Roberto Baggio: un campione tra i campioni
Roberto Baggio è un nome che solo a pronunciarlo evoca grandi ricordi. Non solo questo, il suo nome si accosta anche ad alcuni principi fondamentali che fanno parte della nostra vita, ovvero il rispetto per gli altri, la professionalità, e una grande passione per il proprio lavoro. Già, perché il Divin Codino non lo faceva solo come lavoro, lui il calcio lo amava davvero, bastava vederlo giocare per poterne avere conferma.
Oggi cinquantaduenne rimane emblema di un calcio che non c’è più, quello delle bandiere che si legavano anima e corpo ad una squadra, quello dell’attaccamento ad una nazionale che si amava sia quando vinceva che quando perdeva, quello che ha tenuto milioni di persone davanti alla TV durante le “Notti magiche inseguendo un gol”. Nella sua carriera Baggio ha vinto molto, ma quello che lo rende un mito ancora oggi è quell’amore che la gente ha sempre avuto nei suoi confronti. Non solo da parte dei tifosi delle squadre in cui ha militato durante la sua carriera, ma l’amore di una nazione intera.
Roberto Baggio, un nome una leggenda
Non conta quanti anni abbia, sia quando ne aveva 30 che quando ne avrà 60, Roberto Baggio rimarrà una figura immortale, sarà per sempre il campione di tutti. Perché Baggio non è stato solo un calciatore del Vicenza, della Fiorentina, della Juventus, del Milan, dell’Inter, del Bologna e del Brescia, Baggio rappresenta l’Italia. La vera maglia che Roberto Baggio ha tatuata sulla pelle è quella azzurra, la nazionale che ha quasi condotto alla vittoria in quel Mondiale 1994 che lo ha visto protagonista nel bene e nel male.
Quel Campionato del Mondo nel quale ha recuperato partite segnando a un passo dallo scadere del tempo, quando tutto sembrava oramai perduto, per poi sbagliare il rigore decisivo nella finale contro il Brasile. Quella notte a Pasadena non fu l’unico a sbagliare il penalty, lo fallirono anche Baresi e Massaro, ma è il suo l’errore che tutti ricordano di più. Perché Baggio era la speranza.
Tra le sue grandi imprese ci sono i grandi ritorni, come il momento in cui la sua carriera sembrava volta verso il declino, per poi tornare ad essere presente ai mondiali del 1998. Non solo, il suo nome fu accostato spesso anche a quelli del 2002, visto che gli italiani fecero una petizione nazionale affinché Trapattoni lo convocasse. Purtroppo questo non avvenne mai e il clamoroso fallimento italiano a quel mondiale lo rese ancora più popolare, in ragione del fatto che lui fosse l’elemento mancante per il successo di quella nazionale.
Roberto Baggio tra unione nazionale e aneddoti popolari
Baggio sarà per sempre visto come colui che è riuscito ad unire Il Paese durante le partite della nazionale. Un calciatore che riusciva a mettere d’accordo i tifosi di tutte le squadre italiane, avversari acerrimi durante le partite di club, tutti con Roberto Baggio per il bene della nazionale. Uno degli aspetti sicuramente più interessanti è quello legato agli aneddoti su Roberto Baggio.
Prima di andare a scoprire quelle che sono due frasi celebri di Roberto Baggio, citiamo alcune situazioni curiose che fanno parte della lunga carriera del calciatore. Era solito spaventare i compagni con una particolare abitudine, quella di pregare nel bagno. La storia racconta poi di un alterco con Totò Schillaci, il quale dette un pugno al Divin Codino. Anche il rapporto con il mister di turno non fu certo sempre facile e si ricordano episodi molto accesi.
Baggio era un calciatore che non si nascondeva dietro ad un dito e non era certo uno di quelli che tirava il sasso per poi tirare indietro la mano. Per questo si trovò spesso a discutere con gli allenatori: si ricordano ad esempio l’episodio in cui diede del pazzo a Sacchi o il litigio con Marcello Lippi. La cosa su cui Baggio però poteva sempre contare è che qualsiasi problematica si trovasse ad affrontare aveva il sostegno incondizionato della folla.
Tra le più celebri frasi c’è quella apparsa in un’intervista al Corriere della Sera nel 1992: “L’ho ripetuto mille volte: io alla Juve non ci vado. Lo scriverò sui muri di casa.” Pensare che poi sarà l’apice della sua carriera, la sua vera affermazione come campione assoluto.
“A questo punto se trovassi qualcuno che vuole farmi giocare dall’inizio mi preoccuperei”, frase dal contenuto chiaramente molto ironico, dedicata a quegli allenatori che lo facevano sempre partire dalla panchina.
Conclusioni
In merito alla frase che il calciatore ha pronunciato sul fatto che mai sarebbe andato alla Juventus, mostra che spesso è bene stare attenti a quello che si dice. Le cose rimangono, e poi nel tempo vi sarà chi ci metterà di fronte all’evidenza. Alcune affermazioni infatti, specialmente per i personaggi famosi, possono essere strumentalizzate e ritorcersi contro di loro. Ma nel caso di Roberto Baggio il discorso sembra diverso, perché nel torto o nella ragione, la gente si è sempre schierata a suo favore. Insomma, all’ uomo a cui è sempre stata perdonata qualche frase un po’ sopra le righe e soprattutto di sbagliare il rigore della vittoria dedichiamo questa canzone, in fondo “non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”