Cerimoniali Propiziatori: i riti e le ossessioni dei Tennisti
Di seguito elenchiamo le azioni di cui si compongono i riti propiziatori di alcuni tra i tennisti più famosi della storia del tennis.
Borg si soffiava nel palmo della mano destra, come per asciugarsi il sudore, sceglieva lo stesso cibo, stesso albergo, stessa barba incolta, stessa vita noiosa e rassicurante.
Edberg soffiava verso l’alto e si spettinava il ciuffo
Becker tossiva molto platealmente
Sampras tirava fuori la lingua
Lendl si strappava le sopracciglia
Agassi non stava fermo 2 secondi ed aveva il vizio di tirarsi su la maglia prima di ricevere
Tanner si passava un dito sulla fronte
Cash si grattava sotto gli occhi
McEnroe faceva roteare le palline sul piatto corde, faceva avanti ed indietro col bacino ben 3 volte prima di servire e si aggiustava la maglietta sulle spalle
Zina Garrison “ancheggiava” vistosamente nella fase di ricezione, cosa abbastanza inusuale all’epoca a differenza dei tempi attuali.
Jimmy Connors, famoso per essere stato tra i primi ad aver introdotto quel grugnito fastidioso durante gli scambi, e mal recepito da Sharapova ed Azarenka, a quanto pare.
Roger Feder prima di servire, anziché far rimbalzare la palla davanti a sé, la faceva rimbalzare tra le gambe.
Novak Djokovic prima di servire, palleggia con la pallina per un numero infinito di volte, una maniera per cercare la concentrazione e decidere dove servire. In particolar modo nei punti importanti i palleggi aumentano esponenzialmente.
Ernest Gulbis prima di incamminarsi verso la linea di fondo chiede tre palline, ci giochicchia con una mano e le controlla con le punta delle dita, prima di scartarne una, metterne un’altra in tasca ed apprestarsi al servizio con l’ultima. Tutto questo mentre si toglie il sudore dalla fronte con il polsino.
Sharapova tra un punto e l’altro non calpesta mai e poi mai le righe del campo, prima di ogni punto si volta di spalle verso l’avversaria, saltella e nel frattempo sistema le corde, attendendo il servizio avversario con la mano sinistra chiusa a “pugno”.
Andy Roddick prima del servizio tira giù il cappello, quindi di nuovo su, annusa l’ascella sinistra, scuote il polso sinistro, tira su la maglietta sulla spalla destra, poi la sinistra, fai rimbalzare la palla con forza e finalmente colpisce.
Marion Bartoli tra un punto e l’altro continua a saltellare e a fare scatti ovvero il ripetere il movimento del servizio e dei fondamentali senza palla.
Rafa Nadal ha una lista dei tic lunga che è aumentata nel corso degli anni.
Si parte dall’entrata in campo con borsone sulla spalla destra e la racchetta nella mano sinistra corredato da assunzione di bustina, dopo il sorteggio iniziale e le foto di rito corsettina dalla rete fino a fondo campo.
Al cambio campo aspetta sempre che sia l’avversario ad oltrepassare per primo la rete e schiva la riga ogni volta che deve appropinquarsi alla sua sedia e durante le pause del gioco mette in ordine maniacale le bottigliette e sistema l’asciugamano a coprire le cosce con il continuo tremolare delle gambe lì sotto
Prima del servizio effettua la famosa “smutandata”, il tocco sulla spalla sinistra, poi quella destra, il naso, poi i capelli spostati dietro l’orecchio sinistro, di nuovo il naso e chiusura con i capelli dietro l’orecchio destro.
Tutte queste ripetizioni risultano certamente indispensabili alla mente dell’atleta per far produrre al corpo un “bel gioco” (ne siamo certi?), ma evito di descrivere le sensazioni che questi gesti generano nella mente degli spettatori, soprattutto dei profani.
Perchè la mente umana così ricca di possibilità e abilità, in certe occasioni si riduce ed essere talmente abitudinaria e noiosa da sfiorare l’ossessione? Questi sportivi che giocano da soli, credo che il tennis sia l’unico sport che non preveda la figura dell’allenatore durante le partite, dovrebbero essere campioni di fortezza d’animo, invece sono prigionieri di riti e compulsioni sempre più complessi. Certamente hanno un’ottima memoria per ricordarne la successione.