominali e perdite di sangue ingenti a causa delle ulcere intestinali. Le pesanti cure a cui veniva sottoposto inoltre, gli provocavano anche altre problematiche. La sua situazione lo portò ben presto ad isolarsi da tutto e da tutti, con una conseguente crisi a livello psicologico oltre che fisico. Quando Andrea Saccani arrivò vicino all’intervento di Stomia definitiva, ovvero dover ricorrere per tutta la vita al sacchetto, nella sua mente avvenne un punto di rottura positivo.
Andrea Saccani affronta la malattia a viso aperto
Dopo aver passato ben 8 anni a vedere la malattia come qualcosa di negativo che oramai lo aveva vinto, Andrea cominciò invece a vederla come un’opportunità, come se fosse un segno da cogliere, qualcosa dentro di lui non andava e doveva capire di cosa si trattasse. Dalle cure mediche fatte di medicinali passò alle tecniche di psicologia energetica , che lo portarono a trovare le risposte alle proprie domande.
Attraverso questa terapia alternativa, Andrea Saccani scoprì che dentro sé stesso convivevano molti dissidi, i quali spingevano l’inconscio verso l’autodistruzione. Si voleva fare del male da solo senza però rendersene conto. Tra gennaio e marzo del 2011 la malattia comincia a regredire, l’infiammazione migliora in maniera progressiva tra lo stupore generale dei medici stessi che lo avevano in cura. Più il tempo passava e più Andrea Saccani migliorava, arrivando a sconfiggere una malattia che fino a poco tempo prima sembrava incurabile.